LA SACRA FAMIGLIA

Agnelli, qualcosa non quadra: il giallo delle opere d'arte 

Margherita chiede conto direttamente a Stellantis, riservandosi altre azioni giudiziarie. Perché i quadri spariti sono ricomparsi al Lingotto? Tele e sculture di de Chirico, Monet, Balthus, Gerome e Balla. La figlia dell'Avvocato punta a invalidare il testamento di Marella

Margherita Agnelli chiede conto dei quadri, al centro dell’eredità di famiglia, su cui ora indaga la procura di Torino. In una missiva firmata dall’avvocato Dario Trevisan si fa presente che la figlia dell’Avvocato “ha denunciato alle competenti autorità giudiziarie italiane la sparizione di alcune delle opere d’arte di sua proprietà”, tra gli autori ci sarebbero Claude Monet e Giorgio de Chirico, e di aver appreso che sarebbero stato trovati al Lingotto, in un piano interrato. “Riservandoci di adottare le misure che riterremo opportune” nei confronti di Fca partecipazioni e dei suoi organi e della sua controllante Stellantis Europe spa e della capogruppo Stellantis N.V.. guidate dal figlio John Elkann, “vi chiediamo sin da ora di fornire documentazione relativa al titolo in base al quale Fca Partecipazioni detenga opere d’arte e beni di terzi, compresi gli originali di alcune di quelle di proprietà di Margherita Agnelli in de Pahlen oggetto di sparizione” si legge nella lettera. “Restiamo in attesa di una tempestiva risposta che chiederemmo sia inoltrata in copia anche all’Autoriteit Financiële Markt, per quanto di sua competenza” si afferma nella richiesta dell’avvocato Trevisan.

I quadri sono stati rinvenuti presso la sede di Fca Partecipazioni - Centro Congressi Lingotto, in particolare, presso i locali dell’Archivio Centro Congressi al piano -1 (interrato), “durante le indagini relative ad un differente procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino nei confronti, tra gli altri, di John Elkann e del notaio Urs von Grunigen (quest’ultimo nella sua asserita qualità di esecutore testamentario ed amministratore dei beni ereditari della successione di Marella Caracciolo), per reati di evasione fiscale e truffa ai danno dello Stato”. Tra le opere Mystery and Melancholy of a Street, di Giorgio de Chirico, Glacons, Effet blanc di Claude Monet; La Chambre di Balthus; Pho Xai di Jean-Leon Gerome e The Stairway of Farewells di Giacomo Balla. La lettera, tradotta in italiano e in inglese, si conclude con la richiesta di ottenere una “tempestiva risposta”.

“Non può vantare alcun diritto di proprietà” su quei quadri, replicano gli avvocati che assistono i tre figli Elkann, in quanto “erano di proprietà personale di Donna Marella Caracciolo, sulla cui eredità, come è noto, la figlia Margherita non ha alcun diritto”. E poi gli avvocati fanno notare che nell’inchiesta milanese originata dall’esposto di Margherita ci sarebbe una “annotazione della Guardia di Finanza che non ha rilevato alcuna sparizione né movimentazioni illecite. La legittimità dell’operato dei nostri assistiti è quindi indiscutibile”.

Nell’indagine istruita dalla Procura di Milano, ora trasferita a quella di Torino poiché il pm Cristian Barilli e l’aggiunto Eugenio Fusco hanno trasmesso per competenza gli atti, di recente è stata depositata una informativa delle Fiamme Gialle. Si tratta di una relazione che riporta gli esiti degli approfondimenti chiesti dal gip Lidia Castellucci in merito alle tele al centro della contesa. Il giudice, nei mesi scorsi, aveva da un lato archiviato la posizione di un gallerista svizzero e di un suo collaboratore accusati di ricettazione e, dall’altro, disposto, su suggerimento di Margherita nella sua opposizione alla richiesta di archiviazione, ulteriori accertamenti. Tra questi anche l’audizione di Paola Montalto e Tiziana Russi, persone di fiducia di Marella Caracciolo, le quali si sono occupate degli inventari dei beni ereditati. Le due signore, assieme a una terza persona, ai tempi al servizio della moglie dell’Avvocato, hanno ricostruito che quelle opere erano alle pareti dell’appartamento romano a Palazzo Albertini-Carandini, di cui Margherita ha la nuda proprietà, e che furono poi donate ai tre nipoti John, Lapo e Ginevra dalla nonna. Ora toccherà ai pubblici ministeri torinesi, che già indagano sulla presunta frode fiscale all’interno della famiglia Agnelli-Elkann, fare luce su chi siano gli eredi di un simile patrimonio.

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