LAVORO & OCCUPAZIONE

Comital, "cassa" sotto l'albero

Siglato l'accordo all'assessorato al Lavoro della Regione Piemonte. Sostegno al reddito per un anno a partire dal 2 gennaio. I sindacati: "Ora riconvertire lo stabilimento di Volpiano"

Dal Tribunale di Ivrea è arrivato il semaforo verde per la cassa integrazione straordinaria per cessazione che coinvolge i 130 lavoratori di Comital e Lamalù di Volpiano. È quanto emerso al termine del tavolo regionale dopo l’incontro dell’11 dicembre scorso al ministero dello Sviluppo economico nel corso del quale sono stati resi noti i contenuti della circolare applicativa, articolo 43 bis, del cosiddetto Decreto Genova. I curatori hanno spiegato che, dopo aver approfondito gli aspetti tecnici della circolare, sussistono le condizioni per far sì che i lavoratori di Comital e Lamalu possano accedere alla domanda di cassa integrazione straordinaria. Ora azienda e sindacati torneranno al ministero del lavoro per sottoscrivere entro fine anno il cosiddetto esame congiunto e far partire la cassa dal 2 gennaio, per la durata di un anno. Revocati, dunque, i licenziamenti in attesa dell’esame congiunto presso il ministero del Lavoro. “C’è voluto parecchio prima che il ministero capisse cosa doveva fare oltre alle promesse e alla propaganda – afferma il segretario della Fim-Cisl di Torino e Canavese Claudio Chiarle -. Questo è costato mesi di salario ai lavoratori. Luigi Di Maio ha fatto solo il suo lavoro e in ritardo”.

“Sono naturalmente soddisfatta - dichiara l’assessora al Lavoro Gianna Pentenero - per la possibilità che i lavoratori delle due aziende, dopo mesi di incertezze, possano beneficiare di una boccata di ossigeno. La richiesta di cassa sarà accompagnata da un accordo sulle politiche attive del lavoro, che la Regione Piemonte metterà in campo per favorire la riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori. Intanto stiamo lavorando per ottenere il primo possibile la convocazione al ministero e per riattivare la procedura che consente l’anticipo dell’indennità di cassa”.

“Per un anno i lavoratori avranno un sostegno al reddito e i versamenti contributivi - spiegano Federico Bellono e Julia Vermena della Fiom di Torino - dopo i 6 mesi di vuoto seguiti alla dichiarazione di fallimento. Si tratta di un risultato importante, e non scontato fino a pochi giorni fa, frutto della determinazione di lavoratori che non hanno mai mollato, neanche nei momenti più difficili. Un risultato per loro ma anche per tutte le realtà che si trovano nella medesima situazione. Ora occorre concentrarsi sulle prospettive industriali di Volpiano e quindi sul nuovo bando predisposto dai curatori, per dare un futuro ai lavoratori e alle loro famiglie”.

I curatori fallimentari delle due aziende hanno comunicato che l’ammortizzatore sociale dovrà essere autorizzato entro il 28 dicembre in sede ministeriale, mentre la sua partenza effettiva è prevista a partire dal 2 gennaio 2019. L’intesa siglata oggi prevede l’attivazione di percorsi di politiche attive da parte della Regione e, grazie a questo aspetto, consentirà alla vicenda Comital e Lamalù di rientrare nelle coperture previste dal decreto “emergenze”. I curatori hanno spiegato che al momento non ci sono ulteriori dettagli sulla pubblicazione del nuovo bando per la cessione delle due società, dopo che il precedente è andato deserto. Restano alcune manifestazioni di interesse, che non si sono ancora concretizzate. In questa fase mancano le procure a vendere per gli immobili e gli impianti, un aspetto sul quale i curatori continueranno a lavorare nei prossimi giorni.

“È positivo che sia finalmente arrivata l’autorizzazione - commentano Dario Basso, segretario della Uilm di Torino, e Ciro Di Dato, responsabile di zona per i metalmeccanici Uil -. Ora attendiamo la convocazione al ministero per l’esame congiunto della procedura, ma occorre guardare oltre. Questi 12 mesi di tempo dovranno essere utilizzati per garantire un futuro industriale alle due aziende e quindi occupazionale per i lavoratori. Sarebbe inaccettabile ritrovarsi tra un anno nella stessa condizione di partenza”.

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