Così i partiti si pappano la sanità

La ricca torta dei direttori di Asl, Aso e Federazioni sul tavolo delle trattative Lega-Pdl. Si attende il rientro dagli Usa di Monferino. Ecco la lista dei 6 top manager, tutti con sponsor politico

Gli echi delle polemiche hanno attraversato l’oceano e sono giunti sino a Detroit, dove dall’altro giorno si trova Paolo Monferino in virtù dei numerosi incarichi ancora ricoperti nel gruppo Fiat. Nella vecchia company town della contea di Wayne, infatti, il Lingotto ha convocato per una due giorni i consigli di amministrazione di Industrial e di Spa e l’ex manager Iveco siede ancora nel board di Case New Holland. Si parla di strategie globali, di nuovi mercati, di riassetti societari. Cose grosse, insomma. Ma per qualche ora ha dovuto rimettersi i panni dell’assessore regionale e riprendere in mano la lista con i nomi dei nuovi vertici della Sanità consegnata al presidente prima della partenza. Gli sono fischiate le orecchie ed è squillato più volte il cellulare, chiamato direttamente in causa nel corso dell’estenuante braccio di ferro ingaggiato dal Pdl proprio sulla short list dei futuri direttori di Asl, Aso e Federazioni.

 

L’alleato berlusconiano, preso atto di alcune esclusioni “eccellenti” (non compaiono, ad esempio, il ghighiano di ferro Remo Urani e il pedraliano Massimiliano Panella), ha fatto la voce grossa e ancora nel vertice di ieri sera, presenti i diarchi Enzo Ghigo e Agostino Ghiglia, il vicepresidente Ugo Cavallera e le due cheerleader leghiste Giovanna Quaglia e Elena Maccanti, si è sfiorata la rottura. Un terreno, quello della sanità, sul quale si è aperta una faglia pericolosa tra i partner della maggioranza. Meglio, tra Cota e il Pdl, giacché il Carroccio è un’entità politica che esiste solo come propaggine del suo leader.

 

Nel corso della riunione, il presidente Roberto Cota ha alternato fermezza e apertura, arrivando persino a mostrarsi disponibile a fare qualche concessione ma limitato dalla posizione intransigente di Monferino (insomma, il giochetto del poliziotto buono e poliziotto cattivo). Tatticismi a parte, il tempo incombe ed è ferma intenzione del governatore chiudere la partita se non nella giunta di venerdì prossimo, di certo il lunedì successivo (all’uopo ha fatto convocare una seduta dell’esecutivo), tenendo il più possibile fede a quei caratteri di professionalità di coloro che verranno designati. Soprattutto per i top manager delle sei federazioni sovra zonali, asse portante della “riforma” cotiana.

 

E i nomi sui quali si ragiona sono quelli di Angelo Del Favero, consulente del ministero molto sponsorizzato (tra gli altri) da Maurizio Sacconi, Giorgio Rabino, attuale commissario Asl Torino 3, il direttore amministrativo dell’azienda astigiana Carlo Marino, il commissario dell’Asl alessandrina Mario Pasino (protégé di Cavallera), Silvia Torrengo, responsabile dei servizi informatici del Mauriziano, e dulcis in fundo – per accontentare l’area popolare del Pd - Gian Paolo Zanetta, ex direttore generale del Mauriziano attualmente direttore amministrativo dell’Asl di Novara. Tutte designazioni con una forte connotazione politica. Non male per chi, come Cota, ha sempre promesso che avrebbe lasciato fuori i partiti dalla gestione della sanità piemontese.

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