LA SACRA RUOTA

Salvini: "Tavares si deve vergognare". Confindustria: "Pazzia nuovi incentivi"

Il vicepremier leghista spara a palle incatenate contro l'ad di Stellantis: "Colpa anche sua se l'auto è in crisi". Dalla convention di Capri il presidente Orsini boccia la richiesta di altri aiuti: "Abbiamo bisogno di piani industriali seri"

Il più grossier, come nello stile del personaggio, è Matteo Salvini ma stavolta non è l’unico ad alzare la voce: “Il settore dell’automotive è in crisi anche per colpa sua. L’amministratore delegato di Stellantis dovrebbe vergognarsi e chieder scusa”. Parole acuminate come frecce quelle pronunciate oggi dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture all’inaugurazione della M4 a Milano. “Non è più in condizioni di chieder niente per come hanno mal gestito e male amministrato un'azienda storica italiana. L’amministratore delegato e la dirigenza di Stellantis – ha ribadito – dovrebbero chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell’auto italiana” riferendosi all’audizione di Carlos Tavares in Parlamento.

A meno di ventiquattr’ore della seduta congiunta di ieri delle commissioni Attività Produttive della Camera e Industria del Senato l’intervento del manager portoghese continua a far discutere e le posizioni critiche non sono più solo circoscritte al solo perimetro politico. Anche nel fronte imprenditoriale si levano voci dissenzienti con la linea assunta da uno dei principali gruppo industriali del Paese: “Noi abbiamo bisogno che le produzioni in Italia vengono mantenute e chiedere ulteriori incentivi mi sembrava onestamente una pazzia”, ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, a margine del 39esimo convegno di Capri dei Giovani di Confindustria, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sull’auto, soprattutto in merito alla richiesta di nuovi aiuti economici per sostenere la domanda interna. “Noi abbiamo bisogno di piani industriali seri, imprese che siano serie sul territorio e restino, ovviamente, a costruire i propri prodotti nel nostro Paese”, ha aggiunto Orsini.

Poco prima dal palco della convention, anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, uno dei “nemici” dichiarati del gruppo presieduto da John Elkann, era intervenuto sulle dichiarazioni del numero uno di Stellantis. “Credo che ieri Tavares si sia reso conto, nelle reazioni dei parlamentari e anche dei sindacati, che hanno indetto uno sciopero per venerdì 18, che il sistema Paese, unito, maggioranza e opposizione, sindacati e imprese dell’autovetture, chiedono alla grande multinazionale che è nata in Italia di restare in Italia e di affrontare con noi la sfida della transizione ecologica che il nostro Paese può fare meglio di altri, come dimostra che nell’economia circolare noi siamo più avanti di altri”.

Intanto, anche Stellantis dà la sua versione dell’audizione: “Ieri il nostro ceo ha offerto una spiegazione dettagliata e concreta della fase storica che la mobilità e il settore automotive stanno vivendo e della risposta di Stellantis a tutto questo – Daniela Poggio, vicepresidente communication & public affairs Stellantis Italia –. Il piano strategico di gruppo e il piano industriale elaborato per ogni stabilimento italiano sono le scelte concrete che Tavares ha comunicato lo scorso maggio alle organizzazioni sindacali. La certezza di stabilità nelle regole e delle giuste condizioni per competere, in un contesto che aiuti la domanda a crescere, sono condizioni indispensabili alle quali tutti siamo chiamati a concorrere. Per questo, da parte nostra, porteremo sempre avanti con gli attori che condividono lo stesso obiettivo e i portatori di interesse, un dialogo franco, rispettoso e trasparente, perché abbiamo a cuore la nostra impresa, i nostri colleghi e le nostre colleghe, la filiera produttiva e tutto il Paese, consapevoli del valore che Stellantis ha per l'Italia”.