CALCIO & FINANZA

Bianconeri in rosso di 123 milioni. Juventus: non vendiamo (per ora)

I conti all'assemblea degli azionisti. Indebitamento finanziario di 339 milioni dovuto in particolare ai mercati precedenti e all'acquisto della sede della Continassa e del Training Center. Perdite dimezzate rispetto al 2022. Ma c'è chi si augura la cessione

Il risanamento della Juventus ha dato i suoi primi frutti. Aumentano i ricavi, le perdite sono dimezzate anche se il rosso è ancora di 123 milioni di euro. Tanti ma molti meno rispetto ai 238 milioni  dell’anno scorso. Al 30 giugno le entrate si attestano a 507,7 milioni (+14,5%), i costi scendono a 427,6 milioni (-8,7%). “Nel conto economico c’è stata una crescita dei ricavi di circa 64 milioni e un abbassamento dei costi di oltre 41 milioni che migliorano il risultato netto di 120 milioni rispetto alla stagione precedente”. Parte da qui l’amministratore delegato della Juventus, Maurizio Scanavino, durante l’assemblea degli azionisti all’Allianz Stadium.

“Se analizziamo nel dettaglio i ricavi si registra una crescita significativa dei ricavi da stadio e della gestione dei calciatori che compensano il calo dei diritti tv, in particolare per quello che riguarda le competizioni europee – ha aggiunto –. L’analisi dei costi evidenzia un risparmio significativo, 40 milioni derivano dalla gestione del personale tesserato e dagli oneri annessi, questo nonostante l’obiettivo del mantenimento di una rosa altamente competitiva”. A proposito del mercato “l’effetto più significativo è stato l’ingresso di Weah, un giovane di talento e di grande potenziale”, mentre in uscita c’è stata “l'operazione Zakaria”. Nello stesso periodo “sono stati fatti rinnovi importanti per consolidare l'ossatura della squadra, e mi riferisco in particolare a Danilo e Rabiot”, aggiunge Scanavino soffermandosi poi sull’arrivo di Cristiano Giuntoli, “la cui storia di successo e il curriculum parlano da soli, basta ricordare le imprese fatte dal Carpi e recentemente dal Napoli”. Infine “abbiamo avuto un ottimo risultato dalla campagna abbonamenti, con una crescita del 7% rispetto all'anno precedente e un totale di 17mila abbonamenti – ha spiegato – Recentemente abbiamo lanciato una nuova campagna abbonamenti per il girone di ritorno che sta dando buoni risultati”.

Intanto si attende la sentenza sulla Superlega in calendario per il 21 dicembre. “Abbiamo espresso la nostra posizione in un comunicato stampa, la Juve è uscita dal progetto Superlega: abbiamo fatto come altre squadre, scegliendo di recedere il contratto” ha detto il presidente Gianluca Ferrero. Affrontate anche le tematiche legate a Nicolò Fagioli, squalificato per scommesse, e a Paul Pogba, fermato per doping. “Siamo dispiaciuti per quanto accaduto ai nostri giocatori e ribadisco quanto già comunicato su Fagioli, lo supportiamo nel suo percorso tecnico e formativo e il rinnovo di contratto va in questa direzione. Pogba? Non ci sono novità, siamo in attesa del processo per doping e vedremo quali sviluppi ci saranno” ha detto Ferrero.

Il presidente Ferrero ha ripercorso la storia recente e fatto il punto sui procedimenti sportivi – sia in Italia che a livello Uefa – legati al caso delle plusvalenze incrociate e della manovra stipendi (che hanno portato alla penalizzazione di 10 punti nella passata stagione e a una sanzione da 700mila euro in Italia, e – a livello Uefa – all’esclusione delle coppe e una multa da 10 milioni). “Quest’anno la squadra c’è e sta correndo: nel prossimo turno ci sarà una partita straordinaria, siamo sicuri di tornare a giocare le coppe” ha concluso il numero uno del club. “Scriveremo altre pagine di storia di questa gloriosa società e per quanto riguarda il provvedimento dell’Uefa, ci siamo adeguati a quanto deciso rinunciando alla Conference League: non ci saremmo potuti permettere due o tre anni senza coppe europee. Le sentenze si rispettano, ci siamo difesi nelle sedi competenti e se mi dite che abbiamo calato le braghe, dico che abbiamo pagato 700mila euro e abbiamo chiuso la partita”. Non tutti però pare condividano l’ottimismo del presidente. “Spero che la Juve venga venduta, sperando che i nuovi proprietari non siano arabi, cinesi o rabbini”, ha detto un piccolo azionista rompendo il clima di melassa. Un argomento, quello della vendita del club, prontamente escluso da John Elkann: “Le ipotesi ventilate sulla cessione della Juventus sono destituite di ogni fondamento”. Per ora.

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