POLITICA & GIUSTIZIA

Spataro contro il decreto Sicurezza: "Ci sono profili di incostituzionalità"

Il procuratore capo di Torino smonta il provvedimento simbolo del nuovo corso leghista e firma un protocollo per far lavorare i migranti negli uffici della procura. Nuovo match con Salvini

Il decreto Sicurezza ha degli “aspetti di incostituzionalità”. Parla da “giurista pratico” di queste vicende Armando Spataro, procuratore di Torino, intervenuto a margine del protocollo sottoscritto con una cooperativa sociale che permette lo svolgimento di attività di volontariato da parte dei migranti presso gli uffici della Procura torinese. Secondo Spataro il provvedimento fortemente voluto da ministro dell’Interno Matteo Salvini “potrebbe essere oggetto, se ricorrono gli estremi, di questioni sollevate anche dagli uffici giudiziari”. “Vedremo – ha concluso – spero prevalga il buonsenso”. Il procuratore capo di Torino ha inoltre aggiunto di non invidiare “chi ha responsabilità di guida del paese, quando deve compiere scelte e decidere su questo problema. Si tratta di scelte difficilissime. Nello stesso tempo - ha concluso - è impensabile guardare agli immigrati come a un peso di cui sbarazzarsi, un problema che produce fastidio”. E ha citato le parole di Stefano Rodotà, secondo cui “la solidarietà non è un sentimento ma è un dovere e un diritto”.

Così il numero uno della Procura di Torino apre un nuovo fronte con il titolare del Viminale dopo che già in estate era andato allo scontro proprio sul tema dei migranti, quando a luglio ha presentato le nuove linee guida per affrontare i reati “motivati da ragione di odio e discriminazione etnico-religiosa” perché “negli ultimi mesi si è registrato nel territorio del circondario un sensibile aumento dei reati”, come aggressioni, minacce, ingiurie, affissioni di “volgari e intollerabili manifesti” e “scritte dello stesso contenuto vergate su immobili pubblici”. Una linea sostenuta anche dal procuratore vicario Paolo Borgna, esperto in tema di migrazioni e sicurezza urbana secondo il quale “certi cattivi umori da cui nascono comportamenti di odio razziale prendono il via da disagi che vengono esasperati. I disagi reali che certi strati della popolazione vanno letti e capiti, ma non vanno cavalcati e aizzati”. Una presa di posizione cui Salvini ha replicato stizzito: “Forse il procuratore capo di Torino pensa che l’intera Africa possa essere ospitata in Italia? Idea bizzarra”.

Ruggini antiche che hanno origine dalla richiesta con cui Spataro aveva chiesto prima al ministro Andrea Orlando – senza ottenere risposte ai solleciti – e poi al suo successore Alfonso Bonafede l’autorizzazione a procedere proprio contro Salvini, dopo che il leader della Lega, durante il congresso piemontese del 2016, aveva definito la magistratura italiana una “schifezza”. E proprio il Guardasigilli grillino, nel settembre scorso, ha dato il via libera, consentendo a Spataro di procedere nei confronti del vicepremier.

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