POLITICA & GIUSTIZIA

Altro processo per il portavoce di Appendino

La Procura di Torino ha chiuso le indagini sull'installazione del maxischermo a Parco Dora nella serata di Champions. I magistrati intenzionati a procedere contro Pasquaretta e altre tre persone. Il collaboratore della sindaca già nei guai per la consulenza al Salone del Libro

Il portavoce di Chiara Appendino verso il processo in una branca dell’inchiesta sui fatti del 3 giugno in piazza San Carlo. La Procura di Torino ha chiuso l’inchiesta sulle modalità con cui è stata organizzata la proiezione su maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, al Parco Dora; un’appendice, di fatto, al grande evento di piazza San Carlo. I reati ipotizzati per Pasquaretta – attualmente in ferie da Palazzo Civico e sé dicente responsabile comunicazione per la candidatura olimpica di Torino - sono “apertura abusiva di luoghi di spettacolo” unita a una violazione dell’articolo 633 del Codice Penale (“invasione di terreni”). Secondo quanto è emerso dagli accertamenti, l’evento - concomitante a quello più grande in Piazza San Carlo - fu portato a Parco Dora senza tutte le autorizzazioni necessarie. Assieme a Pasquaretta sono indagate altre tre persone.

Nelle indagini sul disastro del 3 giugno dello scorso anno, in cui rimasero ferite oltre 1.500 persone e morì una ragazza, Erika Pioletti, di 38 anni - gli inquirenti scoprirono che non esisteva nessun atto negli archivi di Palazzo Civico che autorizzasse l’evento parallelo al Parco Dora: non una delibera e neanche una determina dirigenziale, nessuna autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico.

A Parco Dora non successe nulla, fu un evento che, come certificarono i carabinieri, raccolse fra le 2.500 e le 3.000 persone “senza alcun problema di ordine pubblico”. A interessare i pm Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacileo sono i fatti che precedettero la serata. Furono loro stessi a riferirlo a Pasquaretta il 24 novembre 2017, quando lo interrogarono come testimone: “Tutta la manifestazione si è svolta in carenza delle autorizzazioni amministrative e, quindi, il suolo pubblico è stato occupato abusivamente”. “Ne prendo atto ma non ne so assolutamente nulla”, rispose il portavoce. Il punto di partenza era che il 7 giugno, in occasione dell’apertura del Salone dell’Auto, al Parco Dora era previsto il montaggio di un maxischermo da utilizzare come drive in. Bastava anticipare il tutto di qualche giorno e si poteva trasmettere anche la partita. Ma chi lo decise? Secondo il racconto di Pasquaretta, fu Paolo Giordana, all’epoca capo di gabinetto del Comune (indagato), a comunicargli che “il Salone dell’Auto era tra i soggetti interessati a proiettare la finale di Champions e che verosimilmente avrebbe utilizzato l’area del Parco Dora”. Pasquaretta disse che conosceva Franco Capra, il professionista che curava gli allestimenti per conto del Salone, ma che non ebbe contatti con lui in merito all’organizzazione della serata del 3 giugno: “Erano aspetti che non mi interessavano e non riguardavano le mie competenze”. Giordana, interrogato tre giorni dopo, assicurò di non avere mai chiesto a Pasquaretta di contattare Capra per anticipare il montaggio dello schermo. Non solo. Poiché la Città non aveva dato il patrocinio istituzionale a quella proiezione, “non dovevo né sapere né chiedere se fosse stata autorizzata o meno”.

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