FINANZA & POTERI

Compagnia di (s)ventura, Messina pialla Remmert

L'ex presidente verga un articolo al vetriolo contro i "professori" al vertice della fondazione San Paolo. Scrive quello che in molti a Torino sussurrano: "Basta con gli ex rettori del Poli". Il ceo lo strapazza: "Parla a titolo personale" e si appresta a ricevere Cirio e Lo Russo

Luca Remmert “parla a titolo personale e non come presidente di Neva”, società controllata da Intesa Sanpaolo. Interpellato a margine del World Economic Forum di Davos, il ceo della banca Carlo Messina prende le distanze dall’imprenditore torinese, in passato alla guida della fondazione di corso Vittorio Emanuele nel breve interregno seguito alle dimissioni dell’allora presidente Sergio Chiamparino, all’epoca temporaneamente parcheggiato nell’ente prima di diventare governatore del Piemonte. Un articolo che, già nel titolo della Stampa – “Troppi prof nella Compagnia di San Paolo. L’indicazione del sindaco non è vincolante” – è entrato a gamba tesa nella delicata fase del rinnovo degli organi, prendendo una posizione netta. Remmert nella partita per il vertice che, al momento, sembra vedere in pista un paio di ex rettori (o quasi) del Politecnico (Marco Gilli e Guido Saracco) e due esponenti del mondo delle professioni (il presidente dell’Ordine dei commercialisti Luca Asvisio e il notaio Andrea Ganelli), esprime la sua decisa contrarietà all’ipotesi che sulla poltrona di Francesco Profumo si sieda uno dei suoi successori al timone dell’Ateneo di corso Duca degli Abruzzi.

Nello scritto, giusto per essere ancor più chiaro, sottolinea il ruolo del sistema delle Camere di commercio nel processo di nomina del presidente della Compagnia (“6 voti”) e, quanto all’influenza del sindaco di Torino nella scelta, afferma che “non è una novità” ma evidenzia che “non è sancito da alcuna norma statutaria che questo orientamento debba essere determinante o addirittura decisivo”. Opinione, va detto, ampiamente condivisa dal sistema economico e produttivo della città, ma espressa con toni inusuali non solo per le liturgie da sempre in uso nei salotti della finanza ma giudicati scomposti secondo i canoni dell’understatement sabaudo.

“Io ho e avrò il massimo rispetto delle scelte del sindaco di Torino, del governatore del Piemonte e di tutte le autorità e istituzioni coinvolte e lo stesso vale ovviamente per Intesa Sanpaolo”, aggiunge Messina dopo aver sottolineato che i giudizi di Remmert sono espressi “a titolo personale”. Una sportellata in faccia all’ex presidente, che potrebbe avere conseguenze sulla sua futura collocazione all’interno del gruppo, ma soprattutto un avviso – esplicito, come forse non avrebbe voluto – a tutti gli improvvisati “naviganti” che si stanno lanciando nella traversata del rinnovo della Compagnia. Al suo rientro da Davos, domani, fisserà con i vertici di Comune e Regione (Stefano Lo Russo e Alberto Cirio) l’incontro che peraltro era già in predicato prima della sua partenza. Rosa di nomi sul tavolo, curriculum nelle mani e, soprattutto, una precisa idea di cosa dovrà essere la fondazione nei prossimi anni: ogni ingerenza esterna verrà respinta. Come si è visto, con perdite.

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