TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd, "chi ha perso il congresso lasci l'incarico"

"Voltare pagina anche ad Alessandria". Con un post su facebook gli zingarettiani chiedono la testa dei vertici locali che al congresso hanno sostenuto Giachetti. Alla faccia dell'unità

Appena chiuse le urne che hanno portato Nicola Zingaretti alla guida del Pd, tra i suoi c’è già chi invoca l’apertura. Dei regolamenti di conti, però. Tra coloro che si sono schierati con Roberto Giachetti o Maurizio Martina in pochi si aspettavano quell’unità tanto sbandierata dai sostenitori del governatore del Lazio, ma da qui a vedersi recapitare espliciti avvisi di sfratto da incarichi legittimamente ricoperti e, a norma di statuto, non certo legati all’esito delle primarie nazionali, ce ne passa.

Forse non è un caso che gli inviti a sloggiare, sul modello di quello recapitato in Sicilia al segretario regionale, il renziano Davide Faraone, siano partiti proprio dalla provincia di Alessandria, dove Giachetti ha ottenuto il miglior risultato in Piemonte, eleggendo – unico caso in regione – due componenti in Assemblea Nazionale: l’ex deputata Cristina Bargero e l’ex parlamentare europeo di provenienza socialista Rapisardo Antinucci.

E proprio a quest’ultimo, gli zingarettiani di matrice orlandiana, hanno spedito sia pure in maniera informale, ma inequivocabile, richiesta di farsi da parte lasciando la guida della segreteria dem del capoluogo. Stesso invito lo ha, di fatto, ricevuto pure il segretario provinciale Fabio Scarsi, anch’egli schierato con Giachetti.

“Gli elettori chiedono al Pd di voltare pagina, anche ad Alessandria”, questo l’eloquente incipit del post pubblicato sulla pagina facebook di Piazza Grande, il sito della corrente Zingaretti, che in terra mandrogna è coordinata da Otello Marilli e ha nell’ex senatore e attuale tesoriere regionale del partito Daniele Borioli una delle figure di punta. “Le primarie ci consegnano un risultato straordinario sia in termini di partecipazione sia in termini di scelta di proposta politica. Il successo di Zingaretti ad Alessandria con il 64% dei consensi, risultando ampiamente maggioritario in tutti i comuni della provincia, ci consegna l’esigenza di un partito che anche al livello di territorio cambi passo nella sua azione politica a partire dall’opposizione alla destra che governa capoluogo ed ente provinciale”.

La risposta non si è fatta attendere. Non dice “che fai mi cacci?”, come Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi, ma il senso della risposta di Antinucci a Borioli è ancora se possibile più netta: “Continuerò a fare il segretario con le mie idee riformiste”.

E a chi “non condivide il mio lavoro”, il segretario che di fronte al manifesto zingarettiano sfodera amara ironia evocando “campi di rieducazione – per i giachettiani – in stile Cambogia di Pol Pot”, dice di presentare una mozione di sfiducia e chiedere un nuovo congresso cittadino. Toni che si fanno assai più duri in una delle tante chat piddine: “Hai alimentato per mesi la panzana che fossimo tutti pronti a inciuciare con i grillini – va giù duro l’ex senatore contro Antinucci – e adesso che si chiede un segnale di svolta ne fai una questione di lesa maestà”.

Insomma, ha un bel dire il segretario regionale Paolo Furia che l’obiettivo dopo l’esito dei gazebo deve essere “l'unità politica del Pd, il riconoscimento dei risultati, del pluralismo interno e una gestione plurale ma decisa del partito". Se, come pare difficile escludere, la resa dei conti partita dall’Alessandrino si allargherà alle altre province dove il partito non è ancora nelle mani degli zingarettiani, questo sarà un altro problema lungo la strada verso le regionali. Che, come noto, è tutt’altro che in discesa e sgombra di ostacoli.

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