Pd, a Torino e Asti volano le colombe
22:49 Mercoledì 13 Novembre 2013 0Sotto la Mole i quattro candidati alla segreteria provinciale sottoscrivono l'armistizio e si avviano a una gestione condivisa del partito. Nella città del Palio annullati i quattro congressi contestati: dove si tornerà a votare
Dopo i giorni degli scontri è il tempo del compromesso. E nel cielo democratico, da Torino ad Asti, hanno iniziato a volare le colombe.
Nel capoluogo l’armistizio è stato siglato nella tarda serata di un mercoledì pioviginoso. Attorno allo stesso tavoloi quattro sfidanti alla segreteria provinciale del Pd subalpino, Fabrizio Morri, Aldo Corgiat, Matteo Franceschini Beghini e Alessandro Altamura. La conditio sine qua non è stata il riconoscimento senza se e senza ma della vittoria congressuale del candidato renziano, che per contro ha risposto con ramoscelli d’ulivo a ogni richiesta degli altri tre. A partire dal caso Barriera di Milano dove ha confermato l’intendimento di affidare a una figura di garanzia il circolo – si fa il nome di Gioacchino Cuntrò – che accompagni i militanti verso la designazione dei nuovi vertici. Accolto il passo indietro di Salvatore Iatì che si è dimesso anche da coordinatore di commissione in Circoscrizione e via alle verifiche sul tesseramento. Sì al principio di riequilibrio in assemblea, come chiesto dai tre candidati della minoranza (e sancito da una norma nazionale), per contro il segretario ottiene che l’assemblea stessa sia integrata dai dieci membri della segreteria che lui stesso nominerà (presumibilmente tutti espressione della maggioranza). I quattro, infine, hanno trovato un accordo anche sugli incarichi di garanzia: il presidente dell’assemblea e del Collegio dei garanti saranno espressione della minoranza, mentre il tesoriere sarà condiviso tra le anime del partito provinciale.
E’ questo il frutto di un lungo pomeriggio di trattative in cui si sono incontrati gli stati maggiori delle minoranze per delineare la strategia. Presenti il vice presidente di Palazzo Lascaris Roberto Placido, il senatore Stefano Esposito (autore della proposta di mediazione), l’assessore torinese Ilda Curti, il presidente della IV Circoscrizione Claudio Cerrato, l’assessore provinciale Carlo Chiama, il consigliere provinciale Antonio Ferrentino, Mario Sechi, Luciano Marengo e Daniela Todarello. E proprio da questa platea potrebbe uscire il nome del prossimo presidente dell’assemblea, carica per la quale è in pole position la civatiana Curti, gradita anche nell’altro schieramento, e dei garanti (probabile Marengo), più difficile l’opzione Altamura che paga il fatto di essere stato parte attiva del contendere. Sull’altro fronte sconfitto il falco Giancarlo Quagliotti, è prevalsa la linea della distensione promossa da Stefano Lo Russo, Giusi La Ganga e Salvatore Buglio.
Anche ad Asti, come detto, si va verso un compromesso. Non ci sarà il “congelamento” di tutti i congressi come deliberato dalla Commissione regionale, ma allo stesso tempo non ci verrà neanche riconosciuto sic et simpliciter l’esito delle assise che hanno visto un aumento esponenziale delle tessere con le conseguenti polemiche sul voto di cittadini stranieri. Si tornerà a votare nei quattro circoli contestati, compreso quello di Asti città: «E’ stata confermata la preoccupazione sui principi di trasparenza delle adesioni – afferma allo Spiffero Lorenzo Gentile - Ora però, a livello locale e regionale deve tornare protagonista la politica». Intanto rumor romani parlano di uno scambio politico tra Asti e Lecce: se infatti in Piemonte è la componente renziana imputata di aver commesso scorrettezze, in Puglia sono i cuperliani. E allora stesso trattamento per entrambi e la sfida finisce pari e patta. L’aspetto grottesco, se venisse confermato, sarebbe legato alla platea congressuale: per contrastare il fenomeno dell’incremento abnorme di tessere, infatti, dal Nazareno hanno deciso che verrà riaperta la finestra per le iscrizioni.