INCONTRI RAVVICINATI

Palenzona alla sinistra del Padre. Appendino "confessa" Furbizio

Il presidente della Fondazione Crt ospite d'onore al compleanno dello scolopio Barani. Alla festa nel soggiorno religioso di Balme anche l'ex sindaca, oggi parlamentare grillina. Oltre 120 invitati in quello che ormai è un appuntamento immancabile. Che si saranno detti i due?

Non sarà la reunion governativa nella masseria di Bruno Vespa, ma per Fabrizio Palenzona la salita a Balme per la festa di compleanno dello scolopio Padre Ugo Barani è un appuntamento non meno irrinunciabile. Il bacio dell’anello non è nelle corde del religioso già al vertice della Provincia italiana dei discepoli di Giuseppe Calasanzio, quindi al suo ottantatreesimo genetliaco i non pochi politici ed esponenti del mondo delle professioni insieme a quelli del volontariato hanno facilmente ripiegato su Big Fabrizio, seppure la scarpa di montagna non è proprio una pantofola.

Ospite d’onore seduto alla sinistra del Padre, Furbizio reduce dal forum dove le sue possenti mani avevano regalato sonori appalusi a Giorgia Meloni, oggi ai 1750 metri di Pian della Mussa ha ritrovato l’alter ego pentastellata della premier. Chiara Appendino, pure lei da qualche anno immancabile alla festa al soggiorno alpino delle Scuole Pie, vicino alla case dove trascorre parte delle vacanze. Una crostata e qualche bicchiere di vino a chiudere il pranzo, poi l’immancabile ripresa delle chiacchierate, inframmezzate da una stretta di mano e un abbraccio, incominciate all’arrivo dei circa 120 invitati.

Il neopresidente della Fondazione Crt e l’ex sindaca ora parlamentare, sempre in predicato di subentrare a Giuseppe Conte alla guida del partito, hanno da sempre un rapporto più che buono, mai incrinato neppure nei passaggi complicati tra il mondo della finanza e quello della politica, entrambi frequentati, come protagonista, da Palenzona. “Credente peccatore”, così ama definirsi. E quasi un confessionale pareva quel parlottare, un po’ discosti, tra l’ex sindaca e il presidente della Fondazione cui lei non ha fatto in tempo a dare, da prima cittadina, la sua benedizione per l’ascesa al vertice della cassaforte piemontese.

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