LA NUOVA REGIONE

Non c'è accordo, giunta Cirio al palo

Comba (Fratelli d'Italia) irremovibile: "Vogliamo due posti". Torna in bilico Stecco alla Sanità e non c'è spazio per due Poggio. Preioni o Carosso alla guida della pattuglia leghista. In Forza Italia duello tra Riva Vercellotti e Tronzano per un assessorato

L’incontro è durato poco più di mezz’ora, giusto il tempo di certificare l’impasse che regna nel centrodestra sulla composizione della giunta. È stato un faccia a faccia cordiale quello tra Alberto Cirio e il coordinatore di Fratelli d’Italia Fabrizio Comba, ma per nulla risolutore. Un incontro avvenuto a casa di FdI, nel palazzo neogotico di via Nizza, poi proseguito davanti a un caffè dabbasso durante il quale il luogotenente della Meloni ha ribadito la propria richiesta: due assessorati, uno da assegnare a un esterno ((da scegliere tra il sindaco di Coniolo, Enzo Amich, il presidente della provincia di Novara Federico Binatti, il consigliere regionale uscente Giuseppe Policaro o l’assessore novarese Marina Chiarelli), l’altro per uno dei tre eletti. Cirio non ha potuto fare altro che prendere atto della posizione “irremovibile” dell’alleato e rimandare ogni decisione a venerdì, giorno in cui il neogovernatore tornerà a incontrare separatamente i tre azionisti della coalizione per provare a smussare gli angoli e trovare una quadra che accontenti tutti, ma soprattutto che gli consenta di formare una squadra in grado di governare il Piemonte.

Il puzzle si complica e non solo per le richieste dei partner minori. Gli equilibri vanno trovati innanzitutto nella Lega che in qualità di primo azionista reclama le caselle strategiche ma incontra non poche difficoltà a selezionare i futuri titolari di assessorati, coniugando competenze e rappresentanze territoriali. Il resto verrà a cascata come in una sorta di effetto domino in cui si continua a ragionare solo sui nomi, lasciando sullo sfondo le deleghe. Una cosa è certa: anche nella Lega la partita è tutt’altro che chiusa. A partire dalla vicepresidenza, con la new entry Vittoria Poggio, alessandrina come il segretario regionale Riccardo Molinari che vorrebbe premiarla per il lusinghiero risultato ottenuto alle Europee, con oltre 11mila preferenze. Il suo eventuale ingresso nella compagine di governo non solo stopperebbe la strada a Sara Zambaia, altra quota rosa sostenuta dai leghisti torinesi, ma bloccherebbe le ambizioni del conterraneo Daniele Poggio a sedersi sulla poltrona di assessore all’Agricoltura, così come vorrebbe Molinari. E non solo per questioni di omonimia, che pure potrebbe creare qualche confusione: due mandrogni in giunta sarebbe eccessivo, quantunque si consideri Alessandria la caput mundi della Lega salvinian-molinariana. Il capo del Carroccio privilegerà Vittoria lasciando in Consiglio Daniele, magari promuovendo al suo posto quel Marco Protopata da cui ha subito l’onta di vederlo surclassare il suo beniamino?

Roba da far girare la testa. Come se non bastasse torna a traballare pure la poltrona più importante della giunta, quella della Sanità, settore che assorbe l’80 per cento del bilancio. A quanto pare, infatti, il medico vercellese ma che opera a Novara  Alessandro Stecco, finora in pole position, deve superare non soltanto l’ostilità strisciante delle baronie torinesi, ma anche le proprie titubanze. In queste ore, a Roma, il segretario Molinari sta valutando le diverse opzioni: l’ingaggio di un esterno di alto profilo, la conferma dello stesso esitante Stecco, oppure una clamorosa rinuncia, passando la patata bollente agli alleati. Per il resto è tutto confermato con il “canelliano” Matteo Marnati e Chiara Caucino ormai sicuri di un posto, Fabrizio Ricca e Stefano Allasia a spartirsi un assessorato e la presidenza del Consiglio. Per lo scranno più alto di Palazzo Lascaris pare sia favorito l'ex parlamentare vista l'esperienza accumulata tra Montecitorio e via Alfieri, grazie alla quale dovrebbe essere in grado di offrire maggiori garanzie nella gestione dell'aula. Per la giunta, nelle ultime ore, è entrato in corsa anche il cuneese Genesio Icardi, il quale potrebbe strappare un assessorato nonostante sia espressione di quel territorio che, avendo appoggiato alle Europee Gianna Gancia, era stato minacciato di ritorsioni dallo stesso Molinari. Sono in ballo, infine, un posto da capogruppo e un altro in giunta per l’esponente del Vco Alberto Preioni e l’astigiano Fabio Carosso.

Tra i Fratelli d’Italia, invece, i nomi che circolano continuano a essere i soliti: il campione di preferenze Roberto Rosso, inviso però a una parte della componente ex aennina e giudicato un “cavallo pazzo”, quindi poco affidabile e troppo stravagante; il cuneese Paolo Bongioanni, neanche a dirlo il preferito di Cirio, e la biellese Elena Chiorino, eletta nel listino. In Forza Italia, blindata la posizione di Marco Gabusi, è duello tra Andrea Tronzano, recordman di preferenza tra gli azzurri, e Carlo Riva Vercellotti, considerato da Cirio alla stregua se non di un novello Quintino Sella, almeno al livello di un redivivo Sidney Sonnino.

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