VERSO IL VOTO

Pd-M5s, fumata grigia in Piemonte (perdono tempo per prendere tempo)

L'incontro tra i vertici dei due partiti dura due ore, si rivedranno il 17 gennaio. Grillini all'attacco: "Nei Comuni non appoggiate mai i nostri candidati e a Cuneo sostenete l'ex collaboratore di Cirio". I dem abbozzano ma tutto è appeso all'Appendino

La fumata non è nera e neanche bianca. Anzi, a dirla tutta l’incontro odierno tra Pd e Movimento 5 stelle non è stato manco un conclave. Al netto delle buone intenzioni, di cui com’è noto è lastricata la strada che porta all’inferno, nessun passo in avanti è stato compiuto: l'unica certezza è che s’incontreranno di nuovo il prossimo 17 gennaio. Resta in stand by la composizione del campo largo in vista delle prossime regionali in Piemonte. Ci vorranno ancora (almeno) due settimane per capire se i due principali partiti di opposizione al governo di Giorgia Meloni affronteranno insieme Alberto Cirio. Del famigerato “programma”, pilastro, a parole, di ogni buon accordo neanche hanno iniziato a discutere. 

     

L’incontro si è svolto nella sede della Fondazione Amendola: il cronista dello Spiffero – che aveva saputo in anticipo la location – si intrufola il tempo di scattare qualche foto, poi viene invitato a uscire. Gli unici in streaming sono i rappresentanti romani dei due partiti, la viceConte Paola Taverna e Davide Baruffi, referente per gli Enti Locali del Nazareno. Già nella composizione delle due delegazioni si intravvedono le strategie dei protagonisti di questo vertice. Quelli presenti e quelli assenti. Il deputato pentastellato Nino Iaria è evidentemente l’orecchio di Chiara Appendino, colei che avrà la penultima parola sul dossier Piemonte e che forse non si fida troppo della “vicaria” Taverna. Così come la presenza della capogruppo dem in Sala Rossa Nadia Conticelli pare il tentativo del segretario regionale Mimmo Rossi (bonacciniano) di avere al tavolo anche una supporter di Elly Schlein in modo da condividere le responsabilità qualora alla fine (come molto probabile) le trattative dovessero mettersi male.

Sullo sfondo l’ennesimo disperato appello del deputato di Sinistra Italiana Marco Grimaldi, che dopo aver tentato invano di officiare le nozze tra le due Chiara di M5s e Pd, Appendino e Gribaudo, nell’incontro clou della sua festa di partito, ora alza il tiro contro chi mina il campo largo: “Dobbiamo batterli per il bene di Torino e del Piemonte. Chi non capisce questo è in malafede o davvero non si merita di guidare le opposizioni in Piemonte così come nel Paese”.

Durante l'incontro le stilettate arrivano tutte dalla pattuglia pentastellata. La coordinatrice regionale e capogruppo a Palazzo Lascaris Sarah Disabato fa notare come negli ultimi tre anni “siamo sempre stati noi a sostenere i vostri candidati alle comunali e mai viceversa”. Gli ultimi, in ordine di tempo, i casi di Ivrea e Pianezza dove M5s e Pd si sono presentati insieme, mentre a Orbassano “dove avevamo chiesto di convergere su un nostro rappresentante” il Pd ha risposto ciccia. E che dire del fatto che ad Alessandria, il sindaco campione del campo largo Giorgio Abonante, nelle prossime ore annuncerà il suo rimasto di giunta in cui porterà Giovanni Barosini (Azione) in giunta con il ruolo di vicesindaco? Il tutto con buona pace dei suoi alleati a cinque stelle, relegati in posizione marginale. 

Quando la parola passa a Ivano Martinetti, vicepresidente del Consiglio regionale, l’attenzione si sposta sulla provincia di Cuneo dove “il Pd sostiene l’ex collaboratore di Alberto Cirio”. Il riferimento è a Luca Robaldo, sindaco di Mondovì e presidente della Provincia, ex capo della segreteria del governatore e oggi tra coloro che si stanno spendendo maggiormente per mettere in piedi la lista civica del governatore nella Granda. E per fortuna Martinetti non sa che lì al Pd era pure stata promessa la vicepresidenza, prima che Robaldo tornasse sui suoi passi e lasciasse il povero segretario dem Mauro Calderoni con un pugno di mosche in mano. Se le accuse di Appendino al suo successore Stefano Lo Russo, accusato di essere “il principale promoter di Cirio”, accendevano un faro sulle dinamiche torinesi e indirettamente sul candidato Daniele Valle, l’attenzione posta su Cuneo tira in ballo l’altro possibile numero uno della coalizione progressista in Piemonte, cioè la deputata Chiara Gribaudo, da Borgo San Dalmazzo. Proprio dalla provincia di Cuneo potrebbe arrivare la prima mano tesa del Pd ai Cinquestelle, dal momento che lì vanno al voto due città importanti come Alba e Fossano: i dem sarebbero disposti a fare un passo indietro a favore di un rappresentante grillino in segno di buona volontà? “Rilevo che ci sono delle criticità sui temi locali ma sono motivata ad andare avanti” ha concluso Taverna; parole di ben altro tono rispetto a quelle con cui un tempo appellava i piddini: “Mafiosi, merde, dovete morire…”.  Ma c’è tempo per rimediare.

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