VERSO IL VOTO

Civiche o civetta, boom di liste fai-da-te

In vista del voto di primavera, a Torino come a Novara, c'è un gran fermento alle spalle dei partiti tradizionali. Fassino resuscita "Alleanza" dell'era Castellani per rispondere alla formazione chiampariniana. E Rosso prepara il suo rassemblement

Un po’ specchietti per allodole allergiche ai partiti, un po’ refugium peccatorum di personaggi in cerca di un seggio, un po’ stampella sul mercato per possibili candidati offerenti, le liste civiche ormai sono tutto e, spesso, il contrario di tutto. Civica: quasi un titolo nobiliare, un timbro di asserita qualità che strizzando l’occhio all’antipolitica gioca su quella lontananza più dichiarata che reale, dai partiti. Poi aprendo la scatola scopri che il contenuto, spesso, è simile a quello dei partiti e i personaggi, altrettanto spesso, sono vecchie pantegane delle sezioni o dei consigli comunali, ma la lista è “civica”. Una sorta di ogm free dove al posto del mais transgenico devi mettere il simbolo e il gioco è fatto. Sarà anche per questo che a meno di nove mesi dalle amministrative è tutto un fiorire o, almeno, un germogliare di formazioni di tal genere, sia sotto la Mole sia all’ombra della Cupola di San Gaudenzio. Già fin d’ora quando, ancora i sindaci uscenti debbono formalmente rivelare se intendono riprovare a fare un secondo giro, sia Torino così come Novara, le due principali città del Piemonte chiamate alle urne in primavera, non difettano certo di liste civiche, più o meno annunciate o ancora in cantiere.

 

Che Piero Fassino decida o meno di ripresentarsi (scelta che pare ormai obbligata a meno che Ban Ki-moon non riparta da Torino portandoselo all’Onu) il fronte chiampariniano ha già deciso il simbolo per la lista: il Monviso, ovviamente. Con Mario Giaccone ormai impegnato da settimane nello scouting e nell’abbozzare la formazione di cui si dice potrebbe essere capolista l’attuale direttrice del Circolo dei Lettori Maurizia Rebola. Tanti bussano alla porta del gruppo di lealisti del Chiampa, molti sono i contatti avviati, in specie tra i rappresentanti degli ordini professionali come Alessandro Lombardo che guida gli psicologici. Pesca soprattutto nel mondo del volontariato e tra quanti sono pronti a imbarcarsi nell’avventura c’è pure Bruno Ferragatta, il professore di religione fondatore della onlus “Terza settimana”, che provvede a fare la spesa per i poveri. Stesso milieu da quale proviene l’ex assessore “popolare” Marco Borgione che starebbe programmando la rentrée in Sala Rossa. Giovedì prima iniziativa pubblica sul Welfare con il sindaco alla Fondazione Fulvio Croce.

 

Un cadeau, quello offerto dal governatore, apprezzato a denti stretti da Fassino, felice come un tacchino a Natale di avere un possibile cuneo chiamparinesco non solo nella futura compagine di Palazzo Civico, ma ancor prima a contendere voti al di fuori del Pd all’altra lista cui Filura guarda con molta più attenzione e benevolenza: quella pronta a ri-nascere attorno al nome di un altro suo predecessore: Valentino Castellani.  “Alleanza per Torino” è un marchio nelle mani di Pino De Michele, ex segretario della Margherita, che proprio in questi giorni si sarebbe visto con il capogruppo dem di Palazzo civico Michele Paolino per perfezionare il piano di appoggio al Lungo, attraverso la riesumazione dal sarcofago della creatura di Castellani, uomo stimato da Fassino e da lui sistemato a Torino Strategica quale suo vice, affidando le chance elettorali all’ex dipietrista Giuseppe Sbriglio.

 

L’onda civica non risparmia neppure il centrodestra, dove mentre ci si arrabatta a cercare un candidato sindaco, certa è la partecipazione alla kermesse di manifesti e santini di “Un sogno per Torino” trasmutazione in elenco di papabili consiglieri dell’attuale associazione – un po’ brain storming un po’ comitato elettorale – dell’avvocato forzista Luca Olivetti. Lui lavora, a stretto contatto, con il coordinatore azzurro Gilberto Pichetto, tesse contatti con l’entourage dell’ex Cavaliere, ma nel frattempo si dedica alla lista con la Mole nel cuore. Sempre nel centrodestra (almeno tenendo per buono il nome) un altro evergreen sta costruendo la sua lista civica. Stanco dei tira e molla in casa Ncd, sazio delle cene di pesce offerte da Vito Bonsignore e delle giaculatorie sinistre di Giampiero Leo, l’ex azzurro (con fuitina tra i finiani) Roberto Rosso prepara la sua rete in riva al Po. In questi giorni è tutto un telefonare e mandare sms per preparare la riunione alla Gam il 24 ottobre dove riunire ed esibire un bel po’ di nomi di professionisti e imprenditori torinesi e convincerli che è arrivato il momento di seguirlo nell’impresa: una lista. Civica, manco a dirlo. E per farlo Rosso non rinuncia a incontri preparatori nella suggestiva location del circolo Amici del Fiume in via Moncalieri dove il 19 radunerà un gruppo di amici. Poco importa se la cornice di questo rendez-vous è la stessa che ha ospitato, poche settimane fa, la festa nazionale dei giovani turchi del Pd. Dove ha parlato Maria Elena Boschi mandando in pizzeria la sinistra dem, Rosso arriverà dopo aver già cenato, nei mesi scorsi, al banco di Sicilia ospite di don Vito da Bronte. L’ex parlamentare di Trino vercellese ormai è deciso e non c’è spigola che tenga. Niente simbolo di Ncd, la lista sarà civica, parbleu. Puntando a essere determinante al ballottaggio. Con chi? Si vedrà a tempo debito, spiega ai suoi Rosso che punta a farsi eleggere per conquistare la poltrona di presidente del Consiglio Comunale e tornare così nuovamente sulla scena politica locale.

 

Un virus che si moltiplica, muta, ma resiste e si diffonde: se a Torino ne nasceranno ancora, a Novara, per ora, le liste civiche sono già tre. Ad aprire le danze, ai primi di agosto, era stato il commercialista Gian Carlo Paracchini con la sua Civitas, presentata come formazione né di destra né di sinistra, anche se lui, il fondatore, classe 1938, è stato assessore nella prima giunta con sindaco il leghista Massimo Giordano. Di cui, qualcuno, vuole intravvedere l’ombra dietro la formazione che si dice equidistante dai due poli. Nella città dove la Lega pare intenzionata a non cedere di un millimetro sulla candidatura di Alessandro Canelli a costo di mettere in conto una guerra intestina con coltello tra i denti, il centrodestra sforna un’altra lista: quella per ora battezzata “Io Novara”, con quattro dei cinque consiglieri comunali dell’ex Pdl: Riccardo Monteggia, Raimondo Giuliano, Isabella Arnoldi e Daniele Andretta. Oltre centocinquanta persone alla presentazione sabato sorso e due punti fermi nel programma: scegliere il candidato sindaco con le primarie di coalizione e un avvertimento, neppure sottinteso alla Lega: nessuna imposizione, anche se arriva da Roma o da Milano. La terza lista nasce in un parcheggio: “Noi x Novara” è infatti l’incarnazione di un movimento di protesta contro le scelte in materia di mobilità della giunta di Andrea Ballarè e in particolare il sistema di parcheggi Musa. Un tema molto sentito in città e sul quale fa affidamento l’ex alfaniano Ivan de Grandis. E a sinistra? Dopo che un tentativo fatto – secondo i rumors – dallo stesso Ballarè, ma non riuscito, qualcosa si sta muovendo anche da quelle parti: un gruppo di ex socialisti sta lavorando a una lista in appoggio al sindaco.