GRANDI EVENTI

Olimpiadi, Cinquestelle divisi ora la parola passa a Di Maio

Restano profonde divergenze tra il gruppo M5s e Appendino (e anche all'interno della stessa maggioranza) sul dossier di candidatura ai Giochi invernali del 2026. Decisivo l'incontro di domani con il vicepremier. Sindaca fiduciosa: "Troveremo una sintesi". I PUNTI DEL DOCUMENTO

Sarà decisivo l’incontro previsto domani, nella prima serata, con Luigi Di Maio per sciogliere gli ultimi nodi della candidatura olimpica di Torino. Dopo la “notte dei veleni” andata in scena lunedì, in seguito al Consiglio comunale, e quella “tecnica” in cui si è cercato di smontare il dossier e integrarlo con quei “paletti” imprescindibili per il Movimento 5 stelle, restano ancora sul tavolo molte criticità su cui si attende l’ultima – definitiva? – parola del capo politico e vicepremier.

Al fianco della sindaca non c’è il suo portavoce Luca Pasquaretta (escluso per volere degli stessi consiglieri) e neppure l’architetto Alberto Sasso, colui che ha redatto il dossier della discordia; compaiono, invece, l’assessore all’Ambiente ed ex capogruppo Alberto Unia e il capo di gabinetto Mauro Marinari. Di fronte i 23 consiglieri che in modo compatto hanno approvato un documento in 45 punti (poi ridotti a 11), diventati la conditio sine qua non per sostenere la candidatura alle Olimpiadi di Torino. La riunione, iniziata con toni pacati e spirito di collaborazione, si è presto infiammata. Tra i temi più controversi c’era la richiesta di una fidejussione da 500 milioni del Cio per coprire eventuali spese impreviste a carico degli enti locali: argomento poi espunto dal novero delle richieste. Menttre resta imprescindibile l’analisi costi-benefici che la maggioranza vorrebbe a monte del dossier. “Il documento che mi hanno presentato i consiglieri è in larga parte condivisibile – ha affermato Appendino uscendo da Palazzo Civico – anche se restano alcune parti da rivedere”. Il problema sta nel restante dieci. Pieno accordo sulle richieste di mobilità sostenibile, attraverso l’utilizzo di auto elettriche per gli spostamenti di atleti e delegazioni, ma persino sulla possibilità di avere un evento plastic free pare ci siano state delle perplessità. “Siamo spaccati” scrive uno dei presenti dopo oltre due ore di confronto; “il problema – dice un altro - è che non può un consigliere di Torino dire cosa devono fare a Cesana”.

Una battuta che ben chiarisce le difficoltà di chi, come Appendino, non solo deve mettere d’accordo la sua maggioranza, ma pure le istanze di stakeholders e Comuni delle valli olimpiche, quei soggetti, insomma, che per primi le hanno offerto la propria collaborazione in questa impresa. Mediare sì, sbracare no. L’intervento di Sergio Chiamparino, nel pomeriggio, con la richiesta di esaminare il dossier definitivo prima che venga spedito a Governo e Cio è un avvertimento chiaro che va proprio in questa direzione. E la sindaca sa che le Olimpiadi non si fanno senza il sostegno, politico e finanziario, della Regione.

C’è poi la questione legata a come far valorizzare le integrazioni del Movimento: quanto si può incidere sul dossier predisposto da Sasso (al quale, va ricordato, l’incarico è stato offerto e pagato dai Comuni olimpici e non da Torino)? Cosa, invece, va inserito in un manifesto d’intenti che però – temono i più battaglieri - rischia di rimanere un libro dei sogni di cui nessuno terrà conto? Domande che probabilmente troveranno una risposta definitiva solo domani.   

Altro discorso è legato, infine, a cosa porterà tutto questo. A oggi, dopo tutto ciò che è accaduto, pare evidente che né l’esecutivo né tantomeno Giovanni Malagò intendano affidarsi totalmente a Torino. E nel caso si propendesse per un MiTo olimpico a quel punto sarebbe tutto da rifare, dal momento che la città capofila sarebbe Milano. Al termine della riunione la sindaca ha rilasciato una stringata dichiarazione: “La maggioranza mi ha presentato il suo documento, un lavoro molto produttivo e ho sottolineato le parti che considero condivisibili e quelle che non lo sono. In larga parte è condivisibili”. Da parte sua, afferma, “ho sottolineato che dovrò mediare con i territori nell’interesse collettivo di tutta l’area” metropolitana (ovvero i sindaci della Via Lattea). Appendino ha aggiunto che “anche nell’incontro di domani con Di Maio, siccome viene proposto un modello che dovrebbe essere 5 Stelle anche per alcuni impegni che sono di competenza del Governo dovremo discuterne con lui”.

QUI LO STUDIO DI FATTIBILITA'

Quando Appendino ha già abbandonato il Comune, il gruppo del M5s, rimasto a Palazzo Civico per discutere ancora, annuncia gli 11 punti imprescindibili per dire sì ai Cinque Cerchi che presenterà a Di Maio.

1. Studio dell’esperienza Torino 2006 e analisi costi/benefici;

2. Evento come parte di una strategia a lungo termine per avere ricadute cittadine positive su: occupazione, trasporti, recupero edifici e suolo, emissioni zero e attrazione investimenti per innovazione 4.0;

3. Torino CashLess 2026: transazioni basate su blockchain, tracciabili per contrastare eventuali fenomeni legati alla corruzione o a possibili infiltrazioni mafiose;

4. Definizione di un tetto massimo di spesa pubblica, garanzie di copertura da sforamenti e di controllo della spesa, nessun debito per gli enti locali;

5. Protocollo di intesa con ANAC;

6. Zero consumo di suolo e sensibilizzazione sui cambiamenti climatici;

7. Plastic free e acqua pubblica;

8. Cambio del paradigma sulla mobilità, basata prioritariamente su mobilità elettrica sostenibile;

9. Garanzia dell’utilizzo costante degli impianti sportivi e diffusione pratica sportiva prima e dopo l'evento, con attenzione per le fasce deboli e svantaggiate, soggetti con disabilità e la terza età.

10. Piano di recupero per edilizia residenziale pubblica di una rilevante quota dei villaggi olimpici nella Città di Torino, energeticamente autosufficienti.

11. Pagamento puntuale e certo dei fornitori

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