VERSO IL VOTO

Cirio ha un solo Fratello

Le quote rosa complicano i giochi. Il partito della Meloni alza bandiera bianca e si accontenta di un solo posto nel listino. La Lega fa man bassa e candida l'ex assessora Quaglia. In Forza Italia pressing della Ronzulli per Riva Vercellotti

Il fratello (d’Italia) è figlio unico. Si chiude con un calar di pretese, nonchè di braghe politiche dopo aver spinto per giorni in avanti le bretelle con i pollici, da parte del partito di Giorgia Meloni la complicata e tormentata vicenda del listino del centrodestra, vissuta quasi alla stregua di un incubo dal candidato governatore Alberto Cirio. L’ostacolo che pareva insormontabile, ovvero l’impuntatura di FdI con il suo segretario regionale Fabrizio Comba su due candidati e non meno di due – “O salta il tavolo” aveva detto la stessa Meloni, seguita nel ribadire il diktat da Guido Crosetto – è caduto oggi pomeriggio. Si accontenteranno di quel sol posto che la Lega si era detta disponibile a “cedere”, mentre due sono le caselle nella formazione del presidente assegnate a Forza Italia. Il Carroccio, memore del motto bossiano, ha tenuto duro: “Possiamo al massimo scendere a sette”, aveva avvertito gli alleati fin dall’inizio il segretario regionale Riccardo Molinari. E così sarà. Domani si rivedranno per definire tutti i nomi, ma i numeri sono quelli.

Ci si è arrivati, a quanto risulta, anche giocando una partita tra l’azzardo e il bluff. Pare che ad un certo punto dal Carroccio sia arrivata l’apertura ai due posti per FdI, ma con una condizione imprescindibile: dei due candidati sarebbe dovuta essere una donna. Panico tra i fratelli, dove di sorelle da candidare non ne avevano affatto messo in conto e l’unica papabile, Paola Ambrogio, moglie del consigliere regionale Roberto Ravello, avrebbe finito con il formare insieme a colui che sarà il solo candidato di FdI ovvero Maurizio Marrone, una coppia di ex aennini. Uno spostamento troppo evidente e troppo indigeribile per quella fetta del partito che proviene da Forza Italia o comunque non ha origini nella fiamma tricolore. E che già deve rinunciare al suo uomo, anzi all’uomo del deputato novarese Gaetano Nastri, ovvero Giuseppe Policaro, anch’egli un ex azzurro come il suo mentore.

Che la Lega si sia detta disponibile a cedere quel posto subordinandolo a una nomina femminile, sapendo che Comba avrebbe preferito, piuttosto, accettare quel che aveva sempre definito inaccettabile? Probabile. Comunque sia è andata così. E non è andata male per Forza Italia che mantiene saldi i suoi due candidati. Adesso il problema è che uno dei due posti andrà certamente a una donna. Di nomi non ne sono stati fatti, ma di sicuro c’è che uno dei due candidati in pectore, Marco Gabusi e Carlo Riva Vercellotti, dovrà farsi da parte. Toccherà rinunciare al presidente della Provincia di Vercelli, cui non viene del tutto perdonato il gran rifiuto a correre per diventare sindaco del capoluogo ma vanta pure un sostegno come quello della “badante” del Cav Licia Ronzulli, oppure al suo collega di Asti nonché sindaco di Canelli, carica dalla quale dovrebbe dimettersi una volta in Consiglio regionale rimandando al voto una delle capitali del vino piemontesi? I rumors tra gli azzurri garantiscono che, comunque vada, l'escluso si siederà nella futuribile giunta. E la donna? A parte l'autocandidatura della parlamentare Maria Rizzotti che, di fronte a una legislatura romana traballante non disdegnerebbe cinque anni sicuri a Palazzo Lascaris, l'unica certezza è la provenienza: sarà di Torino. E, con ogni probabilità, il suo inserimento corrisponderà pure all'incarico di assessore. Inoltre, l'eventuale elezione della Rizzotti lascerebbe il posto attualmente occupato a Palazzo Madama alla prima esclusa, Paola Vercellotti, ingegnere, vicepresidente dell'Uncem Piemonte e fedelissima dell'ex coordinatore regionale Gilberto Pichetto. Sarà lei? In verità, altri nomi stanno circolando e sono al vaglio di Cirio.

Il nodo si scioglierà entro domani. La Lega, intanto, ha già risolto la questione rosa: saranno tre le donne nel listino, per il Carroccio salviniano. In un caso, quello di Giovanna Quaglia, si tratterà di un ritorno. Insieme all’ex assessora regionale, ci saranno l’assessore di Pianezza nonché nuora Mario Carossa, capogruppo della Lega ai tempi di Roberto Cota, Sara Zambaia e la militante di lungo corso e dirigente del partito nel Canavese Astrid Sento (anche se insediata da Maria Piera Pastore). Gli altri quattro nomi della Lega dovrebbero essere Alberto Preioni, commissario del Carroccio nel Vco, il segretario biellese Michele Mosca, il capogruppo al Comune di Novara, Matteo Marnati (o Andrea Cane del Canavese) e il vercellese Alessandro Stecco.