IN PIAZZA

"Cisl autonoma, anche da Landini", ma in Piemonte è a rimorchio

Il capo della Cgil offende i cugini: "Si sono presi un colpo di fulmine per il governo". Sbarra replica: "Il tuo è un colpo di sole, dettato dalla volontà egemonica". Però sullo sciopero per Mirafiori è caduto nella trappola di Airaudo e compagni

Scambia unità per egemonia. Luigi Sbarra, leader della Cisl, rispedisce al mittente le affermazioni di Maurizio Landini che dal palco della Leopolda nel proclamare uno sciopero contro le morti sul lavoro ha criticato la scelta della Cisl, senza nominarla, di non mobilitarsi con Cgil e Uil: “Se qualcuno si è preso un colpo di fulmine per il governo mi dispiace molto per lui. Noi dobbiamo rispondere ai bisogni che le persone hanno e andremo avanti”. La replica di Sbarra, non si è fatta attendere: “L’unico colpo di fulmine di cui la Cisl si vanta, e dal 1950, è quello che l’ha fatta innamorare della sua autonomia, della libertà, del riformismo e della lontananza dall’ideologia. È il segretario della Cgil che forse è vittima di un colpo di sole, date le temperature in aumento. A Landini vorrei dire che ci vuole serietà e soprattutto rispetto per una grande organizzazione come la Cisl. Una comunità di milioni di persone in mobilitazione da mesi, che non accetta egemonie da parte di nessuno, che non ha governi amici né nemici, che sa ragionare con la propria testa”.

Al netto della critica che arriva da un’organizzazione, la Cgil, che da cinghia di trasmissione del Pci si è via via trasformata in soggetto politico della sinistra, non stupisce la considerazione che dell’unità sindacale ha il compagno Landini: un valore solo quando è sotto l’egida e l’egemonia della Cgil. Precisamente quello che accade in Piemonte dove, nel caso della mobilitazione della triplice su Mirafiori proclamato per il 12 aprile, la Cisl è cascata nella trappola dei cugini.

Come ha messo in evidenza sullo Spiffero Claudio Chiarle, storico leader dei metalmeccanici della Fim: “Se si vuole fare davvero un’alleanza sul territorio per difendere un bene comune come Mirafiori, non si propone uno sciopero ma un’iniziativa che possa attrarre anche i soggetti sociali più distanti. Un passo indietro per farne due in avanti (così rovesciamo anche il titolo del saggio di Lenin del 1904) significa uscire dagli schemi classici del sindacato, in particolare Cgil e Fiom, lo sciopero come priorità per, invece, proporre un’iniziativa a cui nessun soggetto sociale possa sottrarsi”. Ma c’è di più, a testimonianza dell’uso strumentale da parte di Landini e compagni della vertenza su Stellantis: “Purtroppo, non si è capito che l’iniziativa ha altre finalità, bastava leggersi almeno un quotidiano in questi giorni in cui Landini lancia la mobilitazione nazionale permanente insieme a decine di associazioni contro il premierato, l’autonomia differenziata e quant’altro. Ci vuole poco a capire che lo sciopero di metà aprile cioè a un mese e mezzo dalle elezioni europee e regionali serve alla Cgil per altri scopi a cui noi, sindacati, ci siamo accodati. D’altra parte, se le iniziative unitarie sono sempre accompagnate da un’intervista al segretario della Cgil regionale, mi chiedo dove siano e quale livello di attenzione abbiano Cisl e Uil e i suoi addetti stampa. È ben chiaro che la proposta ha una sua valenza ed egemonia che mette Mirafiori nel calderone della strategia movimentista a guida Cgil non dandolo più come prioritario: uno strumento ma non il fine con buona pace dei lavoratori”. In gergo sindacalese si dice: “ci siamo fatti portare in braccio” e il bellissimo sciopero unitario del 12 aprile a cui alcuni giornalisti hanno dedicato titoli del tipo “da undici anni non c’era uno sciopero unitario”, diventa lo sciopero di Cgil e Uil a cui la Cisl e le altre organizzazioni sindacali si accodano. “È questa l’unità sindacale che vogliamo in Cisl?”.

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