SICUREZZA URBANA

Furti, minacce e aggressioni: a Torino chiude lo Spazio 211

Dopo 30 anni di attività e l'ennesima effrazione getta la spugna lo storico club di via Cigna. "Troppo pericoloso, non si poteva più andare avanti", dicono i gestori in polemica con il Comune. E la valorizzazione delle periferie promessa dal sindaco Lo Russo?

Dopo 30 anni chiude lo Spazio 211. Troppi furti e atti vandalici hanno piegato la resistenza dello spazio concerti, che soltanto un mese fa aveva visto la chiusura del chiosco delle angurie con cui facevano coppia fissa nell’area all’ingresso del Parco Sempione. «Ci entrano dentro a qualsiasi ora del giorno e della notte», spiegano i gestori al telefono. Oggi, dopo l’ultima effrazione, la decisione di sospendere l’attività a tempo indeterminato, almeno fino a quando «le istituzioni decideranno di intervenire con determinazione e risolutezza. Non siamo più disposti a subire furti con scasso, minacce e aggressioni fisiche a qualsiasi ora del giorno e della notte», spiegano da Spazi musicali Ets facendo riferimento alle «gravissime problematiche di ordine pubblico che ormai da troppi anni affliggono l’area in cui operiamo».

Il club che ospita artisti indipendenti e non della scena nazionale e internazionale di furti ne subisce da tempo. E nel 2021 era stata organizzata una colletta tra i clienti per dare una mano dopo i colpi subiti. Oggi la chiusura ha il sapore della polemica: «Prendiamo atto del fatto che nonostante le innumerevoli segnalazioni inviate negli anni alle amministrazioni e alle autorità competenti, le questioni in oggetto non solo non siano state risolte, bensì siano esponenzialmente peggiorate, specialmente nell’ultimo periodo”, fino a rendere la situazione «economicamente e umanamente insostenibile oltre che pericolosa per gli associati». Una situazione a cui contribuisce il degrado sociale dell’area Ex Gondrand, affollata da senzatetto e tossicodipendenti.

C’è però un’altra nota polemica nel comunicato con cui lo Spazio 211 cala il sipario e che rimane soltanto implicita. Quella con l’Amministrazione comunale guidata da quasi due anni da Stefano Lo Russo: «Ci dispiace dirlo ma questa è una sconfitta tanto per noi quanto per la Cultura e per la città stessa che sta perdendo un presidio territoriale, guardando ad una “Primavera” ancora lontana e non preoccupandosi dell’Inverno in arrivo». Come noto, Palazzo civico sta dialogando col festival “Primavera sound” di Barcellona per ospitarne uno spin off sotto la Mole, un’idea che piace ad alcuni, ma non a tutti. Ed è difficile non rileggere in questo “sassolino” che i gestori dello Spazio 211 si tolgono dalla scarpa la posizione contraria all’arrivo del Primavera a Torino di Gianluca Gozzi, direttore artistico del Todays festival che si svolge proprio nella zona all’aperto dello Spazio 211 (si è chiuso la scorsa domenica). Lo ha ripetuto più volte, nelle interviste di presentazione del festival: «Meglio valorizzare le risorse del territorio». Oggi invece il suo Todays rimane ufficialmente senza casa.

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