Iva, misure killer per le imprese
08:00 Martedì 03 Febbraio 2015 1Le nuove norme introdotte dalla legge di stabilità sono una mazzata sui conti, in particolare per i fornitori della grande distribuzione e della pubblica amministrazione. 4 aziende su 10 minacciano di cessare l’attività. L’allarme di Confindustria Cuneo
Oltre il 50% delle aziende cuneesi fornitrici della pubblica amministrazione così come della grande distribuzione potrebbe a breve dover ridurre forza lavoro attualmente occupata e ritardare il pagamento degli stipendi, mentre il 40% non esclude addirittura di essere costretto a chiudere definitivamente l’attività. Questo disastro economico che incombe sulla Granda, secondo Confindustria Cuneo che ha commissionato il sondaggio dall’esito allarmante, è figlio del reverse charge per i fornitori della grande distribuzione organizzata e dello split payement per i fornitori della pubblica amministrazione, ovvero di quelle misure introdotte dalla Legge di Stabilità che obbligano le aziende a emettere fatture senza Iva a debito con la conseguenza di creare un problema finanziario alle aziende stesse, alle quali il valore dell’imposta non verrà più pagato dalla grande distribuzione organizzata e dalla pubblica amministrazione, bensì dallo Stato con tempi di rimborso che nessuno crede saranno rapidi.
Tra gli imprenditori nessuno si fa troppe illusioni: impossibile immaginare tempi di rimborso da parte dello Stato più brevi di due o tre anni e in un lasso di tempo come questo i problemi per molte aziende possono arrivare, in non pochi casi, a mettere in discussione la loro stessa sopravvivenza. Questo, ovviamente, mentre lo Stato incasserà subito l’Iva sia dalla pubblica amministrazione, sia dalla grande distribuzione. Durissimo il presidente di Confindustria Cuneo, Franco Biraghi, che ha definito questa manovra, annunciata dal governo come uno strumento contro l’evasione fiscale, nulla di diverso da “un prestito forzoso senza interessi imposto alle imprese dallo Stato”.
Biraghi ha scritto un po’ a tutti, dal presidente del Consiglio ai parlamentari europei e italiani. Per ora l’unica risposta giunta è quella dell’europarlamentare Alberto Cirio (Forza Italia) che nei giorni scorsi ha incontrato una delegazione di imprenditori cuneesi. Il fronte di Bruxelles è ritenuto molto importante nella vicenda, poiché l’obiettivo dell’associazione datoriale è quello di ottenere la bocciatura e la conseguente cancellazione del provvedimento da parte del Consiglio europeo. Lo stesso Cirio, nel dicembre scorso aveva presentato in commissione una interrogazione per chiedere la valutazione della legittimità del provvedimento e ne annuncia una seconda per conoscere i motivi che hanno portato l’Italia far entrare in vigore dal primo gennaio la norma dell’inversione contabile per i fornitori della pubblica amministrazione, mentre è stato “congelato” il provvedimento per i fornitori della grande distribuzione, in attesa del via libera di Bruxelles. Una battaglia appena incominciata quella degli imprenditori cuneesi. Che si combatte su due fronti: quello europeo e quello italiano. Nessuno dei due, a quanto pare, intenzionato a cedere.