POLITICA & GIUSTIZIA

"I nemici coprono la verità". Pozzolo cita don Bosco perché qualcuno intenda

Il messaggio in codice dell'onorevole pistolero indagato per lesioni colpose e porto d'armi abusivo dopo la "notte di fuoco" di Capodanno. Lui continua a dichiararsi innocente ma sulla vicenda gli investigatori non hanno ancora chiarito la dinamica dello sparo

“In tempi difficili in cui i nemici della luce si adoperano per coprire la verità bisogna vivere con i piedi per terra e con il cuore abitare nel cielo”. Lo diceva don Bosco e lo ripete oggi, nella ricorrenza del Santo dei giovani, Emanuele Pozzolo, il parlamentare di Fratelli d’Italia dalla cui pistola è partito il colpo che nella notte di Capodanno ha ferito uno dei partecipanti al veglione organizzato a Rosazza, nel Biellese. Che siano tempi difficili per il deputato vercellese – indagato per lesioni colpose aggravate, accensioni pericolose e omessa custodia di armi, e successivamente per porto abusivo di armi – non c’è dubbio, qualcuno in più è su cosa abbia voluto dire con questa citazione, comparsa sui social dopo settimane di silenzio. Un messaggio in codice? Un richiamo a “quanti si adoperano per coprire la verità” a dare la versione veritiera su ciò che è successo quella notte?

Pozzolo, che finora si è sempre dichiarato non colpevole, continuando a ripetere di non aver fatto partire lui il colpo di pistola che ha ferito l’elettricista 31enne Luca Campana, genero di Pablito Morello, caposcorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, anch’egli tra i partecipanti alla festa ma che non sarebbe stato presente al momento dell’incidente. Una versione, quella del politico biellese, che sembra non convincere tutti – Matteo Renzi, ad esempio, è convinto che “qualcuno stia mentendo” – e che, a quanto lascia intendere lo stesso Pozzolo, non corrisponderebbe fedelmente a quanto accaduto.

Nel frattempo, dall’inchiesta trapelano alcune indiscrezioni. Secondo gli inquirenti il parlamentare potrebbe aver inavvertitamente toccato il cane della pistola. Questa l’ipotesi che la procuratrice Teresa Angela Camelio avrebbe formulato: sarebbe stato Pozzolo a sparare, ma per errore. Una possibilità, ancora non confermata, è che il deputato stesse maneggiando la pistola, per smontare il tamburo e disarmarla. A questo punto potrebbe aver inavvertitamente armato il cane facendo poi partire il colpo che ha ferito alla gamba Campana. La consulente della procura Raffaella Sorropago, che lavorerà alla seconda parte della perizia non appena saranno terminate le analisi del Ris, dovrà verificare la fondatezza dell’ipotesi investigativa. Poi parlerà Pozzolo.

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