POLITICA & GIUSTIZIA

Premi irregolari ai dirigenti, paga il sindaco

Il caso a Grugliasco, nell'hinterland di Torino. La Corte dei Conti condanna l'ex primo cittadino Montà e l'allora segretario generale, ma individua nei vertici della macchina burocratica i principali responsabili per la gestione illecita dei salari accessori

Condannati l'ex sindaco e l'allora segretario generale, assolti gli assessori. È la sentenza della Corte dei Conti sui premi ai dirigenti elargiti dal Comune di Grugliasco in modo forfettario e senza tenere conto degli obiettivi raggiunti, come invece prevede la norma. Un modus operandi che si è protratto per anni nel tentativo di “non creare elementi di frizione fra i dirigenti stessi” e “contribuire a un miglioramento del clima organizzativo” aveva spiegato agli investigatori l’allora responsabile delle Risorse Umane Raffaele Murano, che poi è uscito dal procedimento liquidando la sua parte attraverso il rito abbreviato, così come i colleghi Roberto Mosca, Celestina Olivetti e Anita Comparin. E hanno fatto bene, poiché la sentenza indica proprio nei vertici della macchina burocratica i principali responsabili di una condotta illecita (oltreché gli unici beneficiari), piuttosto che nella politica.

Le contestazioni sono relative agli anni tra il 2016 e il 2021, quando il primo cittadino era Montà. Proprio lui è stato condannato a rifondare il Comune per 19.889 euro, stessa cifra che dovrà versare anche Luca Costantini, all’epoca dei fatti segretario generale. Montà paga per tutta la sua giunta: a lui “sono ascrivibili, per colpa grave le conseguenze di un comportamento gestionale in palese e macroscopico contrasto con la legge” si legge nella sentenza. Lo stesso dicasi per l’ex segretario generale Costantini, le cui responsabilità sono dettate dal ruolo che ricopre e dai “compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli organi dell’ente”.

Tutto prende il via da una ispezione del Mef avvenuta all’inizio del 2020, durante il secondo mandato di Montà. Tra i rilievi fatti dagli ispettori del Ministero dell’Economia, ripresi dalla Corte dei Conti, ci sono anche alcune gravi mancanze formali a partire dal fatto che, tra il 2015 e il 2018, non sono stati stipulati “i contratti individuali dei dirigenti” in difformità da quanto previsto dalla norma secondo cui “tutti gli incarichi di direzione degli uffici delle amministrazioni dello Stato (…) sono conferiti a tempo determinato” e “sono definiti contrattualmente, per ciascun incarico, l’oggetto, gli obiettivi da conseguire, la durata dell’incarico (…) nonché il corrispondente trattamento economico”. E invece a Grugliasco il salario accessorio dei dirigenti veniva stabilito a priori senza neanche un contratto che lo regolasse e degli obiettivi a cui ancorare i “premi”. Tutti i dirigenti prendevano 30mila euro di salario accessorio, oltre naturalmente alla parte fissa stabilita dalla norma nazionale. Non solo: questa decisione è stata presa senza consultare i Revisori dei conti dell’ente che si sarebbero dovuti esprimere “sulla compatibilità delle risorse destinate alla remunerazione accessoria con i vincoli di bilancio”. Per far contenti tutti i suoi dirigenti, inoltre, il Comune aveva deciso di integrare il fondo destinato al salario accessorio, dopo il pensionamento di una dirigente, nonostante il numero dei suoi dipendenti fosse rimasto lo stesso, solo per mitigare una decurtazione stabilita a livello nazionale. Una scelta politica avallata, se non addirittura ispirata, dalla burocrazia cittadina.

“Una sentenza che fa chiarezza rispetto alle responsabilità di quanto accaduto” dice il sindaco Emanuele Gaito, sollevato da ogni addebito come tutti gli assessori di allora (Gabriella Borio, Raffaele Bianco, Emanuela Guarino, Luca Mortellaro, Pietro Viotti ed Elisa Martino). Ed è lo stesso primo cittadino che se la prende con quel “giacobinismo da quattro soldi, alimentato da personaggi della politica locale, che ha portato molti cittadini a pensare addirittura che noi ci fossimo intascati dei soldi. Accusa che non è mai stata neanche ipotizzata”.