VERSO IL VOTO

Fassino alle corde ingaggia un pugile

Il campione italiano e intercontinentale dei superleggeri, Scarpa, candidato nella lista civica del sindaco. Tra Comune e circoscrizioni sono una cinquantina ad aver dato la disponibilità. De Michele: "Pronti a dare una mano ma non accettiamo ricatti". Il nodo Sbriglio

A leggere gli ultimi sondaggi, Piero Fassino è alle corde. Allora perché non far salire sul ring elettorale un pugile, addirittura un campione italiano e intercontinentale? E così Andrea Scarpa, 28 anni, viene reclutato nella scuderia del centrosinistra alle prossime comunali di Torino. Anzi, la gloria nostrana dello sport dovrebbe essere boxer di punta della lista civica coordinata da Pino De Michele nel solco di Alleanza per Torino, di cui l’ex segretario della Margherita detiene il simbolo. Le rilevazioni diffuse da Piazza Pulita dicono che la coalizione del Lungo è ferma al 42% (M5s al 28, Centrodestra, con Osvaldo Napoli candidato, al 19 e Sinistra Italiana all’11), ben lontana dall’obiettivo dichiarato di un successo al primo turno. Meglio indossare i guantoni, dunque, e prepararsi a una campagna elettorale che non sarà priva di colpi bassi, giusto per evitare di finire al tappeto. Un'operazione nell'aria da tempo e forse non è stato un caso che a celebrare l'ultimo successo ottenuto dal pugile a novembre, quando ha vinto la cintura Ibf, ci sia stata anche la politica, con una premiazione organizzata per lui in pompa magna a Palazzo Lascaris dal presidente del Consiglio regionale Mauro Laus e dal suo vice Nino Boeti. Un personaggio non proprio sconosciuto al milieu politico della sinistra torinese, essendo legato sentimentalmente alla figlia di Rosanna Abbà, membro della segreteria regionale del Pd.

 

Ma Scarpa, che al di fuori dalla passione sportiva fa il cameriere e dice di voler portare i valori dello sport nella politica, è solo uno dei 50 che finora hanno dato la disponibilità a mettersi in gioco nel cantiere civico messo in piedi da De Michele. Tra questi c’è Elisabetta Malagoli, che può contare su un supporter d’eccezione come Marco Novarino, docente di Storia contemporanea alla facoltà di Lettere. Pronto a ristampare i propri santini, seppur con un altro simbolo, Michele Presutti, dirigente dell’Asl To3, già candidato alle Regionali del 2014, classificandosi al quinto posto nella lista di Sel (il diretto interessato, però, per il momento parla solo di un "caffé interlocutorio") e nulla di più. Con loro anche Michelle Tudor, papà belga e madre romena, simbolo di una Torino cosmopolita, e Luca Conca, programmatore in un’azienda di automazione. “Ci teniamo in contatto su un gruppo di WatsApp che a oggi conta più di cento persone” spiega De Michele, che nell’avventura è coadiuvato dagli ex montiani Fabio Diena e Marco Cavaletto, con l’ex sindaco Valentino Castellani nelle vesti di padre nobile. “Il nostro intento è contribuire alla nascita di una nuova classe dirigente, per questo vogliamo gente nuova” prosegue De Michele, il quale, fosse per lui, ammetterebbe un’eccezione che risponde al nome di Giuseppe Sbriglio. L’ex assessore allo Sport, eletto nel 2011 sotto le insegne di Italia dei Valori, ha avuto rapporti molto altalenanti con Fassino, trovandosi  sempre in posizione borderline rispetto alla coalizione che sostiene il Lungo, soprattutto dopo la fine del partito dipietrista. Sul suo nome ci sarebbe un veto del primo cittadino in persona, ma pur non confermando De Michele chiarisce: “Noi non accettiamo diktat né ricatti da nessuno”. L’altra consigliera che si era avvicinata ad Alleanza per Torino, Piera Levi Montalcini, sarebbe, invece, sul punto di tornare nei Moderati, il partito che l’ha eletta nel 2011 e dal quale se n’era andata sbattendo la porta.

 

I prossimi giorni serviranno per fare il punto della situazione, anche rispetto al lavoro portato avanti sin qui dagli altri due pilastri della civica fassiniana, Davide Canavesio e Mario Giaccone. A quanto si apprende lo stato avanzamento lavori per quanto riguarda il loro fronte non segna significativi passi avanti. L’ex leader dei giovani industriali ha ammesso nei giorni scorsi di non esser riuscito finora a ingaggiare nomi spendibili nell’impresa “per la ritrosia di quel mondo nei confronti della politica in genere”. Se confermato sarebbe un bel buco nell’acqua, soprattutto visto e considerato la breccia in quel mondo della grillina Chiara Appendino, grazie ai buoni uffici del papà, manager di Prima Industrie, tra i più stretti collaboratori del leader di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato.