Stanare la Cgil

In un paese in cui il populismo e il leaderismo creano la disintermediazione sociale, le parti sociali, i sindacati confederali non sono in grado di mediare fra loro per una proposta “alta”. Cosa intendo? Oggi le piattaforme unitarie sono la somma di tre piattaforme, quella della Cgil, della Cisl e della Uil per cui poi, all’atto pratico, ognuno al tavolo unitario porta avanti le sue proposte.

La piattaforma “alta” anziché la somma di tre piattaforme deve essere la sintesi e la mediazione al massimo rialzo sul piano dei contenuti. È ovvio che per realizzare ciò ci va un gruppo dirigente forte che sappia cogliere il potenziale delle idee altrui inglobandole insieme alle proprie. Invece ognuno persegue dentro l’elenco infinito di richieste inserite nella piattaforma unitaria il suo obiettivo con un gioco di sponda politica con o contro il Governo che vanifica l’iniziativa unitaria ma anche quella delle singole organizzazioni.

Faccio un esempio di proposta “alta”.  Se si capisse reciprocamente l’importanza di avere i lavoratori rappresentati nei consigli di amministrazione e comitati di gestione come prevede la Costituzione e come richiede la Cisl, ma con la consapevolezza che per ottenere questo non ci può che essere la strada che definisce i livelli di rappresentatività delle singole organizzazioni come chiede la Cgil, allora avremo una sintesi e non una somma, ottenendo così una proposta “alta”.

Da oltre dieci anni sono l’unico cislino che sostiene la necessità di una legge sulla rappresentanza che farebbe solo bene alla Cisl e oltretutto stanerebbe la Cgil da una posizione di rendita che le dà solo vantaggi. Quali paure si hanno? Che risulti la Cgil il maggiore sindacato italiano vicino al 50% della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro? A parte che lo sappiamo già tutti che è così. Ma senza una legge, oggi questa è la forza della Cgil, con una legge sarebbe la sua debolezza e la nostra forza. Nel momento in cui la legge ti assegna una maggioranza, con regole precise da seguire, se sei il sindacato maggioritario devi decidere, sempre, cosa fare: guidare, orientare, firmare o non firmare gli accordi. Una responsabilità enorme. Non ci sarebbero più alibi per la Cgil e sapete quanto è per loro faticoso essere “allo scoperto”, dover decidere ad esempio l’esito di una vertenza senza avere un alibi dietro cui nascondersi, un nemico a cui addossare colpe e responsabilità. Un esempio? Quando il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, propose ai sindacati l’ingresso di un lavoratore nel cda di Gtt, dopo una lunga esitazione iniziale abbiamo detto sì come Cisl, la Cgil, con Giorgio Airaudo, si è schierata contro e la Uil ha addotto problemi normativi. Inoltre le altre tre sigle sindacali autonome erano contrarie.

Ecco l’altro punto, una legge sulla rappresentanza risolverebbe il problema dei contratti pirata firmati da sindacati e sigle assolutamente prive di rappresentanza che, ci dice il Cnel, sono superiori ai contratti firmati da Cgil-Cisl-Uil ma rappresentano un infimo numero di lavoratori. Eviteremmo anche a Maurizio Landini il fastidio di sedersi al tavolo verde di Palazzo Chigi con novanta sigle e associazioni varie.

Una proposta “alta” alla Cgil dicendole facciamo la legge sulla rappresentanza e insieme quella sull’applicazione dell’art 46 della Costituzione sarebbe una scelta coraggiosa e porrebbe di fronte alla Cgil una sfida impegnativa. Se accetta ne esce rafforzato il Sindacato Confederale con una vera svolta politica perché metteremmo sul tavolo due proposte pesantissime che scuoterebbero il quadro politico dando più e nuovo ruolo al sindacato. Temo purtroppo che la Cgil proverebbe a sfilarsi perché la Cgil landiniana ha in sé non solo l’idea dell’egemonia sindacale e ora anche dell’annessione del PD schleiniano ma perché nella sua filosofia movimentista, ben lontana dall’idea dei padri costituenti, Landini sa bene che ogni pur piccola regola imprigionerebbe la Cgil. Una proposta “alta” della Cisl, anche se respinta, anzi se respinta chiarirebbe di molto il quadro sindacale e farebbe crollare un po' di ipocrisia unitaria dietro cui tanti sindacalisti si nascondono per non assumersi responsabilità. Darebbe molto più valore alla nostra proposta sull’art. 46 della Costituzione perché avere dei rappresentanti dei lavoratori nei CdA sarebbe una delle forme più alte di partecipazione perseguite dalla Cisl.

Prima però dobbiamo rispondere a una domanda: quale Cisl siamo?

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