VERSO IL VOTO

Cirio: "Sono uomo di Berlusconi"

All'assemblea romana per celebrare i 25 anni di Forza Italia il neo candidato alla presidenza della Regione rivendica con orgoglio il suo legame col Cav. Un modo per scacciare i sospetti di essere la quinta colonna tra gli azzurri delle trame scissioniste dell'amico Toti

“Quando uno di noi viene insignito di un incarico così importante deve rappresentare tutti, soprattutto gli amministratori. E io cercherò di farlo, con grande impegno e grande orgoglio si essere un uomo di Forza Italia e di Silvio Berlusconi”. Il neocandidato del centrodestra alla presidenza del Piemonte, Alberto Cirio, sceglie l’assemblea degli eletti di Forza Italia, convocata a Roma per celebrare i 25 anni del partito fondato dal Cav per lanciare il suo primo messaggio dopo l’incoronazione di ieri. “Riusciremo a far tornare la bandiera di Forza Italia a sventolare anche a Torino”, afferma quasi volendo collocarsi, almeno in linea ideale, nel solco dei governi regionali presieduti da Enzo Ghigo, il primo “uomo di Berlusconi” ad aver occupato il piano nobile di piazza Castello nel decennio 1995-2005.

Un’affermazione che mira anche a scacciare l’ombra di forzista filo leghista che nelle ore successive alla designazione si allunga sul politico che proprio nella Lega (allora) Nord ha mosso i suoi primi passi in politica nella natia Alba, immagine ulteriormente rafforzata dalla vicinanza a Giovanni Toti, il governatore ligure ormai allontanatosi dalla corte di Arcore e in procinto di lanciare un nuovo soggetto post-berlusconiano, presumibilmente subito dopo le urne del 26 maggio. Cirio è da oggi ufficialmente in campagna elettorale e deve smentire quella frase che Matteo Salvini avrebbe pronunciato ai suoi per spiegare il via libera dato alla candidatura dell’europarlamentare langhetto: “Tanto ci prendiamo il Piemonte, indipendentemente da chi sarà il presidente”.

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