VERSO IL VOTO

Giachino e Parisi rilanciano: "La nostra lista civica ci sarà"

Incontro nello studio del commercialista Boidi con il madaMino e l'ex candidato sindaco di Milano. La questione sarà portata all'attenzione nazionale, intanto attovagliati al Garamond, i promotori della formazione pro Tav annunciano la raccolta delle firme necessarie

Il madaMino non molla. E, nonostante le più o meno apertamente dichiarate intenzioni dei tre partiti del centrodestra di tenere fuori dalla coalizione la sua lista Sì Tav-Sì Lavoro, le probabilità per Mino Giachino di vincere quelle resistenze potrebbero essere tutt’altro che scarse. Difficilmente i maggiorenti di Forza Italia (i più allarmati e per questo ostici verso l’ex sottosegretario ai Trasporti con Silvio Berlusconi), Lega e Fratelli d’Italia non potranno tenere conto di quel che è successo ieri, prima nello studio di uno dei più noti fiscalisti torinesi e poi al Garamond, i cui tavoli da sempre sono testimoni di incontri e decisioni importanti per la politica e gli affari della città.

Una serie di inviti, tra telefonate e messaggi, hanno portato una trentina di piccoli e medi imprenditori e professionisti in via Andrea Doria nello studio di Massimo Boidi, commercialista con vaste relazioni nella Torino che conta. Qui, insieme a Giachino c’erano anche Marco Francia e Stefano Parisi. E proprio la presenza dell’ex mister Chili, impegnato fin dall’inizio a sostegno della proposta elettorale nata dall’impegno di Giachino sul fronte a favore della Torino-Lione, è un ulteriore segnale circa l’intenzione di non accettare quella messa all’angolo da parte dei berluscones, non certo ad oggi osteggiata dalla Lega (nonostante i ripetuti apprezzamenti di Giachino nei confronti di Matteo Salvini), così come dal partito della Meloni.

Il fatto, poi, che da quella fetta di mondo delle imprese e delle professioni riunita prima nello studio Boidi, poi attovagliata al ristorante da basso, sia arrivato interesse, ma anche sprone e sostegno per una lista civica che raccoglie le loro istanze, potrebbe mutare un quadro ad oggi non certo favorevole o comunque ancora costellato di difficoltà. Difficoltà che lo stesso Parisi si farebbe carico di superare interloquendo, come ha assicurato durante l’incontro, con i vertici nazionali dei tre partiti, incominciando proprio da Forza Italia. Non è un mistero che tra i più determinati a tenere fuori Giachino dall’alleanza ci sia proprio il coordinatore regionale azzurro Paolo Zangrillo, planato sulla tolda di comando del partito piemontese non certo per conclamati meriti politici ma piuttosto per via di quella parentela con il medico personale del Cav (di cui è fratello). Un rapporto quello con l’ex sottosegretario che certo non era parso disteso già all’epoca della prima manifestazione Sì Tav di novembre, quando all’invito di Giachino il manager arruolato notte tempo alla politica per assenza di opportunità professionali aveva risposto negativamente e con un malcelato fastidio, promuovendo poi un successivo sit-in azzurro in miniatura.

Il timore di accentuare un già prevedibile calo di voti ha fatto il resto, indurendo la posizione di Forza Italia nei confronti della lista del madaMino. Che, nonostante tutto questo, resta sul tavolo elettorale. A quello del Garamond, ieri, intanto si è deciso di procedere con la raccolta delle firme per la presentazione della lista stessa. E visto quel che Giachino è riuscito a fare con la catena social, portando migliaia di persone a condividere il suo appello a favore della Tav e trascinandole in piazza, potrebbe essere un buon viatico per raggiungere l’obiettivo della sottoscrizione. Più incerto, naturalmente, il risultato dell’operazione di convincimento annunciata da Parisi nell’incontro di ieri. Che qualche orecchio nel centrodestra lo avrà fatto fischiare.

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