TERZO POL(L)O

"Non si può andare avanti così". Renzi e Calenda alla sbarra

Dopo la disfatta europea Azione e Italia Viva in fibrillazione. Gli elettori se ne sono già in parte andati tra poco seguirà l'intendenza. La coppia libdem Marattin e Costa pronta a raccogliere il malcontento verso i due litiganti

C’è un’unica certezza: “Così non si può andare avanti”. Su come uscirne e, soprattutto, quale direzione di marcia intraprendere tutto è assai più nebuloso e complicato. “La sconfitta è figlia della frantumazione del Terzo Polo. Tutto molto prevedibile. Gli elettori si sono incazzati perché alle politiche hanno dato un’indicazione chiara, che non è stata seguita. Punto”, scrive su X (ex Twitter) Enrico Costa, esponente di Azione, ripostando un vecchio articolo del 16 aprile 2023 scritto a quattro mani con Luigi Marattin, anima critica della renziana Italia Viva. I due hanno girato in lungo e in largo l’Italia per parlare di economia e giustizia ma soprattutto per cercare di ricucire le trame di un progetto che i rispettivi capi hanno mandato al macero sputandosi veleno addosso.

Ci vorrebbe un po’ di sale in zucca e, forse, provare un briciolo di dignità per ammettere che di questo passo non si va lontano e che, dopo la fuga degli elettori, tra gli stati maggiori dei due partiti c’è scoramento. Hanno perso entrambi, Carlo Calenda e Matteo Renzi: l’uno nel suo solipsismo ha raggranellato un 3,3%, l’altro in un’accoppiata improbabile con Emma Bonino ha portato a casa un inutile 3,8%. Che fare? A parte il mantra – “Così non si può andare avanti” – nessuno ha le idee chiare, a partire da come trattare con i due, che com’è noto hanno caratteri difficili e autostima debordante.

Dopo il giallo sulle ipotetiche dimissioni di Calenda, poi seccamente smentite dallo staff di Azione, in Italia Viva la tensione è alle stelle. Ad accendere la miccia un commento al voto scritto da Marattin, sintetizzabile pressappoco così: serve cambiare qualcosa, ma anche qualcuno, perché così non funziona. Una nota che però ha trovato una risposta dura da parte della coordinatrice nazionale di Iv, la renzianissima Raffaella Paita. Nel suo lungo post, Marattin predica cautela dopo il fallimento della lista Stati Uniti d’Europa alle elezioni. «Come cambia in fretta il “dibattito” pubblico italiano. Da “al centro c’è una prateria” siamo passati nel giro di poche ore alle pietre tombali su ogni speranza di costruire un’offerta politica liberal-democratica capace di riconciliare gli italiani con la politica e l’Italia con il mondo globalizzato. Tutti già qui a scegliere tra Meloni e Schlein, perché altro non è possibile, concepibile, auspicabile», scrive il deputato. Subito dopo, però, un messaggio che non lascia troppi equivoci: «Ma ad essere finita, indiscutibilmente stavolta, è solo una fase – piuttosto lunga e bellissima – a cui tutti noi dobbiamo essere infinitamente grati ma che con i risultati di domenica ha raggiunto il suo compimento». Bisogna voltare pagina, quindi, per Marattin.

«Abbiamo bisogno di ricostruire un partito, fatto di organizzazione e organismi dirigenti che funzionano. Abbiamo bisogno di ricostruire una prospettiva politica stabile, che nell’arco dei prossimi tre anni non può che riprendere da dove – con un errore tra i più gravi della storia della politica italiana – fu interrotta nell’aprile 2023 con la sciagurata fine del Terzo Polo. Sperando che tutti i compagni di viaggio, nelle loro rispettive comunità, riconoscano che una fase è definitivamente finita e che è il momento di andare oltre», continua il deputato di Italia Viva. E non serve a nulla, anzi è controproducente, continuare a lanciare accuse, come ha ancora fatto lo stesso Renzi additando Calenda quale picconatore del Terzo Polo. Marattin è intelligente e soprattutto sa che nel rancore non può nascere alcun progetto politico. Occorre andare oltre, per questo fa appello a quegli azionisti di buona volontà per riprendere il cammino interrotto. Non è un caso che poche ore più tardi Enrico Costa pubblichi il suo post. E se Renzi pare aprire all’ipotesi di un congresso della sua creatura, Marattin sa che il perimetro deve essere ben più ampio: «Il Presidente Nazionale ha annunciato l’intenzione di chiedere all’Assemblea Nazionale un congresso straordinario per l’autunno per il rinnovo della carica di guida del partito. Attenderemo, quindi, le decisioni dell’organo di governo del partito e poi magari ne riparleremo». En attendant Godot. «Nel frattempo, a tutti quelli che non si vogliono rassegnare a scegliere tra Schlein e Meloni, a tutti quelli un po’ acciaccati da questi ultimi mesi difficili, ricordiamo un motto al quale la comunità di Italia Viva è da sempre legata: al passato grazie, al futuro sì». Sì, una parola.