VERSO IL 2024

Apre il cantiere del centrosinistra, Appendino per ora fa l'umarell

Mentre Pd e alleati avviano la costruzione della coalizione per le regionali in Piemonte, M5s e centristi restano fuori. "Partiamo da ciò che ci unisce" dice il segretario dem Rossi ma non basta per stanare i pentastellati. Verdi e Sinistra "separati in casa"

Più che le firme dei sottoscrittori a balzare agli occhi scorrendo i nomi in calce al documento del centrosinistra piemontese in vista delle regionali, a balzare agli occhi sono quelle che mancano. Non pervenuto il Movimento 5 stelle così come i due partiti del (fu) Terzo polo, Italia viva e Azione. Ed è proprio a loro – in verità, ai pentastellati prima ancora che ai centristi – che si rivolge il segretario dem Mimmo Rossi, assieme ai suoi alleati, nell’appello redatto ieri sera dopo la riunione al quartier generale del Pd in via Coppino a Torino.

La parola d’ordine è “aprire” a tutti coloro che in questi quattro anni e mezzo si sono opposti ad Alberto Cirio e alla sua giunta e da un anno siedono tra i banchi delle minoranze anche in Parlamento. Partire dunque da “ciò che ci unisce” a partire da “difesa e rilancio della sanità pubblica, investimenti per il trasporto locale, transizione ecologica e digitale, attenzione alle fragilità, istruzione e formazione, impresa e lavoro”.

Tra i sottoscrittori, assieme a Rossi, ci sono Fiammetta Rosso di Sinistra italiana e Alice Ravinale di Sinistra ecologista, Mauro Trombin e Mariella Grisà di Europa Verde, che annovera anche il consigliere regionale ex M5s Giorgio Bertola, Flavio Martino di Più Europa e Igor Boni dei Radicali, Gabriele Salerno per i Socialisti, Mario Giaccone per la Lista Monviso, Elena Apollonio di Demos, Francesco Tresso di Torino Domani, Francesca Druetti di Possibile, Silvio Bo del Centro Democratico e Alberto Daffara di Volt. Se ogni sigla rappresentasse almeno cento voti la coalizione sarebbe certamente più avanti di quanto appare in questo momento. Intanto, proprio in queste ore, i Verdi hanno fatto sapere che si presenteranno con il loro simbolo a capo di una lista autonoma, senza dunque replicare in Piemonte l’alleanza con la Sinistra vista alle scorse politiche. Un modo con cui Bertola e i verdi piemontesi si sottraggono all’abbraccio di Marco Grimaldi.

Dai temi la discussione è slittata sui tempi e modi della scelta del candidato. C’è chi vuole accelerare – soprattutto nell’ipotesi di elezioni anticipate a marzo – chi invece chiede prudenza per evitare che ogni accelerata possa trasformarsi in alibi per chi sta fuori. Sfumature che tuttavia hanno un obiettivo comune: stanare il Movimento 5 stelle: “Deve essere chiaro che, se non ci sarà il campo largo, se non avremo un fronte comune contro questa destra, la responsabilità sarà loro” è il succo dell’intervento di uno dei partecipanti.

Di qui la decisione di partire da “ciò che ci unisce”, alla predisposizione (nei prossimi giorni) di una carta dei valori che diventi il punto di partenza per un programma comune. “Nulla è definito a priori e tutto si può decidere insieme. Il nostro è un cantiere aperto e non una casa già costruita” si legge nella nota inviata questa mattina. Chiara Appendino, per ora, ha scelto il ruolo dell'umarell: osserva da fuori senza intervenire. “A livello nazionale – prosegue – la collaborazione nella lotta al lavoro povero rappresenta un laboratorio che può facilitare l’incontro delle forze politiche su alcuni temi al centro di un programma condiviso anche in Piemonte. Analogamente nel contesto del Consiglio regionale tanti temi hanno visto lavorare insieme le forze di centrosinistra: difesa della sanità pubblica, tutela del suolo, trasporto pubblico, diritto allo studio, difesa della norma sul gioco d’azzardo patologico e della Legge 194”.

La prossima settimana Rossi proporrà una road map per la scrittura del programma e l’individuazione del candidato. In assenza di altri candidati per eventuali primarie, ottobre potrebbe già essere il mese dell’incoronazione di Daniele Valle.  

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