POLVERE DI (5) STELLE

"Ingrato e responsabile del tracollo". Ex grillini al curaro contro Conte

Undici parlamentari della scorsa legislatura prendono le difese di Grillo e infilzano il leader M5s. Levantino, incoerente, autoritario: in poche parole Giuseppi. Tra i firmatari unica piemontese la No tutto Costanzo. Appendino sta ben acquattata: pontiere o furbacchiona?

Più che polvere di (5) stelle una notte di San Lorenzo. Si fa sempre più teso il clima interno al M5s e, dopo lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, ora a finire nel mirino è il fu Avvocato del popolo, il leader con la pochette che tra alterne fortune sta cercando di dare una fisionomia di partito al movimento del Vaffa. «“L’ingratitudine è una mescolanza di egoismo, orgoglio e stupidità”, affermava Cartesio. “Di norma, gli uomini sono stupidi, ingrati invidiosi, bramosi degli averi altrui; abusano della propria superiorità quando sono forti e diventano delinquenti quando sono deboli”, aggiungeva Voltaire. Solo per contribuire a ripristinare la verità storica, fattuale e poi anche politica, interveniamo in merito alle evidenti divergenze tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, il fondatore del M5S, assieme a Gianroberto Casaleggio, il visionario mite e determinato, purtroppo scomparso prematuramente, ai quali molti “smemorati di Collegno”, senza arte né parte, dovrebbero dimostrare rispetto e gratitudine. Questo perché il silenzio non è più un’opzione».

Inizia così, con un incipit di fuoco, la lettera che 11 ex parlamentari del M5s hanno messo nero su bianco entrando a gamba tesa nel duello tra Grillo e Conte. Tra i firmatari intervenuti in difesa del garante e cofondatore del Movimento, anche volti storici e di peso del M5s, come Nicola Morra, Elio Lannutti e Alessio Villarosa. A siglarla sono inoltre Rosa Silvana Abate, Ehm Yana Chiara, Emanuele Dessì, Michele Sodano, Simona Suriano, Raffaele Trano e Andrea Vallascas. Unica piemontese è Jessica Costanzo, espulsa dal Movimento 5 stelle dopo aver negato la fiducia al governo di Mario Draghi, poi passata sotto la bandiera di Italexit, dopo un anno nel limbo del gruppo Misto, componente Alternativa, che raccoglieva un po’ di ex grillini. Nata a Torino nel 1984, Costanzo è una No Tav convinta, poi No Green Pass: aveva partecipato alle manifestazioni contro Draghi nel giorno della sua visita nel capoluogo piemontesi ma in pochi se n’erano accorti.

Di certo tra le firme della missiva visionata dall’Adnkronos non si trova quella di Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e oggi parlamentare e vicepresidente del partito: come è successo durante le travagliate vicende che portarono all’uscita di Luigi Di Maio, cui pure è stata a lungo legata, non si espone, preferendo restare in disparte ad aspettare l’evoluzione della situazione. “Paracula” secondo i suoi detrattori, “animo da pontiere” a detta degli estimatori. Apprezzata dal comico genovese che per qualche tempo ha accarezzato l’idea di piazzarla al posto di Conte alla guida dei Cinque Stelle, ha però coltivato buoni rapporti anche con l’ex premier, pur nella reciproca diffidenza. Quel che resta in Piemonte del grillismo è allineato e a lei fedele: è lei a decidere chi può parlare e soprattutto cosa dire. Suo braccio armato è in Sala Rossa a Torino il capogruppo Andrea Russi, sua emanazione, seppur più per convenienze che per convinzione, è Sarah Disabato, candidata governatore in Piemonte e oggi a capo del drappello M5s a Palazzo Lascaris.

«La lettera di Conte in risposta a Grillo ha profondamente colpito molti di noi per i modi – scrivono gli 11 ex –, oltre che per il contenuto. Questo grottesco “scontro” tra i due “leader” di un movimento che doveva essere “leaderless” è esattamente ciò che l’establishment desiderava: un Movimento 5 Stelle indebolito e diviso, avendo fallito il suo progetto di rivoluzione culturale, sempre più inconsapevolmente strumento del sistema. L’idea di un’assemblea costituente per rimettere in carreggiata il fu movimento ora partito riecheggia le pratiche dei vecchi partiti che si volevano pensionare. È questo il destino del M5s? Cosa si vuole “costituire”? Trasformarsi in un clone del Pd adottando stesse logiche e uguali metodi della politica tradizionale che ha devastato l’Italia negli ultimi decenni sottraendo presente oltre che futuro a tutti noi? Abbiamo cercato in ogni modo di far comprendere che sostenere Draghi sarebbe stato un errore fatale per il Movimento», scrivono gli ex, chiedendo a Conte di assumersi la responsabilità «del tracollo» registrato alle ultime europee. «Come può un leader che ha guidato il Movimento dal 32,7% al 9,99% non assumersi minimamente la colpa di questo tracollo? Sembra sentirlo “Sono tutti responsabili tranne me!!!”», accusano.

Dopo la neppur troppo velata accusa di “intelligenza coi nemici” storici («Follia o strategia calcolata?») arriva il peana all’Elevato ligure e una serie di staffilate a Giuseppi. «Beppe Grillo ha sicuramente commesso errori, ma ha dato l’anima per far nascere l’unica vera innovazione capace di far tornare entusiasmo nei confronti della politica. Scaricare tutta la colpa delle difficoltà del fu movimento su Grillo è assolutamente scorretto, così come lo è affermare che il garante cercasse un incontro ristretto di pochi fidati ruffiani per cambiare le regole del movimento stesso». Il Movimento «è cambiato radicalmente negli ultimi anni, tanto da assomigliare molto a ciò che doveva combattere, e questo ha generato dubbi e confusione tra gli elettori. Che hanno abbandonato quel soggetto politico, anche se fior fiore di direttori di giornali hanno incensato il professore Conte come l’unto del Signore, l’uomo della Provvidenza, il risolutore dei problemi delle persone umili e dei lavoratori silenziosi, dei giovani che dopo aver studiato debbono o emigrare per lavorare o svendersi per rimanere in un paese che privilegia non il sapere, ma il conoscere (le persone importanti, a scampo di equivoci)». «È assurdo leggere – rincarano la dose – che qualcuno si sia sentito “costretto” a votare provvedimenti dannosi proposti da Draghi. Molti dei parlamentari eletti col Movimento non hanno votato la fiducia, in presenza di un voto in rete evidentemente "orientato" anche da dichiarazioni dello stesso Conte, ora smemorato! Non si può scaricare sempre la colpa su altri smentendo sé stessi. La rete conserva traccia e sbugiarda non solo il Pinocchio di Rignano, ma anche gli attori che fingono di non ricordare! Fa poi rabbia leggere nella lettera del capo politico attuale fantasie sui gruppi territoriali. È evidente a tutti che il Movimento nei territori non esiste più».

Segue un post-scriptum con una serie di domande dirette al presidente pentastellato: «Perché e da chi fu dichiarata “votabile” la “riforma Cartabia” pur di non far cadere il governo così come per tutto il resto delle porcherie votate? Come si è potuto far parte di un Governo che inviava armi in Ucraina? Come mai non è stata revocata la concessione ai Benetton per giusta causa, dopo la tragedia del ponte Morandi e le 43 vittime? Il collegio di garanzia del Senato aveva sentenziato il reintegro degli espulsi perché nessuno ne ha dato seguito? Oggi si chiede alla “base" ma perché non è stata consultata per uscire dal governo Draghi, per entrare nella giunta pugliese e in Left in Europa?», l’ultimo interrogativo degli ex.

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