RADICALI LIBERI

Radicali torinesi “scaricano” Pannella

Cucco e Manfredi ritirano la candidatura dalle liste di “Amnistia Giustizia Libertà”. Il vecchio leader attacca Viale che gli risponde per le rime: “Non salgo sul taxi di Storace. Continui a dire balle sul mio conto”. Militanti sconcertati

SCONTRO Silvio Viale con Marco Pannella

«Non salirò sul taxi di Storace, come non salirei su un taxi nazionale con Storace e Maroni, ma non capisco perché Pannella continui a raccontare balle su di me e sulle primarie del Pd. Il voto alle primarie non implicava un impegno di voto per il Pd, ma il sostegno al centrosinistra, possibile e naturale per i radicali. Prendo atto che gli attacchi di allora erano il preludio alle scelte di oggi e che con il centrosinistra, a differenza di altre volte, si sono voluti rompere tutti i ponti, purtroppo anche in Lazio e Lombardia, dopo soli tre anni dalla candidatura di Emma Bonino a governatore del Lazio per il centrosinistra». Con queste parole di fuoco Silvio Viale, presidente dei Radicali Italiani e consigliere comunale a Torino eletto tra i democratici, replica alle accuse che Marco Pannella gli ha nuovamente rivolto dalle frequenze di Radio Radicale. A infiammare lo scontro tra i due, oltre a una reciproca diffidenza, ci sono valutazioni divergenze sulle prospettive politiche, a partire dalla alleanze alle Amministrative laziali. E il ruolo della lista Amnistia Giustizia Libertà (Agl) alle Politiche.

 

Viale, che pure continuerà ad autenticare le firme e le candidature per la lista Agl «fino a quando sarà richiesto», ha poi proseguito: «Le decisioni delle assemblee a beneficio dei presenti di Torre Argentina, del tipo “chi c’è c’è, chi non c’è non c’è”, impegnano solo chi ritiene di sentirsi impegnato e l’appello agli affetti – “ … bisogna volergli bene a questo partito…” – non è certo la leva politica che può nascondere la realtà. Capisco che, per storia e decisionismo, dove ci sia Pannella ci siano i radicali e che consultare gli iscritti a un partito, anche solo online, sia un artifizio retorico, ma nessun radicale è obbligato a seguire le scelte di Marco Pannella. Proprio io, che ho subito due veti dal Pd nel 2008 e nel 2010, per tutto ciò che è accaduto fino all’epilogo residuale in Lazio, ho solo da dolermi per un’occasione mancata dai radicali e dal Pd. Il rammarico per un’occasione mancata certamente da entrambi e per colpe di entrambi. Confermo che non mi candido in Agl e che non condivido la scelta residuale del Taxi laziale, anche per un rispetto nei confronti di Storace, che forse non candiderebbe mai il presidente di Radicali Italiani, quello della RU486».

 

Una scelta, quella di ritirare la disponibilità alla candidatura, condivisa anche da due moti esponenti radicali: Enzo Cucco, presidente dell’Associazione “Certi Diritti”, designato capolista al Senato, e  Giulio Manfredi, presidente dell’Associazione Adelaide Aglietta.