FINANZA & POTERI

Crt sceglie Poggi, incrociando le dita. Presidente sub iudice del ministero

Come abbiamo anticipato ieri sul nome della giurista l'unanimità dei 22 consiglieri della fondazione. Una mossa per mettere di fronte al fatto compiuto il Tesoro e sperare così di scongiurare il commissariamento. Ora si attende il responso di Giorgetti

Tutto secondo le previsioni. Sarà Anna Maria Poggi la nuova presidente della Fondazione Crt. Sul nome della giurista torinese si è registrata oggi la convergenza unanime dei 22 consiglieri di indirizzo. La nomina verrà deliberata il 21 maggio. Poggi, 65 anni il prossimo giugno, nata a Ciciliano, un paesino in provincia di Roma tra Tivoli e Subiaco, un marito ingegnere e due figlie (di 39 e 35 anni) è ordinaria di diritto costituzionale presso l’Università di Torino.

Una mossa, quella del parlamentino di via XX Settembre, per dare all’esterno l’immagine di una ritrovata serenità in un ente profondamente scosso nell’ultimo anno da tensioni interne, veleni e sospetti: una situazione esplosa con le dimissioni dalla presidenza di Fabrizio Palenzona a un anno dalla sua nomina, accompagnate da polemiche accese e da un esposto al Mef, chiamato in causa nella sua veste di autorità di vigilanza, nel quale sono contenuti pesanti accuse: violazioni normative e statutarie, patti “occulti” tra consiglieri, conflitti di interesse nella gestione del patrimonio. Tutto finito a Palazzo Sella sul tavolo di Giancarlo Giorgetti e del direttore Marcello Sala, cui spetta ora decidere se aprire una procedura che potrebbe prevedere il commissariamento dell’ente.

Poggi è stata fin dall’inizio del tortuoso iter della successione di fatto l’unico nome preso in considerazione. Il suo profilo accademico di giurista, l’estrazione cattolica – è stata allieva di Franco Pizzetti – e la vicinanza a Comunione e liberazione, i rapporti politici trasversali coltivati in tanti anni di impegno da “civil servant” e, non ultimo, l’esperienza nella gestione di una fondazione (dal 2016 al 2020 è stata nel Comitato di Gestione della Compagnia di San Paolo), l’hanno immediatamente collocata in testa alla lista dei potenziali candidati. Tanti estimatori, ma anche qualche detrattore che ne sottolinea il carattere ambizioso e intellettualmente spregiudicato, ricordando come sia stata negli anni chiampariniana, salviniana, renziana, boniniana, calendiana, pro referendum Mattei contro l’invio delle armi all’Ucraina e negli ultimi tempi persino un po’ meloniana, come testimonia la difesa del progetto di premierato pronunciata mercoledì scorso alla Camera ricevendo il plauso della presidente del Consiglio.

Volitiva quanto basta e inserita appieno nel “sistema Torino”, Poggi è come si dice “ammanicata” come emerge dall’intreccio delle relazioni che, partendo dal rapporto con la buonanima di Rinaldo Bertolino – rettore e maestro di diritto canonico – ha portato ad accompagnare la carriera della figlia, Cristina Bertolino, fino alla cattedra da ordinaria, e a promuovere il figlio Paolo Bertolino, attuale direttore di Unioncamere, a segretario generale della Compagnia, trovando però il no dell’allora presidente Francesco Profumo. Tenterà di portarselo in via XX Settembre? Di sicuro ci proverà. In Crt ritrova, inoltre, una vecchia amica, l’avvocato Patrizia Polliotto che seduta in una delle tante poltrone di cui fa collezione spese più di una parola per aprire le porte della Banca del Fucino alla figlia Maria Antonietta.