VERSO IL VOTO

Affinità elettive e interessi Comuni, intese Pd e M5s alle amministrative

A braccetto (quasi) ovunque alle comunali del Piemonte sud. Accordi elettorali dall'Alessandrino al Cuneese, pensando alla Regione. Pronti a sfidare il governatore Cirio anche nel suo feudo di Alba, dove Bo è forte, ma non dire Gatto...

Mentre tra Roma e Torino si gioca la partita per alleanze e candidature alla Regione, nella più tranquilla provincia le manovre di avvicinamento tra Pd e 5 Stelle per le prossime comunali proseguono senza intoppi. A parole “prima i programmi e poi le persone”, nei fatti dem e grillini si preparano a correre insieme quasi ovunque. Se le differenze dono più marcate sui grandi temi, sul governo delle città le distanze sembrano accorciarsi e i dirigenti locali appaiono piuttosto motivati, se non altro non vogliono dare spazio al centrodestra.

Per il partito di Giuseppe Conte l’appuntamento con le urne è anche l’occasione per fare incetta di amministratori, vista l’attuale carestia. Per esempio, scorrendo l’elenco gli eletti nella Granda i pentastellati sono fuori dai Consigli comunali delle cosiddette “sette sorelle” e mantengono due scranni giusto a Busca, centro che a stento supera i 10mila abitanti. Tempo di invertire la rotta. L’anno scorso ci furono diversi tentativi, e all’ultimo anche l’allora ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone provò a chiamare i piddini per un’alleanza su Cuneo. Squillò a vuoto: al Pd non serviva, Patrizia Manassero arrivò blindata al ballottaggio poi vinto col 63%, mentre la grillina Silvia Cina non toccò neanche il 2%.

Oggi il quadro è diverso. Secondo i sondaggi i 5 Stelle sono il quarto partito del Piemonte, con una stima che varia a seconda degli istituti tra il 9 e il 13%, a un tiro di schioppo dalla Lega. E il loro tradizionale scarso appeal civico potrebbe pesare meno, visto che in cabina gli elettori troveranno anche la scheda per le Europee. Sarà per questo che i dirigenti dem hanno alzato la cornetta, ovunque tranne a Fossano, ma possono stare tranquilli: nessuna ripicca da parte dei contiani. Devono fare legna (piazzare eletti), e ai dem i loro voti servono per realizzare il sogno per quattro delle sette sorelle al voto nel 2024: “Tenere Bra e Saluzzo, strappare Alba e Fossano”.

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Nella capitale delle Langhe c’è da sconfiggere Carlo Bo, ancora incerto sulla ricandidatura, nome forte che vinse al primo turno nel 2019, oggi un po’ appannato. Nonostante le previsioni (e pure gli auspici di molti) il consigliere regionale Pd Maurizio Marello non tenterà di riconquistare la fascia, motivo per cui i dem locali si stanno muovendo sul suo ex assessore ai Lavori pubblici Alberto Gatto, che oggi ad Alba è consigliere. Ma non dire Gatto se non l’hai nel sacco, quindi attendono il “gradimento” pentastellato. Se Cirio coi tartufi conobbe Gorbaciov, Gatto più umilmente grazie al Barolo almeno ha una foto con Giuseppi.

A Bra il sindaco Giovanni Fogliato dovrebbe ricandidarsi ma ha qualche problema di comunicazione, cosa che potrebbe riequilibrare la sfida col centrodestra che si sta orientando sull’ex civico Sergio Panero, che nel 2019 senza partiti al seguito aveva ottenuto un buon 17%. Su Saluzzo l’attuale segretario provinciale Pd Mauro Calderoni lascerà al termine dei due mandati, e per il seguito si cercano nomi nella sua giunta: l’assessora al Commercio Francesca Neberti o il vicesindaco Franco Demaria. Una partita all’attacco aspetta i dem a Fossano, dove il centrodestra ricandiderà Dario Tallone, uomo legatissimo al senatore leghista Giorgio Maria Bergesio a cui pensano di opporre l’ex consigliere regionale Francesco Balocco.

Se nel Cuneese pesa lo squilibrio tra le due forze e l’attendismo, nell’Alessandrino le relazioni tra gialli e rossi sono al settimo cielo dopo la vittoria di Giorgio Abonante a giugno 2022, incassata giusto un mese prima della catastrofica rottura del campo largo tra Conte ed Enrico Letta. Infatti, nessuno si è sorpreso quando venerdì scorso, all’incontro sulla Sanità organizzato a Tortona (dove si voterà nel 2024 insieme a Casale e Ovada) dal consigliere regionale 5 Stelle Sean Sacco, è passato a fargli visita il segretario del circolo Pd Gianfranco Agosti. “Gli ha portato i miei saluti”, plaude il segretario provinciale Giordano Otello Marilli che spiega come il Pd si ponga da federatore, non da egemone: “Non siamo un partito che vuole bastare a sé stesso. Siamo sul territorio con forze civiche, volontariato e associazionismo. Abbiamo allargato anche ai 5 Stelle, e rivendico quel percorso”.

Un’apertura, seppur più guardinga, arriva anche dal suo pari grado nei 5 Stelle Andrea Cammalleri, che sottolinea come “deciderà il gruppo territoriale”, struttura che tra l’altro al momento neanche esiste. Ma aggiunge che “l’accordo si fa sulla base di un programma condiviso, ricalcando il percorso di Alessandria”. Non sembra difficile: basterà seguire le istruzioni che nel capoluogo hanno portato il Movimento a incassare l’assessorato ai Lavori pubblici per Michelangelo Serra senza neanche raggiungere il 4% dei consensi.

Al di là di Ovada, dove il Pd governa con Paolo Lantero ed è storicamente forte, le altre due sfide sono ardue. A Casale Monferrato Federico Riboldi, da poco promosso vicecoordinatore regionale di Fratelli d’Italia, ha stravinto nel 2019, così come Federico Chiodi a Tortona. Eppure, i democratici hanno governato entrambi i centri dal 2014 al 2019, e il vento nazionale avrà influito. In particolare, a Tortona i dem erano al comando con Gianluca Bardone, che dopo aver fallito la riconferma oggi è in Italia Viva. Al momento il partito di Matteo Renzi è l’unico con un candidato per il 2024: il xeo del gruppo Entsorga Francesco Galanzino. “Hanno spaccato ancora di più la sinistra”, lo contesta un consigliere tortonese d’opposizione. Difficile che un buon renziano non lo prenda come un complimento.