VERSO IL VOTO

Lo Russo: "Il faro è il programma" (con un occhio all'amico Cirio)

Il sindaco Pd si tiene a debita distanza dal tavolo con il M5s. Non raccoglie le provocazioni di essere la quinta colonna del governatore. Invita a fare presto, costruendo una coalizione su proposte chiare e convincenti

“Osservo con doveroso rispetto il dibattito all'interno dei partiti e tra i partiti e auspico che il centrosinistra, il Pd e i suoi alleati, possano individuare quanto prima – oltre che la candidata o il candidato – il perimetro della coalizione intorno al programma”. Stefano Lo Russo si tiene a distanza di sicurezza dal tavolo apparecchiato da Pd e M5s sulle regionali in Piemonte, imperturbabile anche di fronte a quanti lo indicano come uno degli ostacoli sulla strada di quell’alleanza tra le due forze di opposizione ai governi di Giorgia Meloni e di Alberto Cirio.

Non raccoglie la provocazione né tantomeno l’accusa, quella che gli viene mossa da alcuni esponenti pentastellati, in primis Chiara Appendino, di aver portato ben oltre la “concordia istituzionale” il suo rapporto con il governatore del centrodestra. “Mi pare infatti il programma – ha aggiunto il sindaco Pd del capoluogo piemontese a margine di un incontro stampa sulla metro 2 – il faro centrale del perimetro della coalizione che dev’essere definito e deve essere molto chiaro, con scelte comprensibili per gli elettori per presentarsi ai piemontesi per provare a conquistare la guida della regione Piemonte”. Una strada da lui percorsa due anni fa nella competizione che l’ha portato al piano nobile di Palazzo civico. Senza i grillini.

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