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Il 97% dei Comuni ha scelto Cirio

In Piemonte sono solo 28 su 1.180 le città e i paesi rimasti "rossi" (tra cui Torino). Nell'hinterland resistono solo Collegno e Grugliasco. A Settimo Torinese dove la sindaca dem Piastra prevale col 75% alle regionali il centrodestra è più forte

Una mappa tutta blu con qualche sparuta macchiolina rossa. Le dimensioni del successo di Alberto Cirio alle regionali dell’8 e 9 giugno sono ancor più evidenti guardando la carta interattiva del Piemonte elaborata da BiDiMedia. Dei 1.180 comuni piemontesi solo in 28 ha prevalso il centrosinistra, due i pareggi. Il resto è appannaggio di Fratelli d’Italia e alleati. Da notare, infine, il caso di Ingria, nel Torinese, dove votano in 40 e dove Cirio ottiene la percentuale più alta, il 95%.

La più importante di queste “zone rosse” è il Comune di Torino, in cui il centrosinistra resta maggioranza anche se per meno di 5 punti percentuali. Nello stesso giorno, alle Europee, i partiti di centrodestra nel capoluogo facevano segnare sommati il 36%, mentre Cirio si attesta quasi al 42%, 6 punti guadagnati sulla coalizione che lo sostiene. Come vedremo, ciò deriva soprattutto dalla forza della sua lista civica. Gianna Pentenero si afferma anche nel Canavese, a partire da Casalborgone, località in cui risiede e di cui è stata sindaca, e a Ivrea. Centrosinistra prima coalizione anche in alcuni comuni delle Valli Valdesi, ma nel resto della regione, salvo qualche località sparsa nel cuneese, il dominio di Cirio è incontrastato, tanto che il presidente uscente si afferma in tutti i comuni delle provincie di Novara, Vco, Alessandria, Vercelli e Biella.

LA (EX) CINTURA ROSSA - Un altro mito che scompare quasi definitivamente è quello della cintura (un tempo) rossa di Torino. Quell'hinterland operaio in cui il Pci e i suoi diretti eredi hanno per decenni spadroneggiato. Da Nichelino a Settimo Torinese. Oggi solo due di quelle città, comprese tra i 30 e i 50 mila abitanti sono rimaste appannaggio del centrosinistra: Collegno e Grugliasco. Le altre sono tutte tinte di blu (alcune già avevano cambiato colore cinque anni fa). Da segnalare come in molte di queste, in contemporanea a europee e regionali, si siano svolte le amministrative e quasi sempre nella competizione per il municipio è stato il centrosinistra a prevalere. Particolarmente curioso il caso di Settimo Torinese, 50mila abitanti, in cui alle regionali Cirio ha la meglio con 3 punti di scarto, mentre alle amministrative la sindaca dem Elena Piastra stravince con oltre il 75%. 

Qui la mappa interattiva

LE LISTE - Guardando al dato di lista, la situazione risulta più variegata. Il Pd riesce a primeggiare a Torino e in diversi comuni delle aree in cui è più forte: la cintura metropolitana del capoluogo, il Canavese e il basso Alessandrino; inoltre si afferma in diversi centri maggiori del Cuneese, tra cui il capoluogo, Alba, la città di Cirio, Fossano, Bra e Saluzzo. Il Pd come singola lista si è avvantaggiato delle contemporanee Europee e di alleati rivelatisi molto deboli, arrivando ad essere seconda lista regionale a pochi decimi di punto da FdI. Il resto della coalizione è tuttavia debole e i consensi di Avs e degli altri alleati non vanno molto oltre all’area metropolitana di Torino e agli altri centri maggiori; unica eccezione Stati uniti d’Europa che guadagna qualche decimale nel Vco grazie ad alcune candidature locali.

LA LISTA CIRIO - Il partito di Meloni ha le sue zone di forza nel Piemonte Orientale (provincie di Alessandria, Vercelli, Biella e Novara) mentre la Lega – ridotta di molto rispetto a cinque anni fa – resiste nelle aree montane a nord e sud della regione. Ma è la lista Cirio ad avere una distribuzione più particolare e degna di nota: quasi inesistente nel Piemonte Orientali, cresce verso occidente ma raggiunte punte di consenso plebiscitario in alcune zone del cuneese, Langhe e Roero: qui arriva a toccare anche il 50% dei consensi (a Busca il 53% grazie alla candidatura del sindaco Marco Gallo), portando Cirio anche sopra all’80% dei voti (Neviglie, 83%). Ma il dato più eclatante della lista Cirio è quello nel capoluogo dove raggiunge la doppia cifra, confermando la notorietà che il governatore langhetto è riuscito a ottenere anche a Torino. La lista Cirio ottiene nel complesso il 12% regionale, seconda miglior lista, mostrando come il governatore uscente sia riuscito ad incanalare su di sé un forte consenso, che è andato oltre al recinto del centrodestra.

IL M5S - Riguardo le altre liste, da segnalare come il M5s abbia perso buona parte dei consensi che riceveva nei comuni della Valsusa e aree limitrofe interessate dal movimento No Tav: i 5 Stelle non vanno oltre alla punta del 16% di Fenestrelle, contro percentuali anche del 30 registrate nel 2019.

Per la prima volta dal 2000, il Piemonte rielegge quindi un governatore uscente e perde la fama di regione “swing”. Tuttavia la forza della coalizione di centrodestra – già sopra al 50% alle Europee sommando le liste – unita al personale gradimento di Cirio e all’ingresso in coalizione di personalità esterne, lasciava prevedere l’esito. Inoltre Pentenero, candidata dai partiti del centrosinistra dopo problematiche trattative e non in grado di riunire le opposizioni, non ha mostrato particolare forza personale, ben evidenziata dalla debolezza della sua lista.

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