VERSO IL VOTO

Centrodestra unito su Cirio

Arrivato il via libera di Salvini: pacta sunt servanda. Nessuno strappo con Forza Italia e coalizione ampia. Sarà l'eurodeputato di Alba a sfidare Chiamparino. Classe '72, fieramente langhetto, è stato assessore a Sport e Turismo della giunta Cota

Semaforo verde per Alberto Cirio. Matteo Salvini ha rotto gli ultimi indugi e ha dato il via libera mezz’ora fa alla candidatura dell’europarlamentare albese alla presidenza della Regione Piemonte. È stato lo stesso leader della Lega a comunicarlo al segretario del Carroccio piemontese Riccardo Molinari, al termine del vertice dei leader del centrodestra, un pranzo di due ore ad Arcore. All’interessato la notizia è stata data con una telefonata direttamente da Silvio Berlusconi.

Tutto si può dire di Cirio, non che non sia dotato di pazienza. ln confronto il patriarca Giobbe pare un bizzoso irrequieto. Dopo essere rimasto per oltre un anno sulla graticola, nel limbo della Rimborsopoli piemontese e nella morsa di giochi politici interni al suo stesso partito, l’ex assessore della giunta Cota, classe 1972, corona il suo sogno di sfidare il presidente uscente e ricandidato per il centrosinistra, Sergio Chiamparino. Del resto, proprio al governatore del Pd ha detto in più occasioni di volersi ispirare, al suo tratto popolare e alla indiscutibile empatia con l’elettorato, “non certo per le idee politiche”. Altro esempio di riferimento del politico langhetto è Aldo Viglione, suo conterraneo, il socialista che ha guidato il Piemonte dal 1973 al 1975 come presidente del Consiglio e nei successivi cinque anni a capo della giunta e poi ancora dal 1983 al 1985. Una laurea in giurisprudenza mai messa a frutto, Cirio è diventato corilicoltore dopo aver acquistato una cascina  a Cravanzana, ha iniziato la sua carriera politica nella Lega ad Alba (Cuneo), dove a metà degli anni Novanta è stato consigliere comunale e vicesindaco. Dopo gli esordi nella Lega Nord, nel 2004 viene di nuovo eletto consigliere comunale con Forza Italia. Nel 2005 viene eletto consigliere regionale con quasi 11 mila preferenze. Ricandidato alle regionali del 2010 con Il Popolo della Libertà, rieletto nella circoscrizione di Cuneo con oltre 14.500 preferenze e poi nominato assessore all’istruzione, al Turismo e allo Sport. Candidato alle elezioni europee del 2014, è eletto nelle liste di Forza Italia nella circoscrizione Italia nord-occidentale con oltre 35mila voti.

Fino all’ultimo Salvini pare abbia espresso perplessità sulla designazione di Cirio, non tanto sulla sua figura politica (che conosce avendolo avuto come collega a Bruxelles) quanto sul rischio che la vicenda giudiziaria – nella quale gli stessi pm hanno chiesto l’archiviazione – possa riservare un colpo di coda spiacevole (magari con l’imputazione coatta da parte del gup). Alla fine le insistenze del cerchio magico berlusconiano e il pericolo che il veto su Cirio riaprisse il baillame all’interno di Forza Italia 8sono rispuntati i nomi di Claudia Porchietto e Lucio Malan), l’ha condotto a mettere da parte ogni velleità, rinunciando alla candidatura civica dell’imprenditore Paolo Damilano. Una resa quella del Capitano (e di Giancarlo Giorgetti, vero artefice del piano B con Damilano)? Manco per idea, La vicinanza di Cirio al governatore ligure Giovanni Toti e le sue origini nel Carroccio rappresentano per il Carroccio una sufficiente garanzia sul futuro: al punto che dopo il voto del 26 maggio quando l’ex consigliere del Cav dovrebbe dar vita alla sua creatura postberlusconiana lo stesso Cirio lo seguirebbe quale fedele alleato della Lega. Se non addirittura tornando a casa.

“Ringrazio innanzitutto il presidente Berlusconi per aver proposto il mio nome e i leader della Lega e di Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, per la fiducia che mi hanno dimostrato - afferma Cirio -. Per arrivare ad oggi è stato necessario del tempo, è vero. Ma io vengo da una terra dove la natura, da secoli, insegna agli uomini che bisogna saper aspettare. Che ogni cosa va lasciata maturare. I nostri vini pregiati riposano al buio per mesi, anni. Ma quando finalmente vedono la luce, basta loro un istante per esprimere il meglio. E per comprendere che ogni giorno di quell’attesa ne è valsa la pena. Amo la mia Regione. Questo, per me, è un onore. E adesso si corre, con le scarpe da ginnastica ai piedi. Perché il Piemonte ha bisogno di energia. Ha bisogno di un’altra velocità”.

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