Magistrati: il proibizionismo non paga

Sono 251 gli apparecchi da gioco sequestrati dalla Guardia di finanza in Piemonte nei primi tre mesi del 2019. Nel 2018 erano stati 102, mentre nel 2017 il dato era salito a 2.443 rispetto ai 51 sequestri del 2016. È quanto emerge da una ricerca dell'istituto Eurispes sul Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte presentata oggi a Torino durante una conferenza stampa (Leggi il report completo). Lo studio evidenza che gli apparecchi da gioco illegali vanno a coprire la domanda di gioco in territori lasciati scoperti dall'offerta pubblica, che, dopo la legge 9/2016, si è fortemente ridotta. “Il proibizionismo non basta - spiega il magistrato Gian Carlo Caselli - Bisogna portare avanti campagne mirate, operare dal punto di vista culturale sin dalla scuola, intervenire per formare le persone, educarle, vigilare. E Torino dovrebbe dotare le forze dell’ordine e gli inquirenti di strumenti più avanzati”. Dai controlli delle fiamme gialle nella provincia di Torino sono emersi dispositivi che permettono di gestire illegalmente un apparecchio da gioco, come una doppia sim.

Secondo l’ex pubblico ministero Antonio Rinaudo “serve un intervento legislativo immediato. I magistrati lo chiedono”. “Il gioco d’azzardo è fonte di guadagno per la criminalità organizzata e le pene sono decisamente inferiori al possibile guadagno – spiega Rinaudo – Le sanzioni sono risibili e insignificanti e il più delle volte vengono risolte con pene pecuniarie. Ecco perché il gioco d’azzardo è così appetibile e così pericoloso”. Una recente indagine condotta da carabinieri e guardia di finanza e coordinata dalla Dda di Torino ha portato alla luce un meccanismo criminale che si reggeva su apparecchi da gioco illegali con cui la criminalità organizzata calabrese riciclava i soldi del traffico di stupefacenti. 

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