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La Lega vuole la guida dei sindaci

La recente tornata elettorale prefigura l'imminente ribaltone ai vertici dell'Anci. Il probabile successore del presidente uscente Avetta (Pd), neo consigliere regionale, è Corradino di Biella. Canelli non segue le orme di Ballarè

La Lega si prenderà anche l’Anci? Se a gennaio la spaccatura in seno all’associazione che raggruppa oltre 8mila comuni italiani sul decreto sicurezza aveva fatto intravvedere il primo passo di Matteo Salvini per mettere un suo uomo al posto dell’attuale presidente nazionale, il sindaco piddino di Bari Antonio Decaro, assai meno complesso il quadro che delinea con ben pochi margini di incertezza l’identico risultato in Piemonte. Qui non c’è neppure bisogno di preparare il terreno e progettare assalti alla diligenza: la geografia politica modificata negli ultimi anni dalle elezioni contempla per il centrosinistra soltanto due capoluoghi di provincia su otto e di questi uno solo, Verbania, governato da un sindaco del Pd. Molti altri Comuni, medi e piccoli, hanno cambiato colore. Inevitabile che ciò accada anche per il vertice regionale dell’Anci.

L’elezione a consigliere regionale pone nella situazione di incompatibilità l’attuale presidente Alberto Avetta (Pd) anche se per la sua sostituzione non sarà necessaria un’assemblea straordinaria: il mandato dell’ex sindaco di Cossano Canavese scadrebbe comunque in autunno quando tutte le associazioni regionali saranno chiamate a rinnovare i loro vertici, ma anche ad eleggere i delegati che a loro volta voteranno il presidente nazionale. Un passaggio, insomma, che non solo agevolerà il superamento in maniera normale del passaggio di consegne da parte di Avetta che non potrebbe più restare alla presidenza dell’associazione, ma soprattutto che adeguerà l’Anci Piemonte al nuovo assetto politico uscito dal voto amministrativo degli ultimi anni.

Scontato che la carica toccherà a un sindaco di centrodestra, chi sarà il futuro presidente dell’associazione da cui nel 2013 Piero Fassino fece il balzo verso il vertice nazionale lasciando il posto all’allora primo cittadino di Novara Andrea Ballarè?

Molti guardano proprio al successore di Ballarè a Palazzo Cabrino, ma il leghista Alessandro Canelli, sindaco della seconda città del Piemonte, pur non escludendo del tutto un suo possibile impegno sembra non più attratto di tanto da quella poltrona, preferendo rimanere nella Conferenza Stato-Città in seno all’Anci nazionale.

Con Canelli di lato, pare allargarsi la strada per un altro sindaco leghista, peraltro appena eletto: Claudio Corradino uscito vincitore domenica scorsa dal ballottaggio per la guida del Comune di Biella con Dino Gentile, è nel comitato direttivo di Anci Piemonte da dieci anni, ovvero da quando era stato eletto per la prima volta sindaco di Cossato.

Se, come molti prevedono, sarà lui a ricevere il testimone da Avetta si tratterà di un cambiamento di colore politico, ma nel segno della continuità visto che l’attuale presidente e quello che probabilmente lo sostituirà hanno lavorato insieme negli ultimi due anni condividendo iniziative, progetti e prese di posizione di un’associazione connotata da un certo ecumenismo politico in nome dell’interesse delle amministrazioni locali.

E proprio per evitare contrapposizioni e lacerazioni nella storia dell’Anci piemontese non si ricordano battaglie al momento del voto, dove il Comune più piccolo vale quanto la grande città. Tutto si prepara per tempo al fine di arrivare in assemblea con un nome condiviso. Nulla lascia supporre che questa prassi si debba interrompere in occasione di quella che sarà, per l’Anci come lo è stato per alcune roccaforti della sinistra l’esito dell’ultimo voto, una svolta storica con un sindaco di centrodestra per la prima volta al suo vertice.

Diversa e meno tranquilla potrebbe, invece, annunciarsi la partita per la riconferma o la sostituzione di Decaro al vertice nazionale. Il centrosinistra e il Pd in primis tenterà di conservare la guida dell’associazione nella quale la Lega, con una lettera sottoscritta dai sindaci del centrodestra, aveva incominciato a mettere un cuneo in vista di una possibile conquista. Ecco perché, cedendo il passo al Carroccio per la presidenza, i sindaci piemontesi di centrosinistra proveranno a portare quanti più delegati della loro parte all’assemblea nazionale di ottobre. 

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