Così potremo salvare l'umanità

Salviamo l’umanità per i prossimi 200 anni (800 generazioni) incanalando l’aumento delle acque marine, causato dall’inquinamento termico del pianeta, nelle depressioni della terra, in attesa che nuove conoscenze e un migliore comportamento dell’uomo riduca questo fenomeno. L’inquinamento termico può diventare in parte positivo producendo elettricità, acqua potabile, acqua per attività agricole, se si costruiscono canali o bacini alimentati d’acqua marina, questi reticoli idrici possono avere pure una seconda ricaduta positiva dal punto di vista energetico, attivando i trasporti di persone e derrate con chiatte, mezzi meno costosi e inquinanti.

Le zone da rivalutare sono le depressioni della terra, in particolare nelle zone desertiche del Mondo, dove è possibile inserire o reinserire attività produttive, servendosi di fiumi, canali di irrigazione, bacini acquiferi, prima attivando la coltura delle mangrovie e successivamente piante di medio e alto fusto e attività agricole.

La storia dell’energia negli anni 2000 arriva a 1.8 miliardi di TEP. Questa enorme quantità di energia, l’uomo dei paesi industrializzati l’utilizza per circa un terzo nell’industria per produrre manufatti, per un terzo negli usi domestici e residenziali, per un terzo nell’agricoltura e nei trasporti. L’energia nei trasporti serve per spostare veicoli terrestri, aerei, navi, una parte consistente si trasforma in calore nei motori, negli attriti tra pneumatici e strada, nello spostare di masse d’aria e d’acqua al transito degli aerei o bastimenti.

Nel nostro Mondo ogni evento è una trasformazione energetica e una parte di energia coinvolta si trasforma in energia termica. Ma noi possiamo ancora utilizzare quella parte di energia che trasformata in calore é dispersa nella atmosfera e porta ad un aumento dell’acqua dei mari e degli oceani. Al fine di riequilibrare i livelli dei mari senza determinare situazioni critiche per città e zone costiere, si opera seguendo due metodi, con il primo si porta tramite il canale principale a livello marino le acque per produrre energia elettrica nelle zone dove sono rilevanti i dislivelli tra la superficie del mare e le depressioni terrestri, con il secondo si costruiscono dei canali secondari ai lati del principale in modo da congiungere zone abitative o nuovi insediamenti, per le produzioni agricole ed il trasporto di derrate per via acquifera, la meno costosa ed inquinante.

La produzione di energia elettrica porta gradualmente all’aumento dell’altezza delle acque nelle depressioni fino a che rimangono solo i canali ed i bacini acquiferi alimentati dal mare, per il riempimento della intera capacità. Una valutazione limitata dell’aumento delle temperature del globo si ottiene, considerando il solo combustibile bruciato ed al conseguente aumento di temperatura nella troposfera, liquefazione dei ghiacci e all’aumento dei livelli delle acque marine. Il combustibile produce calore ed il calore si disperde nella atmosfera della troposfera, in questo sottile strato è concentrato circa 80% della massa atmosferica ed in essa si sviluppano tutti i fenomeni meteorologici. In questo volume d’aria si disperdono le calorie prodotte dal combustibile consumato, aumentando in un anno la temperatura media di circa 0.02 °C , cui corrisponde in 100 anni a circa 2 °C. Questa energia termica, tramite i moti dell’aria raggiunge i ghiacciai del polo Artico e Antartico, e scioglie miliardi di tonnellate di ghiaccio . La trasformazione del ghiaccio in acqua, aumenta le acque del mondo di circa 0.03 cm ogni anno e di 3 cm in 100 anni.

Un altro scenario ben più pessimistico a causa dell’aumento della concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera e degli altri cosiddetti gas-serra in grado di intrappolare calore. L’espansione termica dei mari potrebbe essere sufficiente a innalzare il livello di almeno 30 centimetri nei prossimi 100 anni. Questa importante quantità d’acqua può sommergere terreni coltivabili o città con tutta la loro storia ed arte, creando notevoli danni sociali ed economici. Si tratta quindi di convogliare questa massa d’acqua in zone del Mondo dove si trovano delle depressioni per produrre energia idroelettrica e immagazzinare tale acqua, tramite canali e laghi con al perimetro vegetazioni di mangrovie in modo da riconquistare zone abbandonate dalle popolazioni con la possibilità di alterare in senso positivo le situazioni climatiche. Le zone particolarmente adatte a tale compito sono le terre con depressioni in corrispondenza di mari non particolarmente soggetti a fenomeni di basse e alte maree.

In tempi precedenti all’annullamento del dislivello delle acque nelle depressioni e quindi della produzione di energia elettrica, si costruiscono canali periferici al principale con acque a livello marino per ricuperare parte dei terreni nelle zone desertiche o attivare gli scambi per via marina, come ad esempio l’Egitto dove il novantacinque percento del paese è deserto, l’Arabia Saudita, la Giordania, la Libia, ecc. In altre parole si porta il mare e le relative colture di mangrovie nelle zone desertiche, con tutti i riflessi positivi che generano.

Un primo caso è già stato documentato in corrispondenza del Mar Morto con la costruzione di una centrale idroelettrica in territorio Giordano, che si trovava a 392 m sotto il livello del mare e a circa 70 km dal Mar Mediterraneo. Per la produzione di energia elettrica si possono usare delle turbine idrauliche FRANCIS con sei ruote multiple della potenza di 700 Mw, che utilizzano un salto di 350 m, portate d’acqua di circa 220 m 3 al secondo e producono 6 miliardi di kwh all’anno. La quantità d’acqua di circa 6.9 km 3 in un anno, che viene scaricata nel bacino e contemporaneamente evaporata.

La seconda visione progettuale prevede la costruzione di un reticolo di canali alimentati da acque marine e colture di mangrovie che si dipartono dal canale principale, in modo da attivare le zone desertiche di Israele, del Libano, della Siria con nuovi insediamenti collegati con una rete idrica per il trasporto di merci e persone. La Giordania non è il solo paese con una tale situazione, ma altre se ne trovano come ad esempio la depressione di Qattàra a -134 m sotto il livello del mar Mediterraneo, in territorio Egiziano, la depressione Cirenaica in Libia. La zona di Kairouan in Tunisia a -60 m sotto il livello marino e solo 30 km dal mar Mediterraneo, per raggiungere successivamente la depressione di Chott in Marocco a -40 m e distante dalla prima di circa 200 km. La depressione della Dacancalia a -116 m sotto il livello del mar Rosso, in Eritrea. La più interessante depressione per la sua ampia superficie si trova nel Mar Caspio, ha una superficie di circa 700.000 km2 anche se solo 28 m sotto il livello del mare.

Le zone al di sotto del livello del mare atte a fornire energia elettrica con centrali non inquinanti sono molteplici, come cospicue sono le zone desertiche dove sarà possibile attivare in parallelo alle centrali idroelettriche, un reticolo acquifero dal canale principale ai secondari, al fine di riattivare le zone desertiche con opportuni bacini che permettono insediamenti agricoli e abitativi oltre al trasporto di merci e persone a basso costo.

*Prof. Ing. Romano Panagin, ex docente al politecnico di Torino e Milano

print_icon