PALAZZO CIVICO

E ora tagliamo le Circoscrizioni

Appendino vuole ridurre i quartieri di Torino da 8 a 5 dando attuazione alla riforma della passata amministrazione. Magari rivedendo confini e competenze. Il Consiglio approva il bilancio di previsione

Non è più tempo di indugiare. Chiara Appendino lo dice chiaramente alla Sala Rossa nella replica alla discussione sul bilancio di previsione del 2019: “Questo è il momento in cui il Consiglio dia un indirizzo sul decentramento” in assenza del quale “la giunta andrà avanti autonomamente”. La prima cittadina di Torino intende dare compimento alla riforma delle Circoscrizioni approvata negli ultimi mesi dell’amministrazione di Piero Fassino. Il centrosinistra varò un taglio da dieci a otto, posticipando la sforbiciata più “dolorosa” al 2021. Ora è Appendino a premere sull’acceleratore con l’obiettivo di ridurre a cinque le circoscrizioni di Torino, che oggi sono tutte amministrate dal centrosinistra e rappresentano delle enclave spesso belligeranti nei confronti della sindaca e della sua giunta. E chissà che la decisione di dare attuazione a quella riforma non sia anche un modo per modificarne in parte i connotati, magari a partire dai confini e soprattutto dalle competenze.

Per la prima cittadina, riformare il decentramento è uno dei passaggi fondamentali di quella riorganizzazione complessiva dell’ente che dovrà mettere in atto entro la fine del suo mandato per ridurre ulteriormente quel disavanzo strutturale da 80 milioni di euro che grava su Palazzo Civico. “Ora siamo a 55-60 milioni” ha affermato in aula. La strada è ancora lunga, lunghissima e Torino non è neanche l’unica città in sofferenza, come ammesso dalla stessa Appendino, citando Napoli, Genova, Milano mentre un discorso a parte merita Roma. Per questo il viceministro Laura Castelli ha “aperto un tavolo con i comuni capoluogo lavorando per costruire un percorso di ristrutturazione del debito”. E questo – il debito – è il secondo pilastro su cui dovrebbe reggersi l’azione di risanamento di questa amministrazione.

Il bilancio di previsione proposto dall'esecutivo di Palazzo Civico pareggia, per la parte corrente, a 1.227 milioni di euro. Per quanto riguarda le entrate, quelle tributarie ammontano a 834 milioni, mentre i trasferimenti da Stato, Regione e altri enti pubblici assommano a 155 milioni. Tra le voci di spesa, il personale incide per 376 milioni (-5,3 milioni rispetto all’anno precedente), mentre la quota per il fondo crediti di dubbia esigibilità sale a 94 milioni (+4 rispetto al 2018). Per la parte in conto capitale, sono destinati agli investimenti 292 milioni di euro, finanziati con entrate proprie per 28 milioni, tramite nuovi mutui per altri 23 milioni e per altri 6 milioni con introiti da concessioni edilizie. La parte restante sarà finanziata tramite contributi statali, regionali, di altri soggetti e del Fondo pluriennale vincolato. Nel corso della presentazione della proposta di bilancio è stato sottolineato come lo squilibrio strutturale di circa 60 milioni necessiti di una politica di bilancio che consenta di ridurre le spese per il personale e per la gestione del patrimonio comunale, con misure che possono prevedere anche la riduzione di servizi non istituzionali o ritenuti non essenziali per la cittadinanza. Prevista inoltre la riduzione dell’indebitamento per 100 milioni annui nel prossimo triennio. Il dibattito in aula è ora avviato.

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