PRIMARIE A 5 STELLE

Grillo, prossimamente in Parlamento

A Torino stravince Castelli. Con lei dovrebbero approdare a Roma anche il No Tav Scibona, e poi Chimienti, Airola, Bechis e Della Valle. La sfida tra Bono e Bertola finisce sostanzialmente in pareggio. Exploit della Granda (territorio di Biolè) nel Piemonte 2

Le Parlamentarie del Movimento 5 Stelle hanno espresso il loro insindacabile responso. Tanti sono risultati annunciati, anche se non manca qualche sorpresa, scaturita dai seggi virtuali cui si sono recati circa un migliaio di torinesi (la somma dei voti fa 2800 e ognuno aveva la possibilità di esprimere tre preferenze).

 

La capolista alla Camera per il Piemonte 1 sarà Laura Castelli, 26 anni, staffista del consigliere regionale Davide Bono, di cui è la più stretta collaboratrice: è stata la più votata con 273 preferenze. Da Palazzo Lascaris partiranno alla volta di Roma anche il No Tav Marco Scibona di Bussoleno, terzo classificato con 145 voti, e il rivolese Ivan Della Valle, sesto a quota 141. In seconda posizione Silvia Chimienti di Castiglione Torinese (180 voti), una delle outsider della vigilia, che rappresenterà l’area a Nord di Torino, mentre al quarto posto c’è Alberto Airola, volontario del gruppo comunale, operatore e autore di gran parte dei video pubblicati in rete dai due consiglieri della Sala Rossa, Vittorio Bertola Chiara Appendino. Chiude la lista Eleonora Bechis, amica stretta di Viviana Ferrero, consigliera della I Circoscrizione di Torino, e instancabile organizzatrice di eventi. Questi sono i magnifici sei che, se il Movimento 5 stelle confermerà la forza elettorale dimostrata in questi mesi, andranno in Parlamento. Quattro alla Camera: Castelli, Chimienti, Bechis e Della Valle, due – quelli che hanno compiuto 40 anni – al Senato: Airola e Scibona. Resterà probabilmente fuori d’un soffio, invece, Cinzia Carlevaris, moglie di Marco Nunnari, altro dipendente di Bono nell’emiciclo di via Alfieri, la cui elezione, secondo spifferi interni al Movimento, sarebbe stata particolarmente gradita all’ex candidato presidente della Regione Piemonte.

 

Nel Piemonte 2 la più votata è Fabiana Dadone, 29 anni, di Mondovì. E dalla provincia di Cuneo arrivano anche Fabrizio Ghirardi (Alba) e Mauro Willem Campo (Peveragno): un vero e proprio schiaffo per chi avrebbe preferito lasciare ai margini la provincia Granda, l’enclave dell’eretico Fabrizio Biolè, il consigliere regionale cacciato da Beppe Grillo. E invece sarà con ogni probabilità la più rappresentata. Il secondo, Carlo Martelli arriva da Novara, stessa provincia di Davide Crippa (Oleggio), giunto quarto. Da Alessandria la sesta classificata, Simona Barbero. Fuori dal Parlamento i grillini di Vercelli, Asti e Biella, mentre il Vco spera in Monica Corsini, settima, e in grado di rientrare in caso di un exploit grillino. Resta una incognita. Secondo quanto stabilito all’inizio tutti coloro sopra i 40 anni sarebbero stati considerati eleggibili al Senato, gli under 40 alla Camera. Ma se un 44enne come Campo giunge quarto assoluto e davanti si ritrova  due ultraquarantenni (Martelli e Ghirardi) viene dirottato a Montecitorio o saltato nella lista? E il fatto che lui sia molto amico di Biolè quanto conta nella decisione finale? Di certo si aprirà una discussione.

 

Per ora sul web sembrano tutti soddisfatti per un esperimento che i più ritengono riuscito; nonostante i tanti che non hanno potuto votare, le polemiche riguardo le candidature - quelle accettate e quelle respinte - e il grado ancora troppo basso di democrazia interna (le regole continua a farle uno solo e questi non si sottopone mai al giudizio della base). «Il Movimento esce rafforzato da questa consultazione – afferma Vittorio Bertola -. Si può migliorare, ma alla fine mi pare siano emerse personalità di ottimo livello e soprattutto mandiamo a Roma uomini e donne che ci hanno creduto sin dall’inizio».

 

Il quadro che ne esce è di un sostanziale pareggio tra chi attraverso queste consultazioni ha provato a ribadire la propria supremazia nel territorio regionale. La battaglia tra Bono e Bertola, infatti, si è chiusa senza vincitori. Il capogruppo in Regione ha ottenuto il risultato minimo di mandare a Roma la fedelissima Castelli e gli altri due suoi collaboratori, Scibona e Della Valle, mentre l’ex candidato sindaco di Torino ha portato a casa l’elezione di Bechis e Airola. Segnale, secondo qualcuno, che la guerra è già pronta per ricominciare.

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