DIRITTI & ROVESCI

Lo Russo sale sul taxi e dimentica il bagaglio (riformista)

Il sindaco di Torino solidarizza con la protesta che la settimana prossima fermerà le auto bianche per 48 ore ma incappa nella reprimenda del segretario Radicale Hallissey, che dai tassisti romani ne ha prese sul serio: "Siamo delusi, poco coraggio"

Riformista? Neanche a parole. Agli eredi di Marco Pannella non è andata per nulla giù l’apertura del sindaco di Torino Stefano Lo Russo allo sciopero dei tassisti del 5 e 6 giugno. In una nota diffusa ieri, passata per lo più inosservata, Lo Russo ha lisciato i fanali alle auto bianche: “Comprendo le ragioni che muovono i sindacati Taxi a proclamare un nuovo sciopero: la mancanza di chiarezza normativa rende difficile operare sui territori e programmare il servizio di Trasporto pubblico locale e gestire le competenze dei Comuni sul servizio Taxi ed Ncc. Dobbiamo infatti contrastare il fenomeno dell'abusivismo, non solo a tutela delle imprese e dei lavoratori del settore, ma anche della clientela, che ha diritto ad avere un servizio chiaro e trasparente”.

Cinque righe che non arrivano neanche alla dichiarazione d’intenti, ma che comunque spezzano una lancia a favore della corporazione dei tassisti che da mesi blocca le principali città italiane e che s'è distinta pure per episodi di violenza. Parole che fanno venire l’amaro in bocca a Matteo Hallissey, il segretario dei Radicali, in prima fila nella lotta per liberalizzare il settore, battaglia che è arrivata fino allo scontro fisico quando si è presentato alla loro ultima manifestazione romana, dove è stato strattonato e allontanato. “La cosa da rinfacciare” a Lo Russo “è questa ambiguità, queste dichiarazioni che da una parte dicono che serve un sevizio chiaro e trasparente”, ma che poi aggiungono “che vanno capiti i sindacati dei taxi. Non prende una posizione chiara e netta, in un momento in cui anche le forze di governo”, per costrizione più che per volontà, sono costrette a fare qualcosa. Già, ma non era il centrodestra che proteggeva i tassisti? “Ci aspettiamo molto di più da un sindaco riformista, di centrosinistra e che dovrebbe avere molto più coraggio nel contrasto a una lobby” dice ancora Hallissey in un colloquio con lo Spiffero.

Amareggiato sì, stupito neanche troppo. Non è la prima volta che Lo Russo (“che sosteniamo”, ricorda Hallissey) delude le istanze radicali: “Anche sulle registrazioni dei figli delle coppie omogenitoriali”, ricorda Hallissey. Una questione sulla quale Lo Russo, partito “da capofila per i diritti, dopo un breve slancio” e soprattutto la reprimenda del Prefetto, che ha ventilato per Lo Russo il reato di abuso d’ufficio, “non si è preso particolari responsabilità”. Un vorrei ma non posso che i radicali non si sono dimenticati. Chissà se su questa posizione ha un ruolo l'ex segretaria del Pd subalpino Paola Bragantini, già deputata dem, da sempre sostenitrice di Lo Russo che oggi sfreccia sul suo Parigi 12 per le vie di Torino e il primo cittadino ha nominato alla presidenza di Amiat, azienda partecipata dalla città che si occupa della raccolta e smaltimento rifiuti. La stessa Bragantini che la settimana scorsa era negli uffici dell'assessora ai Trasporti Chiara Foglietta, proprio per un incontro sulla situazione delle auto bianche.

Insomma, ora che anche il Governo di centrodestra, tradizionalmente vicino alla categoria, mostra difficoltà a sposare le loro istanze corporative, per i tassisti arriva il soccorso dem. Anzi di un sindaco dem, non certo dei suoi colleghi di Roma e Milano, Roberto Gualtieri e Giuseppe Sala, che hanno visto le proprie città bloccate dalle iniziative dei tassinari. Fatto sta che dopo la protesta del 21 maggio arriva lo sciopero di 48 ore previsto per il 5 e il 6 giugno. La motivazione è che il Governo “non ci ha convocati”. Per Hallissey quella dei tassisti è “una categoria iper protetta da tutta la politica e in particolare dalle forze del governo che difende il privilegio di 25.000 persone in tutta Italia che non danno servizi. È incredibile che il sindaco Lo Russo tenga le porte aperte. Anche perché i sindaci possono fare tantissimo: hanno la possibilità di aumentare le licenze”, per esempio, pur non essendo la soluzione invocata dai Radicali che chiedono la liberalizzazione integrale del comparto, ma sarebbe comunque un inizio.

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