DISCORDIA ISTITUZIONALE

Chiappendino finisce sotto il Tav

Persino il governatore perde le staffe con la sindaca e sulla Torino-Lione la rimbrotta: "Fa bene ad andare a Dubai per cercare investitori, ma spieghi ai suoi consiglieri che non si possono far spostare persone e merci con un tunnel del 1871"

E così anche il Chiappendino è finito sotto il Tav. Travolto dal supertreno della Torino-Lione che il governatore del Piemonte lancia a tutta velocità contro la sindaca grillina. Una strigliata che ha pochi precedenti nella storia della concordia istituzionale promossa e difesa dai due vertici di piazza Castello e Palazzo Civico, impegnati tradizionalmente fianco a fianco su tutti i principali dossier in comune, dal Salone del Libro a Gtt, passando per la Città della Salute.

Riguardo al forfait annunciato da Appendino alla prossimo Consiglio, in cui si discuterà l’ordine del giorno contro la Tav, Chiamparino precisa che “fa bene ad andare a Dubai per cercare di portare investitori; spero trovi il tempo di spiegare ai consiglieri pentastellati che è difficile essere attrattivi quando si pretende di far spostare persone e merci su un valico internazionale con un tunnel del 1871! Sempre che anche lei ne sia convinta!”. Una bella strigliata che arriva proprio mentre la prima cittadina si sente sempre più stretta in una tenaglia che vede da una parte imprese e sindacati e dall’altra la sua maggioranza, sempre meno disposta a sostenere progetti e atti intrisi di realpolitick. “Siamo la città di Cavour, ma temo che se il conte sapesse che nel 2018 c’è chi vorrebbe utilizzare ancora il “suo” tunnel per il futuro del Piemonte non sarebbe contento; probabilmente si rigirerebbe indispettito nella tomba” conclude Chiamparino.

Lo stesso presidente della Regione, che tanto comprensivo si era già dimostrato in occasione del pasticciaccio olimpico, aveva sottoscritto proprio assieme alla neo sindaca quel patto per il Piemonte che poi non vide mai la luce per la caduta del governo Renzi in cui erano contenute una serie di opere propedeutiche alla Torino-Lione e ha pure dato il via libera alla Fm5, dal San Luigi a Porta Susa, realizzata con le risorse della Tav. Ora fa approvare ai suoi consiglieri un documento che schiera Torino contro la grande opera. E forse non c’è da stupirsi se pure l’ultimo dei suoi grandi supporter – dopo il gelo calato con i vertici nazionali del M5s – alla fine abbia perso la pazienza e buttato, almeno per un giorno, il Chiappendino sotto il treno.