DIRITTI & ROVESCI

Dal caso Segre-Seymandi alla fuga di dati. Ghiglia: "Non c'è privacy senza educazione"

Il componente dell'Authority si asterrà dall'istruttoria avviata sul party torinese: "Conosco gran parte delle persone coinvolte". Ma avverte l'esigenza di una formazione civica digitale. E per questo manda in libreria un abbecedario di "alfabetizzazione"

“Sarà un’istruttoria accurata e approfondita, come peraltro facciamo sempre”. Agostino Ghiglia, un passato da leader piemontese e parlamentare di Alleanza Nazionale e poi del Pdl, oggi esponente di rilievo di FdI, in questo caso risponde allo Spiffero in veste di componente del Garante della Privacy, l’authority che ha appena deciso di aprire un’istruttoria sul caso Segre-Seymandi, in particolare sulla diffusione dei dati e delle situazioni spiattellate in pubblico dal marito mancato nell’ormai arcinota serata in villa ripresa in un video. 

Non dice molto di più Ghiglia, né può farlo: “Conoscendo quasi tutte le persone coinvolte in questo caso non parteciperò ai lavori del consiglio, al termine dell’istruttoria che viene svolta agli uffici del Garante. Per questo non posso entrare nella questione che riguarda un caso delicato, anche se ne trattiamo di assai più delicati”, basti pensare alle conseguenze di una fuga di dati che riguardano le condizioni di salute, rispetto a quella che pur con il clamore mediatico e il profilo dei protagonisti resta una storia di corna, vere o presunte che siano.

Tutto al tempo dei social, quando al solo pronunciare la parola “abbecedario”, la vicenda del banchiere e dell’ex aspirante politica diventata manager s’inciprierebbe dei toni fané del feuilletton d’antan. Invece abbecedario Ghiglia lo usa proprio come eloquente sottotitolo al suo saggio Educazione Civica Digitale (Maggioli Editore), per un bizzarro scherzo del destino arrivato in libreria proprio nei giorni dello scandalo sotto la Mole. Un po’ vocabolario minimo per comprendere meglio la terminologia che sta modificando il nostro linguaggio quotidiano, un po’ manuale di alfabetizzazione digitale, insomma un sillabario per capire meglio la rivoluzione tecnologica, che l’ex parlamentare definisce “la nuova scoperta del fuoco della nostra era”. E, perciò, avverte come “il pericolo di scottarsi o di scottare altri è enorme. Da qui l’esigenza di partire dalle basi, l’abc insomma, di una conoscenza, ma ancor più di una coscienza critica che i giovani, ma non solo loro, rischiano di perdere o addirittura di non coltivare”.

Mentre i commenti, ma anche gli insulti e i giudizi non sempre misurati su Massimo Segre e Cristina Seymandi e tutto quel che ruota attorno a una storia e a personaggi fino all’altro giorno conosciuti solo alla stretta cerchia della vipperia sabauda, dilagano sui social, nell’affollarsi di meme più o meno grevi, il libro di Ghiglia appare come il segnale di un autovelox sulla strada digitale percorsa quasi sempre a rotta di collo. 

Le fotografie dei figli bambini postate senza chiedersi quale fine nell’infinito della rete e nei mari dove non mancano pirati potranno fare, le faccende private condivise con una platea composta per la gran parte di sconosciuti, la fuga di informazioni sensibili di natura sanitaria o bancaria, l’utilizzo dei social e degli smartphone spesso senza il dovuto controllo da parte di chi per età non ha ancora gli strumenti per difendersi… “Il fatto di essere nativi digitali, quali sono i giovani, non evocano l’immagine di Socrate in un’Agorà, piuttosto di un undividui allo stato seminaturale. Quindi essere nativo digitale – osserva Ghiglia – non significa essere istruito, consapevole, educato alla nuova era digitale. Anche per questo motivo bisogna partire dalle basi pratiche, lessicali, del nuovo linguaggio”. 

Il saggio, come spiega l’autore, “è un piccolo contributo per accompagnare alla conoscenza del nuovo mondo digitale, grande tema che racchiude anche quello che io ritengo improcrastinabile, ovvero l’educazione digitale nelle scuole. Ci provò Matteo Renzi con una legge che però, non fu poi rifinanziata. Credo e spero che questo Governo agisca in tal senso”. Nel frattempo ad agire, come annunciato, sarà il Garante che d’iniziativa e dunque senza alcuna richiesta o impulso ha aperto l’istruttoria sulla storia-tormentone dell’estate e, chissà, magari anche con strascichi fuori stagione, visto i risvolti anche giudiziarie a contorno. “Durerà mesi”, spiega Ghiglia che nulla di più dice sulla vicenda dove pare essere passati, saltando l’abbecedario, all’ultimo giorno di scuola.

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