LA NUOVA REGIONE

Tronzano alle Attività produttive, ipotesi Icardi-Bosio per la Sanità

Assessore politico (leghista) e direttore generale espresso da Forza Italia: questo il compromesso escogitato da Cirio per la guida di corso Regina. Si attende l'avallo di Molinari. La Porchietto strappa un posto di primo piano per il suo pupillo

Assessore politico espresso dalla Lega e direttore generale vicino a Forza Italia. È questa la soluzione che si starebbe profilando per la guida della Sanità piemontese. Il countdown per il varo della giunta di Alberto Cirio accelera, le caselle si stanno riempiendo, ma il nodo resta la Sanità. Paradossalmente la poltrona che le parole del segretario regionale della Lega sembravano descrivere come la più certa, è quella ancora in cerca di titolare. “Non c’è bisogno di cercare in giro, l’uomo lo abbiamo nella Lega”, aveva detto Riccardo Molinari, confermando di fatto che il nome c’era e lasciando supporre che fosse quello del medico vercellese, Alessandro Stecco, primario a Novara, militante di lunga data del Carroccio e neoeletto in Consiglio regionale. Anzi, era più di una supposizione: il neuroradiologo per giorni è stato l’unico nome negli appunti in cui ne andavano e venivano molti altri per diversi assessorati. Poi qualcosa nello schema del vertice dell’azionista di maggioranza del centrodestra (complice qualche misunderstanding di troppo per uno sospettoso di natura qual è Molinari) è cambiato e il borsino del medico è andato calando, pur restando tra i papabili per corso Regina. Sfuma Stecco e si profila, a sorpresa, l’ex deputato Stefano Allasia, fino a quel momento dato come probabile presidente del Consiglio regionale. Ma anche questa “investitura” mostra presto di essere traballante e, stavolta non tanto per titubanze o ripensamenti quanto per segnali di forte perplessità arrivati al governatore non appena è spuntato il nome dell’elettricista torinese con alle spalle oltre che un’esperienza parlamentare anche un pregresso da consigliere regionale.

Sguardi scuri tra i camici bianchi hanno fatto capire che forse sarebbe meglio cercare ancora. Ed è ciò che in queste ore frenetiche sta facendo Cirio, spostando il nome di Allasia sul Bilancio, pur tenendo conto che l'uomo al vertice dell'assessorato che vale oltre l’80% del bilancio regionale dovrà essere della Lega. Cirio il nome lo ha trovato: Luigi Genesio Icardi, 58 anni, sindaco di Santo Stefano Belbo, una laurea in Gestione ed Economia delle Pubbliche Amministrazioni, funzionario dell’Asl di Cn2. Un profilo perfetto, agli occhi del governatore, in grado di coniugare appartenenza politica, conoscenza del mondo sanitario, teorica e sul campo, lunga esperienza amministrativa. Molinari darà l’avallo al leghista che con oltre 4.500 preferenze è risultato il primo del centrodestra nella Granda e il terzo del Carroccio in tutto il Piemonte?

Di certo, Cuneo non è propriamente nel cuore del luogotenente di Salvini, colpevole di aver massicciamente sostenuto alle Europee la “ribelle” Gianna Gancia, ma a questo punto rappresenterebbe il compromesso migliore per uscire dall'impasse. Qualora Molinari mettesse da parte le beghe interne, dando il via libera a Icardi, contestualmente si aprirebbe la questione di chi mandare a governare la complessa macchina di corso Regina Margherita. Non è un mistero, infatti, che probabilmente su suggerimento paterno (medico molto introdotto negli ambienti che contano in sanità) la prima scelta sia l’attuale dirigente del San Giovanni Bosco, Nicola Giorgione, successore “maturale” al posto che è stato prima di Fulvio Moirano, poi di Renato Botti e infine di Danilo Bono, tutt’ora in carica anche se prossimo alla pensione, cosa questa che agevolerà nei tempi e nei modi lo spoil system.

Aspetto non ininfluente anche per la scelta dell’assessore, quello rappresentato dal profilo del direttore. È stato così per Moirano, scelto da Sergio Chiamparino non certo dopo l’“investitura” di Antonio Saitta, ma forse come si è sempre vociferato addirittura prima. Ecco perché è interessante capire se il segretario della Lega intenda o meno prendere in considerazione altri nomi oltre a quello dell’ex direttore generale dell’Aso di Alessandria, la sua città. Con un eventuale uscita dal novero di Giorgione, potrebbe prendere ulteriore consistenza l’ipotesi dell’arrivo da Milano, dove da gennaio dirige il Niguarda, di Marco Bosio, medico, classe ’61, già al vertice dell’Ats di Milano e, prima ancora, direttore del Gemelli di Roma. Bosio è legatissimo all’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera (di Forza Italia) che recentemente ha chiamato nel team di sette esperti chiamati a collaborare con lui per ripensare la sanità regionale Alberto Zangrillo.

E proprio al medico personale di Silvio Berlusconi, per tramite del fratello Paolo, coordinatore degli azzurri piemontesi, Cirio avrebbe chiesto consigli. Per l’assessore in capo alla Lega o, più probabilmente, per quel ruolo di direttore che nel caso andasse a Bosio rappresenterebbe una sorta di applicazione del manuale Cencelli ai piani alti di corso Regina: assessore al Carroccio e direzione a un uomo molto vicino a Forza Italia e in arrivo dalla regione che rappresenta la meta principale della mobilità passiva della sanità piemontese, ma anche un modello in cui la presenza del privato nel sistema sanitario è di circa cinque volte superiore rispetto al Piemonte. Smentita dal diretto interessato ogni voce circa la possibilità che alla direzione regionale possa andare l’attuale direttore generale dell’Asl Citta di Torino Valerio Fabio Alberti. Non solo il fratello della presidente del Senato smentisce, ma da lui quella poltrona non sarebbe occupabile visto che ha già raggiunto i limiti di età per la pensione.

Ieri Molinari è stato occupato per tutto il giorno nel suo ruolo di capogruppo, ma già oggi tornerà a confrontarsi con Cirio e non è improbabile che le prossime ore siano quelle in cui si scioglierà definitivamente la questione dell’assessore alla Sanità e del direttore. Prima l’uno o poi l’altro o viceversa? Un direttore forte e un assessore che non lo ostacoli o il contrario? Per capirlo bisognerà guardare ai nomi. Certi, però.

Come, per esempio, quello dell’azzurro Andrea Tronzano sul cui ingresso in squadra sembrerebbe non esserci più dubbio alcuno. Sciogliendo una questione piuttosto intricata, alla fine per il recordman di preferenze si è aperta la strada per la giunta dove dovrebbe gestire le Attività Produttive, la stessa materia di cui si occupa in commissione a Montecitorio la sua principale sostenitrice tra i parlamentari azzurri, Claudia Porchietto, che pare abbia arruolato nella sua opera di moral suasion nei confronti di Cirio gran parte delle organizzazioni imprenditoriali. Farà lei da garante e tutrice.

Per far posto a Tronzano resterà fuori della squadra, occupando probabilmente qualche ruolo nel gruppo o nell’ufficio di presidenza di via Alfieri, Carlo Riva Vercellotti. Sempre restando tra i berluscones, salda la poltrona per l’astigiano Marco Gabusi, quasi certamente ai Trasporti. La conferma di Allasia assessore, sia pure al Bilancio anziché alla Sanità, garantisce al compagno di partito Fabrizio Ricca la presidenza del parlamentino di Palazzo Lascaris. Per il resto l’elenco, sia pur con qualche “aggiustamento” in corso d’opera sulle attribuzioni delle deleghe, è pressoché definitivo. Per Fratelli d’Italia ci sarà sicuramente Elena Chiorino e, qualora il partito di Giorgia Meloni strappasse un secondo posto (assai probabile), il cuneese Paolo Bongioanni, con Roberto Rosso dirottato alla vicepresidenza del Consiglio. La pattuglia della Lega è quella nota: l’alessandrina Vittoria Poggio (Commercio e Turismo), il novarese Matteo Marnati (Ambiente e Urbanistica), l’alessandrino Marco Protopapa (Agricoltura), l’astigiano Fabio Carosso e la biellese Chiara Caucino (Welfare). Oltre a Icardi e Allasia.

Questo adesso, perché anche le più granitiche certezze di oggi, potrebbero rivelarsi speranze deluse e sogni infranti alla fine del non facile cammino per comporre il nuovo governo al Piemonte.

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