FINANZA & POTERI

Lo Russo stringe sulla Compagnia e tra i papabili spunta Gilli

Per ora è solo una voce, seppur "sfuggita" dal cerchio magico del sindaco. L'ex rettore del Politecnico, oggi addetto scientifico a Washington, potrebbe nuovamente succedere a Profumo: questa volta alla guida della fondazione San Paolo

È ancora dalle parti di corso Duca degli Abruzzi che occorre guardare per cercare indizi sul possibile futuro presidente della Compagnia di San Paolo. E non soltanto perché uno dei più accreditati alla successione di Francesco Profumo è l’ancora per poco rettore del PolitecnicoGuido Saracco, impegnato in un duello a distanza con l’economista Giorgio Barba Navaretti, torinese di origine con parentela illustre (è lo zio di John Elkann) e legato al Collegio Carlo Alberto ma milanese per docenza e adozione.

Per ora nulla più di una voce, sia pure proveniente dal suo ristrettoinner circle, riferisceche il sindaco Stefano Lo Russo,cui spetta per prassi indicare il presidente della fondazione di corso Vittorio Emanuele, avrebbe in testa un nome che rimanda ancora una volta all’Ateneo in cui peraltro lui stesso insegna. Non Saracco, col quale permangono rapporti non idilliaci a malapena mascherati dal bon ton istituzionale, bensì il suo predecessore, colui che prese il timone del Poli da Francesco Profumo, quando nel 2012 il Magnifico in carica e attuale presidente della Compagnia divenne ministro del governo e Monti: Marco Gilli.

Torinese, classe 1965, professore ordinario di Elettrotecnica, prorettore durante il mandato di Profumo, il più giovane dei rettori al momento della sua elezione, attualmente è addetto scientifico presso l’Ambasciata d’Italia negli Stati Uniti, incarico ricevuto subito dopo aver terminato i sei anni da rettore. Un lunghissimo curriculum internazionale, numerosi premi e riconoscimenti, non ultimo il prestigioso incarico diplomatico a Washington, Gilli ha sempre mantenuto un forte legame con Torino e il Piemonte e il suo attuale ruolo non può certo annoverarlo tra i cervelli in fuga. Nonostante questo Lo Russo non ha mai nascosto il suo proposito di riportarlo sotto la Mole. E quale migliore e prestigiosa occasione se non la nomina alla guida della Compagnia per motivare l’agognato (al sindaco) ritorno del rettore che l’ha messo in cattedra? Su di lui pare che lo stesso sindaco avesse fatto più di un ragionamento per il vertice di Iren, poi sfumato per lo scarso potere rivelatosi in capo a Palazzo di Città nella partita.

Dalle voci, pur accreditate, si passerà a una candidatura formale nel percorso verso la successione a Profumo, accelerato da quest’ultimo per potersi garantire i tempi necessari alla probabile designazione, nel 2025, alla presidenza di Intesa Sanpaolo, assumendo la carica oggi di Gian Maria Gros-Pietro?

I giochi si sono aperti ormai da mesi e quelli che mancano alla designazione non sono poi molti. Tuttavia i grandi elettori, incominciando proprio dal sindaco, tengono ancora le carte coperte, strategia necessaria soprattutto al primo cittadino per garantirsi quegli appoggi, ovvero quei voti, necessari ad evitare a dir poco disdicevoli inciampi, arrivando a una candidatura la più ampiamente condivisa e sostenuta. Indiscrezioni provenienti da Palazzo Tursi parlano di un accordo sostanziale già raggiunto con il sindaco di Genova, Marco Bucci, per indirizzare il pacchetto dei consensi liguri. Chissà.

Sfumati alcuni nomi, come quello dell’economista Pietro Garibaldio dell’attuale chief financial officer della Compagnia Carla Patrizia Ferrario, ancora, del notaio Andrea Ganelli, che pure resta sul tavolo del sindaco più per dovere di riconoscenza che per reale convinzione, siamo al giro di boa (e al vaglio determinante del potentissimo ceo della banca controllata Carlo Messina). Al duo Saracco-Barba Navaretti si aggiungeranno altri nomi? Probabile. E Gilli potrebbe essere l’asso nella manica del primo cittadino.

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