SANITA' & POLITICA

Sanità pubblica con più privati

Confindustria si rivolge ai candidati presidente della Regione e chiede per il Piemonte un "cambio di passo". Garantire la sostenibilità del sistema diventa una priorità fondamentale, le strutture convenzionate possono fornire una risposta

La sanità italiana è in una fase di profondo mutamento e sempre di più sarà chiamata a rispondere a nuovi bisogni di salute, tra i quali quelli appartenenti a una popolazione sempre più anziana e al progressivo ridimensionamento di risorse umane e strumentali dedicate all’erogazione dei servizi. Così Confindustria Piemonte Sanità, con una lettera aperta, si è rivolta ai candidati alla presidenza regionale, indicando le priorità su cui lavorare e invitando fin da subito l’assessore che verrà eletto ad un incontro sui punti più urgenti. Soprattutto, «ci sono specificità che impongono un rapido cambio di passo», spiega Paolo Spolaore, co-presidente commissione Sanità di Confindustria Piemonte.

«Questa lettera nasce nello spirito di collaborazione e corresponsabilità della nostra associazione, che ha tra i suoi obiettivi la rappresentanza degli interessi delle imprese, la promozione della crescita economica sostenibile e, di riflesso, il sostegno al benessere dei cittadini, in un momento in cui si avverte la necessità di compiere importanti investimenti per garantire il rispetto dei principi sui quali si fonda il Sistema Sanitario Nazionale: universalità della copertura, equità di accesso e gratuità delle cure – ha aggiunto –. A seguito della forte pressione sul contenimento delle risorse, è sempre più difficile mantenere i livelli essenziali di assistenza e non possiamo non tenere conto che i costi complessivi dell’assistenza sono destinati a crescere nel prossimo futuro. Questo rischia di indebolire ulteriormente il sistema sia sotto il profilo finanziario sia sotto quello operativo».

Garantire la sostenibilità del sistema sanitario diventa una priorità fondamentale, ricordano gli industriali, e la sanità convenzionata può fornire una risposta, soprattutto in una regione, come il Piemonte tra le più colpite dal fenomeno della senilizzazione, in cui il numero di anziani over 65 supera il milione di unità. Più di un piemontese su quattro ha almeno sessantacinque anni: rispetto a diciotto anni fa gli ultrasessantacinquenni sono aumentati del 23% e gli ultraottantenni addirittura del 62%. Rispetto ad altre regioni del Nord, come la Lombardia o l’Emilia Romagna dove il fatturato della sanità privata accreditata e del socio-sanitario valgono rispettivamente il 30% e il 28% di quello totale, in Piemonte la quota arriva appena al 6%. Prosegue Spolaore: «Il nostro sistema sanitario dovrebbe ispirarsi alle realtà più virtuose per mettere in atto il cambiamento necessario. Ad esempio, la Lombardia, attraverso la liberalizzazione, ha concretizzato di principio di sussidiarietà, e mette al centro il paziente, che può scegliere se farsi curare in strutture pubbliche o private o convenzionate, perché la retta viene comunque pagata dalla Regione. In questo modo, sono scomparse le liste d’attesa e le casse regionali hanno avuto forti risparmi grazie alla migliore efficienza, mentre in Piemonte le liste d’attesa nel pubblico vanno dai 4 ai 12 mesi in media».

Al nuovo assessore Confindustria chiede «un incontro per lavorare, di comune accordo, nella direzione del cambiamento di un sistema sanitario regionale che non funziona e rischia di ledere il diritto alla salute dei cittadini. Riaprire il Tavolo Tecnico per l’Aggiornamento Tariffario e Normativo delle Ddgr 25/2012, 85/2013 e 14/2013 dai cui lavori, nel corso del 2018, era scaturito un documento contenente proposte condivise da tutte le sigle regionali di rappresentanza dei soggetti gestori delle Rsa è un primo passo importante per non vanificare gli sforzi fatti e contribuire a rendere il sistema sanitario regionale più accessibile e più sostenibile». È indispensabile, ricordano, «che i decisori pubblici e i policy-maker, operino per predisporre strumenti atti ad assicurare una adeguata assistenza sanitaria agli individui e a garantire la salute sociale. È fondamentale incentivare e sviluppare soluzioni che mirino alla costruzione e alla garanzia della qualità, a beneficio dell’interno sistema. È necessario più che mai sfatare l’idea che la sanità privata sia intesa come “business della salute” e deve, invece, essere vista come una modalità di fruizione dei servizi pubblici in modo più efficiente a vantaggio dell’intero sistema».

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