CAMPANILE SERA

Cuneo, il Pd perde pezzi e rompe col Centro. Le mire di Gribaudo sul dopo Manassero

Ormai i due principali azionisti della maggioranza cittadina convivono da separati in casa. La deputata di Borgo San Dalmazzo, dopo la scoppola delle regionali, briga per sostituire l'attuale sindaca (e non è l'unica). Il rischio di una fine anticipata e lo spettro del 2012

Sono passati poco più di due anni dalle elezioni che hanno incoronato Patrizia Manassero sindaca di Cuneo e nel capoluogo della Granda già spirano venti di crisi sul centrosinistra, mentre il Pd continua a perdere pezzi. L’addio del consigliere comunale Domenico Giraudo è solo l’ultimo tassello di un mosaico che sta prendendo forma e che potrebbe immortalare pure una fine anticipata di questa amministrazione. Ipotesi ancora remota ma che a questo punto nessuno si sente di escludere.

Giraudo non è il primo consigliere che lascia il Pd. Già all’indomani delle urne, nel 2022, un altro eletto aveva alzato i tacchi, Antonino Pittari. Entrambi ora sono nel gruppo misto di maggioranza ma i nervi restano tesi. La coalizione che ha sostenuto la prima cittadina due anni fa scricchiola, soprattutto dopo che la lista civica Centro per Cuneo, il partito di maggioranza relativa, alle ultime regionali ha deciso di sostenere Alberto Cirio, voltando le spalle al centrosinistra. La rappresaglia non si è fatta attendere: nei giorni scorsi Manassero ha giubilato Beppe Delfino, coordinatore di Centro per Cuneo, dal suo incarico di amministratore delegato di Acda, la società partecipata che gestisce il servizio idrico in Granda.

Scosse telluriche che sono presagio di un prossimo terremoto? Chissà. Da mesi si vocifera in città del desiderio del Pd di spostare a sinistra l’asse della sua coalizione, mentre il malumore dei consiglieri dem più moderati si traduce nelle minacce di abbandono già ventilate da Erio Ambrosino, vicino a Demos, e Carlo Garavagno. Di certo è in corso da mesi un processo di sganciamento nei confronti degli alleati civici e moderati per abbracciare la componente dell’opposizione più fieramente di sinistra e che oggi può contare su quattro eletti. Operazione ardita che, se fino a ieri almeno numericamente poteva stare in piedi, oggi con la fuoriuscita di Giraudo – per dieci anni assessore di Federico Borgna nella giunta centrista e di centrosinistra – appare impossibile. Già nel 2012 il Pd scelse una coalizione col baricentro molto spostato a sinistra, provocando la nascita della coalizione civica guidata da Borgna e ispirata dall’ex sindaco e assessore regionale Alberto Valmaggia, che di fatto pose i dem all’opposizione. Ora sembra riprendere forma lo stesso scenario.

Sullo sfondo due deputati che dalle retrovie stanno tessendo la loro tela. Uno è Enrico Costa, ex numero due di Azione e vero ispiratore della lista Cirio che a Cuneo ha sbaragliato tutti gli avversari, l’altra è Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del Pd, tra i supporter di Elly Schlein al congresso ma fuori dal suo cerchio magico come dimostrato dalla mancata candidatura a governatore nelle ultime regionali, nonostante avesse offerto (per usare un eufemismo) la propria disponibilità. Le regionali hanno creato più di un imbarazzo in lei che voleva sfidare Cirio e si è ritrovata, nella sua provincia, a 40 punti di distanza dal centrodestra mentre il suo Pd s’è fermato addirittura sotto il 20 per cento.   

Ci sarebbe proprio la Gribaudo dietro il piano di scaricare Centro per Cuneo e spostare il baricentro della coalizione a sinistra. Difficile a questo punto che possa accadere durante l’attuale amministrazione, probabile che succeda nella prossima quando nessuno esclude che l’attuale deputata possa scendere in campo in prima persona. Lei, infatti, è ormai al terzo mandato a Montecitorio e lo statuto del Pd prevede una deroga speciale per ottenere un altro giro in parlamento. Lei non è affatto certa che le venga concessa e così, dopo averci tentato con la Regione, potrebbe puntare dritta sul Comune. Vero? Di certo, verosimile.

I rapporti tra lei e Manassero procedono tra alterne fortune. Sul biodigestore di Borgo, un anno e mezzo fa, il primo braccio di ferro tra le due. La deputata notoriamente contraria, mentre la sindaca più possibilista. Nel febbraio 2023 si consuma lo strappo durante l’assemblea di Ascr, partecipata dei rifiuti, in cui i Comuni interessati avrebbero dovuto decidere se dare l’ok al progetto: finisce con 18 favorevoli, 18 contrari e 2 astenuti. Cuneo alla fine dice sì e grazie al voto ponderato è decisivo.

Sono giorni difficili per Manassero visto anche lo scivolone nella classifica nazionale sul gradimento dei sindaci, in cui è passata dall’ottavo al sedicesimo posto. Non è ancora arrivata al giro di boa e già si parla del dopo di lei. Tra i nomi che circolano, oltre a Gribaudo, c’è quello dell’assessora Cristina Clerico, particolarmente in vista per il suo lavoro a favore della candidatura di Cuneo a Capitale italiana della Cultura. Tra i civici e i centristi pure circola un nome con insistenza: è quello dell’avvocato Enrico Collidà, ex vicepresidente della Fondazione Crc, che in molti considerano il possibile alfiere di una coalizione moderata senza il Pd.