Opa dipietrista su Grugliasco: “D’Acri candidato sindaco”
08:00 Sabato 03 Settembre 2011Il leader dell’Idv, nella cittadina dell'hinterland torinese per promuovere la campagna referendaria, confida: “Ci sto lavorando personalmente”. E Buquicchio sonda Turigliatto per un’alleanza alternativa al Pd (e un suo passo indietro)
«Marco D’Acri è il nostro candidato sindaco a Grugliasco, perché è un uomo in gamba che mette insieme la freschezza della gioventù con una profonda conoscenza del territorio. E soprattutto è uno che ha le mani pulite». A parlare, tra un comizio e una stretta di mano, è il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, in terra subalpina per promuovere la campagna referendaria che vede impegnato il suo partito in tutta la Penisola. Una investitura prestigiosa da parte dell’ex pm di Mani Pulite, che assicura: «Sto lavorando personalmente a questa operazione».
D'Acri, grugliaschese di 32 anni, è attualmente assessore provinciale al Bilancio. Nel 2007 viene eletto consigliere comunale e da quel momento inizia per lui una repentina ascesa politica. In pochi anni brucia tutte le tappe: nel 2009 arriva l'elezione nel parlentino provinciale, prima di essere scelto dal presidente Antonio Saitta, che l'ha voluto nella propria squadra di governo.
Grugliasco, anche conosciuta come la Stalingrado dell’Ovest, per la forte tradizione socialcomunista che l'ha connotata negli ultimi 50 anni, è la principale città della Provincia che il prossimo anno si recherà alle urne ed è la città nella quale i dipietristi potrebbero davvero sparigliare, visti gli ottimi risultati conseguiti nelle ultime tornate elettorali. Dopo dieci anni di amministrazione targata Marcello Mazzù il Partito democratico e le altre forze della coalizione sono già impegnati da mesi in un dibattito sotterraneo sul nome del successore. Lui, il sindaco, il suo delfino già l’ha individuato da tempo in Roberto Montà, 34 anni, attuale assessore al Bilancio, che però pagherebbe l’ostilità di un pezzo di partito.
Dal dopoguerra al 1994 Pci e Psi hanno sempre amministrato indisturbati sino a quando l’affaire Le Gru e la decapitazione di tutta l’allora classe dirigente ad opera della magistratura fece emergere la figura di un politico sui generis, Mariano Turigliatto, alla guida della città dal 1994 al 2001 - per un mandato assieme ai partiti di centrosinistra, poi da solo, grazie ai soli voti dei Verdi e delle liste civiche che lo sostenevano -. A lui successe Mazzù, medico, il suo più stretto collaboratore fino al 2002, prima di diventarne il nemico giurato. Ieri, in piazza 66 martiri, c’erano entrambi a dare il benvenuto a Di Pietro: il primo per dovere di ospitalità, il secondo perché da sempre vicino al movimento dipietrista, tanto che in passato si era addirittura parlato di una sua possibile adesione all’Idv.
Proprio Turigliatto - che ieri ha avuto un lungo colloquio con Di Pietro - rappresenta in questo quadro la variabile impazzita. Dopo dieci anni alla testa di Palazzo Civico e cinque in Consiglio regionale gode ancore di un riscontro tutt’altro che trascurabile in città e per questo ha già annunciato la volontà di tornare a competere per la poltrona di primo cittadino. Lavora da giorni a un tavolo di tutte le forze del centrosinistra per tentare di coagulare attorno al suo nome la più ampia convergenza di liste e partiti. A trattare con lui andrà direttamente il capogruppo dipietrista a Palazzo Lascaris Andrea Buquicchio, con cui i rapporti sono ottimi. Gli chiederà un passo indietro e il pieno sostegno a D’Acri in cambio di una futura gratificazione per il suo impegno, magari tra i banchi di Montecitorio o di Palazzo Madama. Garante dell’accordo? Don Tonino, naturalmente.