PARTECIPAZIONE

Il referendum sulla Tav che il M5s non vuole

I promotori della consultazione popolare denunciano il "sabotaggio" dei grillini al Comune di Torino. I Radicali: "La petizione è rimasta ferma tre mesi". E chiedono alle madamin di esprimersi

“Il Movimento 5 stellevuole sabotare il referendum sulla Tav”. A leggerla così può apparire una contraddizione in termini, che proprio il partito della democrazia diretta voglia boicottare una consultazione popolare, eppure è l’accusa lanciata da +Europa e dai Radicali che lo scorso 10 novembre in piazza Castello raccolsero più di mille firme per chiedere al Consiglio comunale di Torino l’indizione di un referendum consultivo tra gli abitanti del capoluogo piemontese sulla grande opera congelata dal governo gialloverde.

Una iniziativa intrapresa all’indomani dell’approvazione in Sala Rossa dell’ordine del giorno contro la Torino-Lione “per dimostrare che i torinesi la pensano diversamente da questa maggioranza”. Andrea Maccagno di +Europa Torino e Igor Boni dei Radicali Italiani raccontano l’iter a Palazzo Civico: “Il 13 novembre depositammo la petizione e le firme in Comune e da allora il presidente Fabio Versaci ha impiegato quasi tre mesi per convocare la conferenza stampa dei promotori che si terrà il 5 febbraio”. Intanto l’aula ha eletto il nuovo presidente, Francesco Sicari, al quale ora spetterà l’onere di calendarizzare la discussione e consentire l’indizione della consultazione popolare entro il 28 febbraio, data ultima per consentire di abbinare il referendum alle elezioni regionali ed europee del 26 maggio. “È evidente che se non si riuscisse a ottenere un pronunciamento dei torinesi in quella data questa iniziativa non avrebbe senso” spiegano Maccagno e Boni. Non sfugge infatti che “entro le Europee” è anche il termine fissato dal premier Giuseppe Conte per una decisione definitiva sulla Tav.

“Favorevole” al referendum si dichiara anche il Pd, con il segretario della federazione torinese Mimmo Carretta: “A Roma nascondono le mozioni per non discuterne, a Torino aspettiamo Salvini che detti la linea anche su questo tema. Una soluzione potrebbe essere capire cosa ne pensano i cittadini”. Anche perché, è la chiosa dei Radicali, “sarebbe curioso che proprio i Cinquestelle, tradendo il loro stesso dna, boicottassero questa iniziativa”. Una battaglia nella quale i Radicali chiedono il sostegno anche delle madamin, peraltro in una fase complessa della loro storia “politica”:  “Chiediamo loro di scendere in campo per difendere il diritto dei cittadini torinesi ad esprimersi per il Sì, dopo che la maggioranza consiliare si è espressa per il No”.

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