VERSO IL VOTO

Il Piemonte dei sogni (di Cirio)

L'aspirante governatore del centrodestra presenta il programma. Quattro i punti cardine: autonomia, fondi europei, delegificazione e sburocratizzazione. "Non metteremo le mani nelle tasche dei piemontesi, vogliamo una Regione amica dei cittadini"

Autonomia, fondi europei, delegificazione e sburocratizzazione: sono i quattro punti cardine del programma elettorale del centrodestra, presentato oggi dal candidato presidente Alberto Cirio. Temi che costituiranno il fulcro di quel “Piano strategico” per il rilancio del Piemonte che, in caso di vittoria, guiderà l’azione della giunta, al punto che ognuno di essi sarà in capo a un assessore con specifica delega. “Un documento concreto di 31 pagine, che dice cosa intendiamo fare e con quali soldi, per un governo veloce e pieno di energia”. Obiettivo dichiarato, far raggiungere alla Regione “un’altra velocità”, con un gioco di parole che richiama la Tav ma esemplifica anche una certa idea di governo. È l’idea del centrodestra per cui servono “meno leggi e meno burocrazia”, affinché “la politica regionale non intralci le imprese e sia davvero al servizio dei cittadini”. Per farlo occorrono risorse: “Quanto ai soldi per realizzare quelle che riteniamo le priorità per il nostro territorio – ha chiarito Cirio – vogliamo essere chiari: non verranno dalle tasche dei piemontesi ma ricontrattando con Roma, in modo meno timido rispetto a quanto ha fatto l’amministrazione uscente, le materie e le risorse da gestire direttamente per il Piemonte. E poi i fondi europei, che oggi usiamo poco e con troppa lentezza e su cui metterò a frutto tutta l’esperienza maturata in questi miei ultimi cinque anni a Bruxelles,  al Parlamento europeo. Voglio una Regione amica dei cittadini, con meno leggi e meno burocrazia che non sia di ostacolo bensì al servizio dei cittadini”.

A fianco dell’europarlamentare albese i componenti del “listino del presidente” che include quattro esponenti della Lega, due di Forza Italia e due di Fratelli d’Italia. Con loro, e con l’apporto di Udc e Sì Lavoro Sì Tav, le altre due liste che lo sostengono, mira a “volare alto ma senza tralasciare la quotidianità”. Un impegno che non può prescindere dalla realtà che vede un Piemonte “fanalino di coda delle regioni del nord Italia” sul piano economico e vecchio da punto di vista demografico, che vedrà nei prossimi anni aumentare del 50% degli over 75. Per questo, ha ribadito l’aspirante governatore, la Regione ha bisogno di un cambiamento, di “un’altra velocità”, come recita lo slogan scelto dall’europarlamentare per caratterizzare la propria corsa elettorale.

Le risorse necessarie occorre prenderle dove (ancora) ci sono, pertanto per accedere in modo più efficace ai Fondi europei Cirio propone l’istituzione di una “lobby Piemonte” a Bruxelles, un gruppo di lavoro in cui riunire grandi aziende internazionali, associazioni di categoria, istituzioni, università e mondo accademico, con l’obiettivo di scrivere insieme all’Ue le linee guida della futura programmazione. Fra le misure per l’economia, Cirio ha annunciato una esenzione dall’Irap per le imprese che apriranno in Piemonte e la riscrittura delle norme per il riuso edilizio, ritenute “eccessive”. E ancora, aiuti ai licenziati over 50, bonus bebè fino ai tre anni, assegnazione delle case popolari in modo che “non discrimini gli italiani”, un contentino alla componente sovranista (e leghista) della coalizione. Oltre al cavallo di battaglia Tav (e a tutti le altre opere da completare, dall’Asti-Cuneo alla Pedemontana, al Terzo Valico) Cirio lancia l’idea di “un Piano Marshall per la viabilità ordinaria”. Vuole un Piemonte green, ma promette “deroghe al blocco auto per i redditi bassi”. Da ex assessore regionale al Turismo, avrà riguardo per questo settore. Sulla sanità si affida al leghista Alessandro Stecco, neuroradiologo e docente universitario a Novara, assessore in pectore, che promette “una governance seria e attenta”. La salute, che rappresenta oltre l’80% del bilancio regionale, è al centro dell’attenzione: “oggi il 3% dei cittadini piemontesi rinuncia alle cure. Servono misure per potenziare il personale medico e sanitario. È necessario integrare maggiormente gli ospedali tra loro e con il territorio e dare attuazione alla legge sull’assistenza domiciliare. Ripartire dal paziente: i medici di medicina generale saranno il fulcro del sistema territoriale di prevenzione, accanto a un nuovo patto pubblico-privato per ridurre le liste d’attesa”. E sul fronte sport propone la creazione di “una Sport Commission che andrà nel mondo a cercare eventi sportivi da portare in Piemonte”.

Leggi qui il programma elettorale

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