GIUSTIZIA & VERITÀ

Nomina di Saluzzo a pg di Torino, piatto forte al pranzo con Amara

La Loggia Ungheria non è mai esistita ma per la gip di Perugia nel decreto di archiviazione "appare altamente plausibile" che l'attuale procuratore generale si sia attovagliato con l'imprenditore Torresani, l'ex dirigente del Consiglio di Stato Serrao e il gran burattinaio

Secondo il gip di Perugia Angela Avila, che ha archiviato l’inchiesta sull’esistenza della Loggia Ungheria “appare altamente plausibile” che ci sia stato un pranzo fra l’attuale procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, l’imprenditore Paolo Torresani, l’ex dirigente del Consiglio di Stato, Antonino Serrao, e Piero Amara “in ragione delle sue (di Amara, ndr) entrature all’interno del Csm, note a tutti” per caldeggiare la nomina di Saluzzo a Torino nel 2016. Secondo la gip, da una serie di riscontri dichiarativi delle persone citate e da una registrazione effettuata di nascosto da Piero Amara nei bagni dell’Hotel Oxford di via Boncompagni a Roma con Serrao, “emerge non solo che il pranzo a casa Torresani c’era stato ma anche che la partecipazione di Amara al pranzo era funzionale alla sponsorizzazione di Saluzzo”. Sarebbe quindi “plausibile che Serrao, compulsato da Torresani, per conto di Saluzzo abbia portato a pranzo Amara”.

Oltre alla registrazione segreta, in cui a parlare è principalmente Amara che continua a domandare a Serrao se avesse “mai parlato con nessuno” della “cena riservata io, te e Saluzzo”, il gip dà credito alla tesi del pranzo sempre negata da Saluzzo che, denunciando Amara per calunnia e sostenendo di non conoscerlo, ha parlato al massimo di un pranzo in cui vi era un avvocato da lui “non conosciuto”.

Nel decreto di archiviazione il giudice valorizza alcune dichiarazioni: quelle dell’imprenditore, ex giornalista, politico Dc, sindacalista e manager Paolo Torresani, nella cui casa si sarebbe tenuto l’incontro, che ha avuto rapporti con Saluzzo fino al 2018 perché la moglie del magistrato ha lavorato per lui quando era alto dirigente della Stet (Società Finanziaria Telefonica). Torresani ha confermato il pranzo interrogato il 21 luglio 2020 parlando di un fatto avvenuto “5-6 anni prima” e riferendo che Saluzzo avrebbe detto “che teneva molto a essere nominato Procuratore generale di Torino, in buona sostanza disse che chi tra noi a quel tavolo poteva spendere una parola buona la doveva spendere”. Amara disse che “aveva delle conoscenze all’interno della magistratura e poteva aiutarlo”. Antonio Serrao ha confermato il pranzo ma detto che fu Torresani a introdurre l’argomento nomina e non Saluzzo, dicendo di “poter arrivare” a una donna all’epoca consigliera del Csm.

Saluzzo, nel respingere le ricostruzioni, ha avviato un procedimento per calunnia contro Amara e il suo collaboratore Giuseppe Calafiore. Con il procuratore generale c’è anche Andrea Padalino, ex pubblico ministero in procura a Torino e oggi giudice al tribunale di Vercelli. Entrambi figurano nell’elenco delle persone (in tutto 65) che secondo i pm milanesi sono state calunniate perché indicate come affiliate alla fantomatica Loggia Ungheria, la cui esistenza non è stata nemmeno accertata dalle indagini. Saluzzo è rappresentato dall’avvocato Flavio Campagna, Padalino dagli avvocati Giovanni e Massimo Dinoia.

Falsità e vendette incrociate per aver bloccato alcuni appalti del socio. È la versione di Saluzzo, rispetto al fatto di essere indicato come uno degli “almeno tre magistrati” per i quali Amara si sarebbe attivato sfruttando “entrature al Csm” per farlo nominare nel gennaio 2016, come ha scritto il gip di Perugia Parlando a LaPresse, il Pg di Torino – che ha denunciato per calunnia Amara in tre Procure – racconta una vicenda della quale ha allegato documenti nella denuncia: ha “bloccato” alcuni appalti di servizi “per gli uffici giudiziari di Torino, la Corte di appello, la Procura Generale, il Tribunale e la Procura della Repubblica” assegnati alla Exit One dell’imprenditore Ezio Bigotti, faccendiere in rapporti di affari con Amara con il quale ha trascorso vacanze e feste assieme a spese proprie. Vicenda della quale, secondo Saluzzo, Amara si voleva vendicare.

Secondo Amara, invece, uno dei suoi punti di contatto con Saluzzo sarebbe stata proprio la moglie di Bigotti. Le consigliò di rivolgersi al Procuratore per risolvere problemi inerenti alla propria separazione dal marito. Secondo la moglie di Bigotti ciò non è mai avvenuto. Saluzzo ha invece ricordo di una donna sconosciuta che si presentò nel suo ufficio per questi motivi e che venne semplicemente consigliata di rivolgersi ad altri uffici del Tribunale di Torino. In merito all’incontro tra i due, il gip ha ritenuto “plausibile” che ci sia stato un pranzo fra Amara e Saluzzo proprio a questo scopo. Per il Procuratore è “falso” che Amara lo avrebbe aiutato nella nomina e non ha “alcun ricordo” di un “pranzo o una cena” con lui “anche se non escludo che a Roma qualcuno me lo possa aver fatto conoscere come accade spesso a questi incontri”. Saluzzo ritiene “impossibile”, per le circostanze storiche dell’epoca, che l’ex legale esterno di Eni lo abbia poi fatto su spinta dell’ex vicepresidente del Csm, Michele Vietti (da Amara indicato come uno dei capi della Loggia Ungheria e per questo denunciato), perché fra il 2014 e il 2016 Saluzzo e Vietti non si sono parlati proprio in seguito alla nomina a Procuratore ordinario di Torino. A Saluzzo fu preferito il magistrato Armando Spataro e secondo il Pg proprio Vietti sarebbe stato alla base di questa decisione. Per parlare con Cosimo Ferri “non avevo bisogno di Amara, lo conoscevo sicuramente meglio di lui”, spiega Saluzzo con riferimento all’ex capocorrente di Magistratura Indipendente.

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